Assassinii in famiglia

Ultima modifica 20 Aprile 2015

 

Che terribile dicembre!

Il telegiornale informa sulle tragiche morti avvenute in una sola giornata.

violenzaDONNE

Un uomo ha ucciso con un colpo di pistola suo figlio di soli 5 anni, subito dopo è toccato alla moglie, ventottenne, poi l’ha rivolta verso di se e ha premuto il grilletto.

Tre morti per una famiglia che si sfascia, lui non accettava la separazione voluta dalla moglie e, soprattutto, paventava che lei gli portasse via il figlio, che volesse ritornare in Romania, che lui non lo potesse più vedere!

Chissà se è davvero così, ma non lo si saprà mai!

Non molto distante un altro uomo massacra la moglie, a bastonate, pugni e calci.

Lei muore, lui non riesce a suicidarsi, ha risparmiato il figlio, ma che vita gli ha preparato?

Un padre in galera per averlo privato della madre, per averla massacrata, per avergli tolto tutto.

Due giorni dopo un altro massacro.

Un uomo uccide la moglie, poi abbraccia il figlio e si getta con lui nel vuoto.

Ed è ancora in prima pagina l’assassinio brutale del piccolo Loris.

Non ne avevo parlato prima, volutamente, perché c’era poco da dire, se non costernazione, cordoglio e pietà per quella povera piccola vittima, per l’assassinio efferato di un bimbo di 8 anni.

Ma non solo, insieme al dolore per una vita spezzata, c’era la deplorazione per quel bailamme mediatico, per quelle ripetute interviste senza senso, per l’invasione di curiosi, giornalisti e fotografi della piccola città alla sola ricerca dello scoop, con lo scopo di soddisfare la curiosa morbosità di quelli che si crogiolano nel dolore degli altri.

Quelle interviste ripetute e con le stesse scontate risposte, dietro le quali c’era il nulla assoluto mi sembravano l’ennesimo oltraggio a quella povera, piccola vittima.

Ora è diverso, ora c’è un’ indagata, no una accusata: la mamma.

Quella stessa che, con il viso pallidissimo, gli occhi chiusi, il capo abbandonato, doveva essere sorretta dal marito e da un’ altra persona, perché non si reggeva in piedi, anzi, pur sorretta, riusciva a malapena a deambulare, ma con molta, molta difficoltà.

Quella stessa che non ha detto la verità sui suoi movimenti di quella giornata, che aveva affermato di aver accompagnato il figlio a scuola e di non essere mai, mai transitata nei pressi di quel canalone dove era stato ritrovato il figlio e solo dopo che le hanno mostrato le immagini riprese dalle telecamere ha raccontato una verità tutt’altro che credibile.

omicidi in famiglia

Continua ad asserire di aver accompagnato il suo figlio a scuola, ma dopo alcune negazioni si è ricordata di essere transitata per quella strada, ma solo per gettare la spazzatura.

Ora l’hanno incriminata, chissà se il gip confermerà l’accusa o se negherà l’ arresto e le indagini dovranno proseguire da capo.

Comunque un’ altra madre potrebbe aver ucciso suo figlio, uno dei suoi figli, poiché c’è un altro bimbo piccolo che sta vivendo una tragedia immane.

Non è tanto piccolo da non capire che sta vivendo una tragedia, gli mancherà certamente la mamma, il fratellino e anche le tenerezze del papà che in questo momento sarà talmente sconvolto da non essere in se.

Già si sprecano i pareri degli psichiatri e degli psicologi che si affrettano a spiegare come una madre può addirittura odiare il proprio figlio, già da quando era nel suo grembo e che si evidenzia nella depressione post-partum e non solo.

Ne sviscerano il passato, ricercano eventuali situazioni tragiche e dolorose che ne possono aver segnato il cammino e cercano appigli, fatti certi o presunti ai quali poter addebitare l’eventuale assassinio, e ne parlano, sproloquiano in tv, comunicano i loro dotti pareri, i loro dubbi, le loro certezze, cercano il loro quarto d’ora di notorietà.

Ma le tragedie famigliari continuano, è di ieri la notizia di un caso a Rapallo e di oggi quella di una mamma che, allontanatasi con il figlioletto di 10 mesi per andare a fare un bagno in mare è ritornata sola, senza una spiegazione!

Ma che succede nelle famiglie? Cosa succede ad uomini e donne?

Una tristezza infinita, una pietà dolorosa, ma come cambiare le cose?

Ci si sente impotenti e lo siamo, purtroppo.

Non per noi, ma per i nostri figli e nipoti.

Nonna Lì

 

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