Unstereotype Alliance è una campagna delle Nazioni Unite per promuovere la pubblicità inclusiva.

Questa è una piattaforma di pensiero e azione nata in risposta a un mandato di UN Woman, l’organizzazione delle Nazioni Unite per la parità di genere e l’empowerment delle donne, che ha la missione di sradicare gli stereotipi negativi nei media e nei contenuti pubblicitari.

Un tema davvero importante, come questo, dato che negli anni sempre più ragazzi hanno dovuto confrontare il loro aspetto con quello proposto dalle pubblicità e dai media.

Essity, azienda multinazionale leader nei settori dell’igiene e della salute, ha aderito a pieno a questo progetto.

Alcuni dei suoi marchi, tanto per capire di chi stiamo parlando sono, TENA, Nuvenia, Tempo, Tork, Demak’Up, Libero, Leukoplast, Jobst e Actimove.

Quindi, questa azienda, conferma ancora una volta il proprio impegno nella lotta ai tabù, cercando di sensibilizzare e eliminare i pregiudizi, garantendo così l’uguaglianza di tutti.

Unstereotype Alliance agisce collettivamente per valorizzare le persone nella loro diversità.

Per farlo utilizza l’industria della pubblicità come una forza positiva per promuovere cambiamenti in tutto il mondo.

“L’obiettivo di Essity è essere al fianco di donne e uomini per combattere stigmi, tabù e pregiudizi che da sempre accompagnano temi come la menopausa, le mestruazioni o l’incontinenza, sia maschile sia femminile.”

L’azienda si impegna quotidianamente per sensibilizzare l’opinione pubblica su queste tematiche, così da far sentire le persone meno solo e per liberarci grazie a un dialogo aperto degli stereotipi negativi.

Questo avviene grazie alle campagne dei suoi brand come TENA, marchio leader nel settore dell’incontinenza con “Ultima Menopausa da Sola” che incoraggia le conversazioni sulla menopausa.

Ma anche con quelle di Nuvenia con Blood Normal, il primo spot televisivo per prodotti per il ciclo mestruale a sostituire il liquido blu con uno rosso più rappresentativo.

Ancora “Viva la Vulva” e “Mestrusomnia” che ci aiutano a normalizzare la conversazione sul corpo femminile.

Voi che ne pensate? Riuscite a parlare apertamente di questi problemi?

Classe 1985 nata e cresciuta a Milano, meglio Cormano. Sono laureata in scienze sociali applicate ma nella vita ho fatto un pò di tutto. Da febbraio 2017 ho lasciato il nord per trasferirmi a Catania con la famiglia! Sono mamma di due piccole pesti che adoro, anche quando mi fanno impazzire. Dal 2020 ho iniziato a lavorare come content writer/copywriter e successivamente ho preso la qualifica con Meta in Social Media Marketing. Amo viaggiare, la lettura, il cinema, le serie tv ed il baseball/softball.

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