Ultima modifica 18 Novembre 2021

Parliamo ancora di coronavirus e contagio? Si, finchè sarà necessario anche noi ne parleremo. E oggi vorremmo dare qualche numero!

Coronavirus e contagio. Quando la malattia si arresterà

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Okay, grazie a Barbara D’Urso abbiamo imparato a lavarci le mani.

Adesso andiamo al livello pro. Dobbiamo imparare anche una regola matematica semplice, che però ci può convincere a smettere di aumentare la psicosi lasciando alta la guardia in caso di contagio.

Bisogna sapere infatti che i numeri nelle epidemie sono importanti più delle parole.
Importantissimo è un numeretto che sta nella sillaba R0 (erre con zero).

R0 è un modello matematico che indica il numero di persone in media che ogni individuo affetto da virus può contagiare.

Per il coronavirus l’R0 è 2.5. e significa che ogni individuo contagiato a sua volta può contagiarne più di due.

A sua volta, se questo tizio va in giro e ne contagia 2 o più, questi, se non restano a casa, ne contageranno 5, e questi 5 altri 10, e poi 25, e poi 50 e così via.

Certo, ci sono altri virus che sono molto più pericolosi, come ad esempio il morbillo, che ha un R0 15. Ma il fatto è proprio questo: nessuno col morbillo andrebbe in giro a infettare 15 persone alla volta!!

Come diceva Burioni qualche giorno fa, in un momento in cui la malattia non ha cure, l’unico modo per evitare la diffusione è l’isolamento.

Burioni lo diceva a parole, e anche i numeri gli danno ragione.

Se un individuo contagiato invece di andare in giro sta a casa per il tempo (7 giorni ci dicono le statistiche, ma prolungare un po’ di più ci da maggiore certezza) in cui può infettare altre persone, questo R0 diminuisce.

Nel momento in cui l’R0 scende al di sotto dell’1 vuol dire che l’epidemia si esaurisce da sola.

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Se infatti ogni persona contagiasse ad esempio meno di una altra persona a testa, la percentuale di contagiati si abbasserebbe fino a zero.

Ecco perché nelle zone del contagio è necessaria questa quarantena rigorosa.

Eliminare gli assembramenti in scuole e locali pubblici serve a questo. Trasformare R0-2.5 in R0-0.8 e anche meno.

In Cina sembra stia accadendo tutto ciò. Ma noi italiani non dobbiamo abbassare la guardia.

In Cina il picco è passato grazie soprattutto alle misure super restrittive che il governo ha attuato. Vi ricordate i messi del governo con le tute da astronauti che andavano nelle case a prelevare con forza i cittadini? Ecco, diciamo che quell’intervento coatto è servito a isolare il virus.

Quando invece esiste un vaccino, quello che hanno fatto gli omini cinesi lo fa il vaccino. Si chiama immunità di gregge, per buona pace dei no-vax (che però adesso il vaccino contro il covid-19 lo vorrebbero eccome!).

Purtroppo noi però non abbiamo vaccini, non abbiamo ancora molte informazioni e dunque siamo tutti potenzialmente suscettibili di contagio.

Molti dicono “è un po’ più di un raffreddore”. Sarà, ma è però vero che la matematica anche qui smentisce questa frase.

Il problema del contagio del coronavirus sta anche nel numero di posti letto negli ospedali per chi realmente avrebbe bisogno di essere ricoverato.

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Per fare un esempio, leggevo qualche giorno fa che in Sicilia ci sono solo 52 posti letto per malati infettivi. Il 53simo dunque lo dovremmo impacchettare bene e spedire chissà dove.

C’è ancora un’altra cosa da ribadire sul contagio. Ed è che, siccome le persone contagiate, magari a volte anche in maniera inconsapevole, vanno in giro in lungo e in largo, prendono aerei, treni, bus, vanno al cinema, a scuola al lavoro, la “mappa” del contagio potrebbe essere enorme.

Come facciamo ad andare a ritroso una volta che abbiamo qualche caso di contagio?

Dovremmo mappare gli spostamenti, rintracciare ogni contatto dei contagiati, insomma un lavoro di intelligence che nessuno stato sui può permettere.

D’altronde la lezione della Cina l’avremmo dovuta imparare. L’ articolo del Corriere della Sera dal quale abbiamo attinto per scrivere tutto questo riporta questa conclusione.

Vi pare che il grande drago che è la Cina abbia voluto isolarsi e perdere terreno anche nell’economia globale per qualche starnuto dei cittadini di Wuhan?

Credo proprio di no.
E allora al momento abbiamo un unico alleato contro il coronavirus.

Il senso civico. Invece di pagare le mascherine centinaia di euro e sottrarle a chi ne ha davvero bisogno, facciamo esattamente quello che ci viene detto e nessuno si farà male.

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