Ultima modifica 19 Dicembre 2015

Concepito prima; si dice soprattutto di idee o giudizî formulati in modo irrazionale, sulla base di prevenzioni, di convinzioni ideologiche, di sentimenti istintivi, spesso per partito preso e senza una esperienza personale;
Convincimento, idea, opinione privi di giustificazioni razionali o non suffragati da conoscenze ed esperienze dirette.

Parto dalla definizione che il vocabolario da, per analizzare un argomento che mi tocca molto da vicino, che da vari anni è costantemente presente nella mia vita di tutti giorni, una situazione che costantemente i miei figli, come quasi tutti i bambini adottivi, vivono sulla loro pelle in ogni ambiente che frequentano soprattutto a scuola. Il preconcetto nei loro confronti è fortissimo, vengono costantemente giudicati in base alle esperienze di vita negative che hanno vissuto prima di essere adottati da noi. Per la maggioranza della gente “normale”, il fatto che siano adottati, fa di loro bambini “cattivi”, bambini aggressivi, litigiosi, prepotenti, bugiardi e sempre pronti alla rissa. Poco importa come essi siano realmente, poco importa se il loro modo di essere sia pressoché simile a quello di tutti gli altri bambini, questo è il pensiero preponderante delle persone che non vivono in maniera diretta una situazione adottiva. In tutti, siano essi altri genitori, insegnanti o operatori del settore.

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Oggi più che mai ho toccato con mano questa situazione, l’ho vissuta sulla mia pelle e vi assicuro che fa veramente tanto male vedere come qualsiasi cosa accada di negativo intorno ai miei figli, essi ne vengano ritenuti se non responsabili, almeno corresponsabili anche se magari non c’entrano nulla o quasi. È da quasi tutto il ciclo scolastico, perché di scuola ancora una volta si parla, che i miei figli vengono additati come i casinari, quelli che provocano o reagiscono ad ogni più piccola provocazione, quelli che se c’è confusione sicuramente o sono stati loro a crearla o ci sono nel mezzo.

Ad ogni situazione problematica che si presenta a scuola, o in giro, c’è sempre qualcuno pronto a telefonarmi o a riferirmi di come si sarebbero comportati i miei ragazzi. Nell’ordine quest’anno i vari episodi accaduti a scuola: mio figlio bisticcia con un compagno, volano parole grosse e prese in giro reciproche su argomenti sui quali bisognerebbe non infierire (ma si sa, i ragazzini spesso fra di loro non sono propriamente gentili), intervengono i professori e la dirigente, mi figlio, e solo mio figlio, finisce in presidenza con romanzina e minaccia di sospensione, l’altro ragazzino che ha tenuto lo stesso comportamento invece fa la parte del “poverino”; mio figlio viene aggredito da uno più grande, io sto zitta ed incasso….però mi viene detto che “eh sai però, anche lui si va a confondere con quelli più grandi di lui, magari farebbe meglio a non frequentarli” ok anche questa volta è colpa sua, uno dei compagni di classe viene bullato da ragazzini incappucciati, il primo ad essere messo sotto accusa da compagni, professori e genitori è mio figlio, poco importa se poi si scopre che lui era da tutt’altra parte, sparisce lo zaino di un bambino durante l’ora di ginnastica, la colpa è sempre di mio figlio…non importa se nessuno ha visto, l’insegnante va a colpo sicuro su di lui, lo sgrida e lo trattiene in palestra per “dargli la lezione che merita”; non importa se il giorno dopo si scopre il vero responsabile, a mio figlio nessuno chiede scusa per la sgridata immeritata.

Sparisce l’agendina personale di una docente, siccome lo ha appena sgridato perché faceva casino, lui viene ritenuto responsabile ed accusato niente meno di furto. Anche questa volta non importa se l’agenda in questione è stata ritrovata nella cartellina di un’altra ragazzina, impossibile dare la responsabilità ad una femmina e per giunta una tanto tranquilla…ma al mio si può dare del ladro gratis!
Una compagna insulta regolarmente mio figlio con parole non esattamente gentili riguardo al suo colore ma la prima volta che mio figlio reagisce ecco che vengo prontamente chiamata e cazziata dalle maestre.

Insomma, ve ne potrei raccontare ancora ed ancora di situazioni avvenute in questo lunghissimo, almeno per me, anno scolastico. Vi racconto solo l’ultimo, quello che mi ha amareggiato oggi. Sto facendo un gruppo di parenting  proprio al fine di migliorare la mia efficacia come genitore di due bambini che possono presentare delle fragilità in virtù della loro storia, gruppo proposto dal servizio per l’infanzia che segue i miei figli e casualmente, le due professioniste che lo conducono, sono proprio le terapeute dei miei figli.

Oggi, al momento di iniziare, c’è stato uno scambio di racconti su come vada in questo periodo ed io dico che sono contenta che la scuola finalmente finisca perché mai come quest’anno ho anelato la fine delle lezioni neanche quando andavo a scuola io stessa.
Gli altri genitori del gruppo mi chiedono come mai quest’anno sia stato per me così faticoso ed io spiego che il passaggio tra primaria e secondaria del grande è stato particolarmente faticoso sia per lui che per me, che la scuola spesso è poco accogliente e di quanto sia impregnato di preconcetti riguardo ai ragazzini che hanno storie particolari alle spalle (in fondo mi capiscono, anche loro hanno figli con alcune difficoltà) e di quanto l’abitare in un piccolo paese sia penalizzante visto che si sa tutto di tutti.

A quel punto interviene una delle due operatrici che mi dice che in effetti è proprio così e che giusto la mattina è venuta a sapere di un brutto episodio che si è svolto alla scuola secondaria ad una bambina che lei segue e che, guarda caso, pare ci sia in mezzo anche mio figlio. Da lì parte tutta una spiegazione su cosa dovrei fare e cosa dovrei dire a mio figlio affinché non abbia questi comportamenti.
Ascolto la filippica e ingoio la figura di m… e le domando perché la versione di questa ragazzina, problematica quanto mio figlio, sia per lei così veritiera da renderla così sicura che la situazione sia veramente andata così.
Comunque incasso con eleganza, continuiamo per tutta l’ora la nostra seduta mentre nella mia testa si accavallano i vari e possibili scenari. Torno a casa e chiedo a mio figlio cosa sia successo a scuola il giorno prima e vengo a conoscenza di una situazione del tutto diversa, dove il coinvolgimento di mio figlio è marginale, scopro che in ogni caso tutto è già stato chiarito in presenza della mamma della ragazzina coinvolta.

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Ora, ci passerò sopra per l’ennesima volta perché non voglio che i miei figli pensino che ogni volta che discutono o litigano con qualche compagno di scuola la cosa non possa essere risolta chiarendo con una aperta discussione sulla situazione vissuta però vi assicuro che il magone che ho è grandissimo perché se il preconcetto sui miei figli, che sono delle teppe al pari di tanti altri ragazzini di oggi, viene addirittura dai professionisti del settore come posso io, genitore adottivo singolo, pensare di far cambiare mentalità alla gente “normale”, passatemi ancora una volta il termine, far capire loro che non è giusto e non è così scontato che sia sempre colpa dei miei figli solo perché sono più vivaci di altri?

Parlo, parlo, cerco di sensibilizzare ogni persona con cui mi approccio affinché i preconcetti vengano finalmente eliminati ma mi sembra di combattere contro i mulini a vento. Ecco, oggi sento tutto lo sconforto che devono provare i miei figli ogni volta che vengono accusati ingiustamente di qualcosa e mi viene da piangere. Ma perdonate il mio sfogo….oggi sono poco “occhio distaccato” sul mondo adottivo e molto “mamma coinvolta

Elisabetta Dal Piaz

Riminese trapiantata per amore in Umbria da ormai 18 anni. Ex dietista e mamma attempata, di due fantastici figli del cuore che arrivano dal Brasile. Ma il tempo passa e i figli crescono (e non sia mai avere mamma sempre fra i piedi) ho ripreso a studiare e sono diventata Mediatore familiare, civile e commerciale. E a breve...mediatore penale.

3 COMMENTS

  1. Cara Elisabetta, pur non vivendo direttamente questa esperienza, ti capisco e mi dispiace molto per tutta la tua famiglia: penso che tu faccia bene a lottare “sempre” contro i mulini a vento del pregiudizio, perchè i tuoi figli da questo traggono sicuramente un insegnamento positivo, ma mi domando : il “padre adottivo” in tutto questo dov’ è ? come molti sapranno, il grande neuropsichiatra Bollea, sosteneva che la scuola “deve essere affare del padre” perchè la madre percepisce come offesa personale ogni critica fatta al figlio . . è possibile che, ancora oggi, i padri si defilino in ogni situazione? io frequento gruppi on line perché non ho tempo per incontri e ti posso dire che i padri adottivi sono, per la maggior parte dei casi, molto presenti .. forse anche per lottare contro i pregiudizi scolastici ci sarebbe bisogno di un padre che facesse “la voce grossa” .. lo so che non è giusto ma, se necessario, ben venga no?
    la scuola di mia figlia è parecchio severa e anche io sono contenta che la seconda media sia finita: non le hanno mai regalato niente ma, da quello che vedo, non ci sono pregiudizi nei confronti dei ragazzini di colore che frequentano . . certo si tratta spesso di ragazzi figli biologici di coppie formate da un genitore italiano e da uno straniero .. forse in Itala il pregiudizio è ancora contro lo “straniero”.

  2. Mio marito è sempre presente ma sicuramente non è tipo da fare voce grossa ,ed io fin troppo veloce nel reazioni. Sono mamma di cuore ma donna di pancia quando si tratta dei miei figli. Mio marito è più meditativo e molto più diplomatico perché lui in ogni caso è “del paese” e conosce i suoi polli, capisce probabilmente che non c’è nulla da fare contro la mentalità da paese.

  3. Buongiorno
    Queste parole potrei averle scritte io (non così bene ),è stato l’anno più difficile sia scolastico e sociale ,
    Lei Elisabetta è una donna e mamma migliore di me ..io invece l’altro giorno non sono riuscita a “incassare ” è venuta fuori la mia ferocia ….sarà perché ero molto provata per una serie di tour ospedalieri tra me e mio marito ..il suo intervento d’urgenza ,i 140 km giornalieri sotto un’afa …l’insonnia e mio figlio che in tutto questo trambusto era più agitato e in cerca d’attenzioni …
    Non voglio giustificarmi sto solo cercando di analizzare il perché di questa mia cattiveria …che spaventa anche me ….però ho ceduto alla rabbia ,alla frustrazione ,al sentirsi sempre additati a giustificare e soprattutto all’inadeguatezza che anche persone amiche ti fanno continuamente notare …ti senti sola contro tutto e tutti e cerchi di guardare i tuoi errori e li vedi …ed è anche questo che ti deferisce ..un abbraccio virtuale

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