Ultima modifica 20 Giugno 2019

Quest’anno mi sono trovata per la prima volta a scegliere la scuola di mia figlia che a settembre frequenterà la primaria. L’Istituto Comprensivo in cui tata continuerà a frequentare anche la scuola primaria, quest’anno, ha proposto anche una classe a tempo pieno, oltre alle 27 ore che prevedono lezioni soltanto antimeridiane.

Da sempre sono stata ferocemente contraria al tempo pieno: troppe le ore di scuola (specialmente per i bambini di  prima e seconda), la scuola vista come un parcheggio, le esigenze familiari e lavorative messe davanti agli obiettivi didattici, il metodo di studio poco curato a discapito dei compiti scritti, ecc…

tempo_pieno

Ammetto di non aver mai lavorato in una scuola a tempo pieno ma in una scuola che viaggia a 27 ore (la “famigerata riforma Gelmini del 2008  aveva proposto tre modelli di organizzazione scolastica oraria per la scuola primaria: 24 – 27 e 30 ore con un maestro unico di riferimento più il tempo pieno di 40 ore) e quindi non ho esperienza diretta di scuola a tempo pieno se non per voce di colleghe e genitori che la frequentano.

I genitori, in genere, sono quelli più soddisfatti. Ma è chiaro che il sapere il bambino in un luogo percepito protetto come la scuola dà sicurezza ed elimina moltissimi problemi di organizzazione e gestione familiare.
La prospettiva poi di non avere compiti (almeno fino alla terza) e il sabato libero alletta.
I docenti invece hanno, più o meno, gli stessi miei dubbi esposti all’inizio dell’articolo.

Partiamo dalla riforma: l’introduzione del maestro unico o prevalente e la riduzione drastica delle compresenze era stato uno dei punti più controversi della riforma Gelmini. Ma in compenso ha portato un aumento delle classi con il tempo pieno avendo a disposizione un maggior numero di insegnanti.

Secondo un report di Tuttoscuola nell’anno scolastico 2013 – 2014 sono aumentate le classi a tempo pieno nelle scuole primarie italiane tanto da poter dire che un alunno su tre frequenta il tempo pieno. Se prima il tempo pieno era “appannaggio” del Nord ricco ed impegnato, ora è diffuso anche nel Sud, anzi, il maggior incremento si è registrato, quest’anno,proprio nelle regioni meridionali.

E quindi come scegliere al meglio ?

La scelta non è mai facile e comunque non esiste una scuola giusta in generale per qualsiasi bambino.

Il tempo “normale” che presuppone lezione solo antimeridiane o eventualmente uno o due rientri pomeridiani per le classi a 27 o 30 ore sicuramente lasciano più spazio libero al bambino di curare i propri interessi o le proprie attività (ma una variabile importante è la mole dei compiti a casa, che varia tantissimo da insegnante ad insegnante). Quando le ore di scuola sono molte il bambino può stancarsi e diventare insofferente alla scuola.

Ho sempre pensato inoltre che lo studio individuale ed il metodo di studio sia più curato se le lezione si svolge solo di mattina  e lo studio sia lasciato, appunto, a casa (ma se c’è qualcuno che lo può seguire o se il bambino è abbastanza autonomo da studiare da sé,altrimenti il vantaggio non c’è).

Il tempo pieno presuppone invece lezioni antimeridiane e pomeridiane (generalmente da lunedì a venerdì fino alle 16.00 con mensa interna alla scuola), alcun compito nel pomeriggio (che sono concentrati però nel week end e dalla terza in poi qual cosina viene dato) e molto probabilmente tempi più rilassati nel gestire le materie ed il programma che spesso e volentieri viene fatto sempre di corsa.

La scelta non è facile ma ogni genitore conosce il proprio figlio e sa quale possa essere la scelta migliore per il bambino ma ascoltare le sue esigenze è sicuramente la via migliore.

E’ chiaro che se il bambino si stanca ed ha bisogno ancora di riposare nel pomeriggio probabilmente la scelta del tempo pieno non è la migliore, anche se le esigenze familiari lo richiederebbero.

Per il resto bisognerebbe vedere anche come è organizzato il tempo pieno. Dieci ore di mensa e giochi sono sicuramente troppi. Perché non utilizzare le ore di compresenza che sono una vera e propria risorsa riqualificando il ruolo dell’insegnante e non relegandolo al solito ruolo di assistente ed animatore?

Parlo di laboratori, oppure di potenziamento della lingua inglese o addirittura l’inserimento di una seconda lingua comunitaria per evitare che il tempo pieno, da risorsa preziosa, diventi un semplice “baby parking”

Arianna Simonetti

Maestra, mamma, donna con mille interessi ed attività ... non necessariamente in quest'ordine! Motto della vita: Ama e fai quel che vuoi ... per tutto il resto c'è tempo

2 COMMENTS

  1. Io ero fra quei genitori che, per esigenze famigliari, ritenevo il tempo pieno la scelta migliore. Perché bisogna andare incontro alle esigenze delle famiglie. E pensa che c’è anche chi usufruisce del pre e post scuola. La giornata dei bambini diventa interminabile!
    Poi sono arrivata qui e ho scoperto un mondo in cui, giustamente, anche gli insegnanti hanno delle famiglie quindi delle esigenze. Non fanno riunioni dopo l’orario scolastico: un giorno alla settimana gli studenti hanno l’orario più corto.
    E gli scrutini? Il giorno degli scrutini gli studenti sono a casa da scuola…
    E nessun genitore ha mai detto niente. Lo sanno in anticipo e si organizzano!

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