Venti di guerra

Ultima modifica 20 Aprile 2015

 

putin crimeaSoffiano forti venti di guerra in Europa.
Pensavamo la guerra lontana, in Paesi di altri continenti, Paesi dove – pensiamo noi – la tirannia regna sovrana, ma ora non è più così.

Pensavamo che, con lo smembramento della ex Jugoslavia, con la formazione di piccoli Stati sovrani, la pace regnasse sovrana nel nostro continente, forti del fatto che il dissolvimento dell’ U.R.S.S. era avvenuto pacificamente.
Invece, lo smembramento è stato tutt’altro che indolore, a causa delle diversità etniche e di religione, oltre alla pretesa di supremazia di alcuni. Ma non è così.
In Ucraina è successo di tutto, di più. Il processo di democratizzazione, forse, non è neppure iniziato, la volontà delle maggioranze mai rispettata. Le elezioni? Regolari? Non lo sappiamo.

Di certo, sappiamo che i due Presidenti della Repubblica, che sono stati eletti, sono stati esautorati, il primo dopo incriminazioni, il secondo dalla volontà popolare. Popolare? O, forse, solo di una parte, di quella più facinorosa, che ha imbracciato le armi, proprie e improprie, ed è scesa in piazza per imporre le sue ragioni.

Qualche giorno fa la Crimea ha votato un referendum per ratificare il definitivo distacco dall’Ucraina per annettersi alla Russia. L’antefatto?

Un avvicinamento, sino a raggiungere l’integrazione con la UE, era stato avviato, le trattative in stato di avanzata definizione, ma l’Ucraina dipendeva, economicamente, dalla Russia che, chiaramente, non gradiva lo sganciamento ucraino.
E ha posto un “aut aut”: la firma dei trattati avrebbe avuto come conseguenza immediata la richiesta di rientro dei prestiti russi, l’annullamento delle tariffe preferenziali accordate per il gas, insomma, l’ Ucraina avrebbe cessato di essere aiutata dalla Russia.
Vi sembra strano? Vi sembra inconcepibile? A me no.
È normale che uno Stato, che si sottrae a un’ influenza, ad accordi che le hanno apportato vantaggi per rivolgersi ad un altro gruppo di stati, firmando con loro trattati, non può aspettarsi altro dal precedente alleato, che lei ha deciso di abbandonare.
Il nuovo sarebbe stato migliore? Chi lo sa.
Nel dubbio il Presidente ucraino, non avendo avuto certezza di aiuto economico da parte del futuro, probabile alleato, ha fatto marcia indietro e non ha firmato l’accordo riportando il suo paese nella sfera sovietica.
Aveva ragione o torto?

Qualcuno, comunque, non ha accettato i passi indietro e, volendo fortemente unirsi all’ EU ha acceso i fuochi di una protesta di piazza, una protesta violenta, suscitando, ovviamente, una risposta altrettanto violenta.
È la panacea di tutti i mali l’annessione alla UE?
Anche questo non lo sappiamo, ma la protesta, sempre più violenta, ha raggiunto il suo scopo, ha fatto fuggire il Presidente eletto e ne ha nominato un altro tra gli applausi di tutto l’occidente.

Uno dei suoi primissimi atti è stato quello di abolire la lingua russa, suscitando le ire di quella parte del Paese, sino all’ora pacifica, che ha il russo come lingua madre.
Di qui la risoluzione del Parlamento della Crimea, di qui l’interessamento russo, che ha suscitato le ire di tutto l’occidente.
Con quale diritto? Con quale dovere?
Dobbiamo smettere di pensare all’occidente come il depositario della verità e della giustizia, dobbiamo smettere di credere di incarnare il cavaliere bianco senza macchia e senza paura, che deve combattere contro il drago cattivo di turno. Non che Putin rappresenti il meglio possibile, anzi, non è l’esempio da seguire, né da ammirare.

È lontano da me anni luce per quello che ha dimostrato di essere, per i suoi pregiudizi, per la sua omofobia, ma come tutti ha le sue prerogative, ha i suoi diritti e quelli del popolo che rappresenta da rivendicare.
Non è il cattivo a prescindere, non è il nemico da combattere, sempre e comunque, non è che si possano negargli (e con quale pretesa?) i suoi pensieri, i suoi diritti. Ma è quello che l’occidente (USA in testa) sta facendo.
Gli ucraini, che desiderano entrare in Occidente, hanno ragione  e possono contestare, usare la violenza delle armi, sostituire il Presidente eletto con un altro e, senza l’avvallo delle urne, agire secondo il proprio volere.
Tutto questo è legale? Per l’occidente sì.
La Crimea non è d’accordo? Vuole rimanere nella sfera di influenza russa? Non ne ha diritto, perché no?

Il suo Governo, eletto, indice un referendum? Impossibile, è illegale.

Due pesi due misure. Coloro che agiscono in favore dell’Occidente sono nella piena legalità, quelli che agiscono diversamente non ne hanno il potere, tutto il loro agire è illegale. Perché?

Nonna Lì

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