Ultima modifica 21 Aprile 2021

Mamme, come sono andate le vacanze? E il primo giorno di scuola? Ho approfittato di questo periodo di silenzio per pensare a cosa raccontarvi, e mi è venuto in mente che, negli altri articoli, ho parlato molto poco di bisessualità.

È vero, ho parlato poco di tutto – in fondo questa rubrica è ancora all’inizio (e aspetto le vostre domande): ma di bisessualità si parla molto poco in generale, o se ne parla nel modo sbagliato.
Se fossimo a scuola, o a berci un caffè insieme, vi chiederei cosa ne sapete: quali sono le vostre idee sulla bisessualità. Forse vi verrà in mente Sharon Stone in Basic Instinct, e difficilmente avrete in mente persone o personaggi famosi che siano bisessuali. In fondo ci viene da pensare che se una donna sta con un’altra donna sia lesbica, e se sta con un uomo sia etero. È naturale, la nostra mente funziona così e tende a vedere le cose in bianco o in nero, a suddividerle e categorizzarle in modo binario.

Proviamo a rifletterci un attimo, però: se ragioniamo restando nel campo delle relazioni monogame, sarebbe come dire che se tu che sei etero stai con tuo marito o il tuo compagno e basta, non sei abbastanza etero. E invece, grazie al cielo, gli occhi sono fatti per guardare, e possiamo tranquillamente amare marito o compagno in questione e pensare che, va be’, per Ryan Gosling potremmo anche fare un’eccezione.

Questo fenomeno si chiama “bisexual erasure” – come a dire che le persone bisessuali vengono, in qualche modo, cancellate. Va be’, che problemi, potreste pensare: che importanza può avere un’etichetta? Eppure un’importanza ce l’ha, almeno per alcune persone che vorrebbero potersi definire in base al fatto che sì, stanno con una persona ma possono provare attrazione anche per persone di genere diverso, e magari l’eccezione la farebbero per Natalie Portman. O vorrebbero poter raccontare delle altre relazioni importanti che hanno avuto nella vita senza che chi le ascolta pensi che valgano un po’ meno.

Perché un’altro problema che complica la vita delle persone bisessuali è il fatto che siamo pieni di pregiudizi nei confronti della bisessualità.

C’è chi pensa che la bisessualità sia una fase, un modo per fare esperimenti, magari prima di riuscire ad ammettere a se stessi di essere omosessuali. E invece la bisessualità è un orientamento sessuale come gli altri: in fondo, quando ci innamoriamo, non ci innamoriamo mica di quello che le persone hanno nelle mutande, no?

C’è chi pensa che la bisessualità sia sinonimo di promiscuità, che le persone bisessuali siano per forza infedeli, che abbiano il doppio delle possibilità rispetto agli altri. E invece purtroppo lo sappiamo benissimo, che per essere infedeli basta essere stronzi (si possono dire le parolacce, qui?).

C’è chi pensa che la bisessualità sia una cosa cinquanta e cinquanta (e torniamo alle categorizzazioni di cui sopra), e che le persone bisessuali si innamorino/siano attratte fisicamente e mentalmente in ugual modo da uomini e donne (e da tutto quello che sta in mezzo: abbiamo già visto che, anche quando si parla di identità di genere, le cose non sono in bianco e nero. Non è mica un caso che il simbolo della comunità LGBT sia la bandiera arcobaleno!). E invece tutte queste dimensioni possono avere un’importanza diversa.

E sì, si scrive bisessuale ma non lasciatevi trarre in inganno da quel bi: perché essere bisessuali significa apprezzare il rosa e l’azzurro, ma anche tutte le sfumature nel mezzo.

bandiera-bisessualità

Prima di salutarvi, ecco Francesca e Silvia, che stanno facendo davvero tantissimo per fare in modo che le cose cambino e che questi stereotipi e pregiudizi smettano di esistere. Potete leggerle anche sul loro sito: BProud.it

Psicologa e traduttrice. Coordino il progetto Le cose cambiano, rivolto agli adolescenti LGBT e collaboro con Diversity, l'associazione di Francesca Vecchioni. Co-mamma del Progetto Prisma e di #unamicoinpiù.

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