Ultima modifica 14 Ottobre 2019

Si può quantificare quanta violenza è da ritenersi perdonabile e quanta invece no?

A me la parola violenza non mi fa associare la parola perdono accanto a se. E’ sempre sbagliata e il perdono e’ dei santi e io, lo confesso, non lo sono.

C’è un padre che ritiene però che soli 20 minuti di violenza non siano da punire. Non al suo bravo figlioletto che prima di violentare una donna che ai tempi dei fatti aveva 22 anni, non aveva mai “sbagliato”. Il padre orgoglioso scrive in una lettera tutto il suo risentimento per la pena inflitta al figlio che per solo 20 minuti ha violentato quella donna dietro un cassonetto.

violenza_donna

In effetti venti minuti quanti sono?
Pochi per violentare. Infiniti per la donna che ha subito la violenza.
Un dolore che si porterà dietro per sempre. Non per veni minuti, non per sei mesi come la punizione inflitta dal giudice, ma per tutta la vita.
Sei mesi di condanna (rischiava fino ai 14 anni) ma il giudice che ha deciso che “una pena più severa avrebbe avuto un forte impatto sulla vita del ragazzo “. In effetti poveretto sono solo venti minuti.

Ora il povero fanciullo avrà difficoltà a trovare lavoro.
Sarà segnalato come violentatore.

E udite udite. Il bravo ragazzo ora non ruba più le patatine del padre di cui era tanto ghiotto. Pare un filo afflitto il figliolo. E i suoi poveri genitori soffrono a vederlo magiar poco. Si, si. Lo ha scritto il padre nella sua accorata lettera per chiedere la sospensione della pena al bravo ragazzo che ha allevato. Non mangià più di gusto. Giusto un po per la sopravvivenza…

E per parlare di minuti allora ne spendo due o tre anche io per immaginare che sia qui davanti a me il padre esemplare che ha dato una educazione esemplare al figlio violentatore per solo venti minuti di esemplare violenza gratutita.

Mi scusi brutto idiota devo dirti due cosine a livello di minuti:

Violentare una donna è orrendo. Che duri un minuto o venti fa veramente differenza secondo la tua mente malata?La brillante azione di violenza di tuo figlio dietro un cassonetto ha provocato un dolore irreparabile e terribile ad una giovane donna. Che mai e dico mai potrà dimenticare. Anche la sua vita e la vita dei suoi genitori sarà costellata da tanto dolore. E glielo ha gentilmente donato il tuo bravo ragazzo.

E quello che mi fa ancora più schifo sei tu.
Ancora più di tuo figlio sei tu il vero problema

Ti arroghi il diritto di replicare e usi la libertà per sbandierare al mondo quanto tuo figlio soffra. Senza una parola per la vittima che ha subito la violenza. A quella donna e ai suoi minuti e alle sue ore, giorni mesi e anni di sofferenza che verranno non hai pensato di dire una parola di scuse.

Immagino che la tua mente bacata non abbia pensato che probabilmente nemmeno lei mangia volentieri negli ultimi tempi che dici? Magari anche la sua famiglia è distrutta dal dolore per la sofferenza che il tuo figlio modello le ha inflitto. Quanti minuti hai speso a pensarci? Ne hai mai speso almeno uno mentre scrivevi questa ignobile lettera?

Bello il mondo in cui viviamo in cui possiamo dire tutti ciò che ci pare.
Ma quando mi tocca leggere certe cose mi sembra una vergogna che questo diritto venga dato a tutti. Mi fa rivoltare lo stomaco la facilità con cui un genitore oggi giustifichi e sminuisca qualsiasi azione per quanto orrenda, rivoltante e spregevole possa essere se fatta dalla propria progenie. Un muro fatto di cemento armato posato su una famiglia. E il colpevole ci si siede sopra come niente fosse a far proclami? Dov’è la giustizia in questo scempio?

Io metterei in galera anche il padre.

Per l’insulto di dire certe cose ad alta voce. Per aver fallito su tutta la linea nella sua educazione civica e morale di cui i genitori sono i primi responsabili verso un figlio. Se ritieni davvero che venti minuti siano pochi per rovinare la vita di tuo figlio allora sei un soggetto pericoloso e vai rinchiuso.

E infine scusate, dopo questo lungo sfogo ho da dire ancora due paroline al giudice e alla legge in generale.

E’ uno schifo che tante battaglie dopo e mentre a ancora ogni giorno su migliaia di donne viene perpetrata ogni genere di nefandezza, si possa emettere una sentenza che giustifica pochi mesi di condanna per voler tutelare la vita futura del colpevole. Non è a questo che la giustizia e la legge dovrebbero pensare principalmente.

La giustizia si chiama così se rispetta chi è stato offeso. E’ a quella parte che va prestata attenzione, che va tutelata, aiutata e protetta. A chi ha subito violenza si deve pensare e chiedersi come punire chi ha sbagliato. E sei mesi e un po’ di patatine in meno per mancanza di appetito del povero violentatore non credo siano una punizione adeguata a chi ha rovinato la vita di una giovanissima donna per sempre.

Non per venti minuti. Ma per sempre.

Nathalie Scopelliti

Svalvolata ben riuscita. Precisa e attenta sul lavoro, giocherellona e sbadata in casa, tanto che spesso e volentieri dimentico le cose in giro (per fortuna mai marito o figlio).

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