Cucchi, esiste la giustizia in Italia?

Ultima modifica 20 Aprile 2015

Si giustizia con la lettera minuscola, perché da noi esiste?

C’è qualcosa, qualsiasi cosa che ce lo faccia capire, che ce lo faccia sperare?

giustizia

Due sole lettere bastano : no.

La vita di tutti i giorni ce lo dimostra, ce lo fa toccare con mano: ricchi che diventano straricchi alle spalle di tanti, poveri che diventano più poveri, piccole e grandi vessazioni, regole che valgono solo per alcuni, deboli non protetti e forti che godono di grandi protezioni,,,,,,,,,,,,,,,,,, insomma lo stato di diritto è una definizione di fantasia.

Ma oltre questo c’è ben altro.

C’è la giustizia, quella che si amministra nelle grandiose sale dei tribunali nostrani, quella dispensata da giudici togati, quella che ha bisogno di almeno 3 gradi di giudizio per diventare definitiva, quella affidata ad una Magistratura che, proclamata libera ed indipendente, dalla nostra Costituzione mette in pratica uguaglianze, ex-catedra proclama sentenze che DEVONO essere, se non proprio accettate, sicuramente rispettate, ma, in nome di un errato concetto di indipendenza, si rifiuta di rispondere dei propri errori.

Ma possono essere rispettate tutte le sentenze, anche quelle che si contraddicono, rovesciando il disposto delle precedenti?

Giusto affermano, dall’alto della loro importanza gli addetti ai lavori, è per questo che, su richiesta, esistono i tre gradi di giudizio!

Ma in base a che cosa, a quali prove, a quali convinzioni i giudizi sono spesso rovesciati?

Si badi bene non davanti a nuove prove, a nuovi indizi, ma solo e semplicemente dandone diverse interpretazioni, ma allora?

Come ci possiamo fidare di una magistratura che lascia passare il tempo senza arrivare ad un giudizio finale sapendo così di dover poi assolvere un reo per decorrenza di termini?

Per non parlare di esempi del passato, anche recente, è proprio di ieri la notizia che il già on.le Scajola non è stato sottoposto a processo perché il reato è caduto in prescrizione.

Eppure era un reato ben noto al ‘grande pubblico’, un reato per il quale il suddetto on.le era stato sbeffeggiato a destra e a manca per quelle sue, a dir poco, incaute parole: a mia insaputa, come se qualcuno, se non il più sprovveduto dei senza dimora, potesse soltanto pensare che un’ appartamento di quella metrature, di quell’importanza, situato in quella parte della città eterna, vista Colosseo, potesse essere acquistato per la modica somma di 600.000 euro!

Ma, forse, a quei giudici pareva preferibile non emettere sentenze?

Pareva, forse, preferibile far decorrere i termini per poterlo dichiarare prescritto?

Questa è la nostra giustizia?

Ma c’è di peggio, perché in fin dei conti li si trattava solo di soldi, si trattava, forse, di un tentativo di corruzione anche se questa non è stata accertata ne si hanno notizie di avvenute indagini.

Ma dicevo c’è di peggio.

Un giovane era stato arrrestato perché in possesso di droga, in quantità superiore a quella ammessa per uso personale, è un reato grave, un’ accusa di spaccio, ma lui non aveva armi, si sarà ribellato, ma le forze dell’ordine erano numerose, sarà stato già stato picchiato in quel frangente?

Sembra di no, a detta del padre era entrato in carcere integro.

Comunque è stato arrestato e tradotto in carcere, qualunque sua giustificazione, qualunque sua protesta, qualunque sua richiesta non è stata accolta e lui ha iniziato a non mangiare ne bere, nessuno lo ha curato, nessuno se ne è preoccupato.

Doveva essere interrogato, ma …………..non ha potuto.

Tutti abbiamo visto la sua immagine in TV e sui giornali, steso sul lettino dell’obitorio, il volto pesto e tumefatto, un corpo devastato dalle botte, calci, pugni e quant’altro che qualcuno gli aveva inflitto e nessuno curato.

Certo qualcuno aveva partecipato, aveva visto, ma nessuno era intervenuto ne per fermare il pestaggio ne per curarlo in maniera conveniente e, alla fine è morto.

Il fatto è avvenuto 5 anni fa e dopo un processo di primo grado che aveva mandato assolti i tre poliziotti presenti nella cella dove era rinchiuso l’indagato, l’appello ha assolto tutti, medici compresi.

Quegli stessi medici per i quali le assicurazioni, dagli stessi pagate, hanno già provveduto a risarcire il danno, se danno lo possiamo chiamare.

Per il nostro sistema giudiziario non esistevano, non esistono prove, non esiste la certezza di chi abbia commesso il reato, posto che sicuramente un reato c’è stato, che Cucchi è stato percosso e non curato, in presenza di quei poliziotti, di quei medici e, ovviamente, quelle persone sono o partecipi o conniventi e, in quest’ultimo caso, sono anche omertosi.

Questo è quanto.

Quindi si può ancora parlare di giustizia? Può ancora essere esposta nei tribunali quella statua con i piatti della bilancia in bilico?

Può ancora essere esposto il motto: la giustizia è uguale per tutti?

GIUSTIZIA

Pensate a quel giovane che ha inflitto 19 coltellate alla sua ex e, poiché, fortunatamente per lei, non è morta a lui sono stati concessi i domiciliari.

Pensate a quel mafioso, condannato a 14 anni che dichiarando di essere incompatibile col regime carcerario ha ottenuto di scontare (?) la pena in un più comodo istituto di assistenza.

Pensate a quel mafioso, che, scontando la pena ai domiciliari in una sua villa fuori porta, continuava la sua attività, ricevendo in casa imprenditori, funzionari pubblici e quanti altri estorcendo denaro, esigendo pizzi, procurando e ottenendo appalti per i suoi compagni.

E potrei continuare all’infinito.

E ‘ giustizia questa?

Ritorno all’incipit. esiste la giustizia in Italia?

Nonna Li

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