Ultima modifica 6 Novembre 2015

 

“Ma a chi dai i bacini sulla bocca?”
“Ehm, Umberto, Angel e Francesco”
“Francesco? Ma non avevi “solo” tre fidanzati: Umberto, Angel e Lorenzo?”
“Sì, ma io e Lorenzo ci siamo lasciati”
“E Francesco chi è? Non mi sembra sia un tuo compagno di classe”
“Ci diamo i bacini in cortile”
“Ma non puoi sceglierne uno?”
“No, a me PIACE COSÌ!”
Mia figlia ha tre anni. 

Non credo mi aspetteranno tempi facili, di certo le premesse non sono delle migliori!

È davvero strano ciò che scatta nella testa di un papà di una bambina, posso dirlo con discreta attendibilità, perché quando avevamo solo il maschietto la mia compagna tentava invano di descrivermi le complesse sfaccettature del rapporto con un figlio di sesso opposto al proprio, ma ho dovuto esperire per capire.

Tua figlia non è solo la tua bambina, non è una questione di amore, amo i miei bambini allo stesso modo, ma diverso è il dispiegamento del sentimento, è come se ci si rendesse conto di quanto poco ci siamo evoluti rispetto agli animali, perché non abbiamo mai abbandonato il bisogno ancestrale di salvaguardare la nostra specie. Mi spiego: per noi la nostra bimba è l’estrinsecazione del nostro lato femminile, siamo più preoccupati per la sua incolumità di quanto lo siamo per i maschietti, perché è innata la convinzione che essi siano meno in pericolo, così come ci sembra invece naturale diventare più protettivi fino, a volte, a sfociare in un, seppur sano, maggior senso di “possesso” verso le nostre “cucciole”.

Giusto, sbagliato, non so; certo è che per un padre l’interesse per il “maschio” che porterà via la “nostra” bambina è più accentuato di quello rivolto ai maschietti, così come avviene, al contrario e per motivi diversi, tra madre e figlio.

Sono sicuro che sarà difficile gestire la legittima volontà  (già peraltro più che manifesta in mia figlia….) di emancipazione e di gusto per l’esperire che presto (troppo presto!) prenderanno il sopravvento nei confronti del farsi coccolare dal papà, ma la sfida, pur dura, bisognerà volenti o nolenti accettarla, sperando che, alla fine, il vincitore sia il buon senso, da entrambe le parti.

Che fare? Io credo che mi godrò il più possibile tutti i “papino” di mia figlia, anche quando sono pronunciati col preciso intento di raggirarmi, così come continuerò a tenerle la manina per farla addormentare, poi mi riterrò fortunato e bravo, se riuscirò a pesare il mio intervento e la mia presenza nella sua vita, perché possa sempre contare su di me, senza sentirsi oltremodo condizionata, ma non credo che riuscirò a non commentare i fidanzati che vorrà farmi conoscere…

G.P Antonicelli

La redazione del magazine. Nato nel maggio 2013, da marzo 2015, testata registrata al tribunale di Milano. Mamme di idee rigorosamente diverse commentano le notizie dell'Italia e del mondo, non solo mammesche.

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