Ultima modifica 20 Agosto 2015

La terra inizia a consumare le riserve, quelle riserve accumulate in anni, secoli e millenni e preservate dai nostri avi.

La ‘quota interessi’ afferente all’anno in corso di foreste, acqua, fauna e terreni è terminata il 13 e dal 14 di questo mese di agosto si è cominciato ad intaccare la quota capitale.

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Pochi ne hanno parlato, come se fosse un problema marginale, il che non è, perché il nostro globo, la terra su cui viviamo non è infinita, e noi ci stiamo mangiando, sempre più velocemente la parte destinata alla sopravvivenza dei nostri figli e nipoti. Ma non ce ne preoccupiamo, anzi, continuiamo indifferentemente a depauperare di risorse questo nostro povero pianeta.

Nel 1070 è suonato il campanello d’allarme, aveva un suono flebile, leggero, insomma si trattava di soli pochi giorni, infatti la quota annua si era, per la prima volta, esaurita prima della fine dell’anno solare era il 23 dicembre!

E allora non c’era da preoccuparsi!

Ma, da allora, in meno di 50 anni abbiamo continuato, senza alcun criterio, a sperperare quello che la natura ci aveva regalato e la quota interessi, quest’anno, si è esaurita il 13 agosto!.

Questo se parliamo dell’ intero globo terracqueo perché se ci riferiamo all’Italia il discorso cambia in peggio, purtroppo. Ci siamo mangiati la nostra quota parte in soli 3 mesi, infatti è dal 6 aprile che stiamo intaccando, senza problemi, il nostro territorio, la nostra parte di ambiente, quello dei nostri discendenti che, a parole, diciamo di amare più di noi stessi.

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A parole perché nei fatti non ci peritiamo di distruggere quello che ci circonda, utilizzando risorse non nostre, dilapidando, sprecando, consumando, consumando, consumando, in una sorta di delirio, badando all’oggi o, al massimo, al vicino domani.

Dopodomani? È lontano e…qualche santo provvederà, qualcun altro se ne farà carico, se sarà necessario……perché ascoltare le voci di chi ci ammonisce, di chi ci richiama alla consapevolezza, alla realtà?

Sono solo uccelli di malaugurio, qualcuno li chiama gufi, ma……

Dal 14 agosto stiamo consumando quello che non produciamo, quello che si coltivava, cacciava, pescava durante l’arco dell’anno, ora non più!

I prodotti si esauriscono sempre più in fretta e così disboschiamo terre, depauperiamo i mari, creiamo sempre più spazzatura, costruiamo case inutili invece di restaurare quelle già esistenti, cementifichiamo terreni e litorali.

Sapete dove sorge l’Expò, sino a pochi anni fa era piena campagna, terreno fertile, necessario, ora si sta discutendo di come utilizzare quei terreni sottratti alla produzione con altri edifici, altro cemento.

E pensare che l’ expo è stata pensata per il cibo, per dar da mangiare ai popoli!

Un tempo non si consumava l’intera produzione, anzi si realizzavano scorte, si incrementava il capitale, poi il mondo è impazzito, si è esaltato, ha dimenticato e sacrificato tutto al dio denaro, al dio consumo.
Abbiamo inventato l’usa e getta, la comodità davanti a tutto e abbiamo smesso di pensare, di ragionare.
Abbiamo avuto allarmi, ma non li abbiamo recepiti.

Alluvioni?

È colpa del tempo impazzito, non nostra, non di noi che abbiamo devastato il territorio, incubando fiumi, costruendo sugli argini, sui crinali dei monti, non rispettando il terreno, costruendo strade asfaltate la dove il terreno era uso a filtrare l’acqua, elevando muri di cemento la dove c’erano muretti a secco…

E potrei continuare all’infinito.

Siamo solo capaci di piangere, di disperarci davanti alle catastrofi, ma senza far nulla per porvi realmente rimedio.
Spaliamo il fango, ricostruiamo le case, gli argini la dov’erano perché è più semplice, meno costoso……e alla prima pioggia, al primo temporale punto e daccapo.

Ma a noi che importa?
Tanto il mondo reggerà ancora per molto, ci illudiamo… senza pensare… senza cercare rimedi.

C’è forse una razza più stupida e incosciente di quella umana?

Nonna lì

Sono una giovane ragazza dai capelli bianchi, un vulcano di curiosità con una voglia irrefrenabile di sorseggiare la vita, una fantasiosa e interessante signora piena di voglia di fare, dire, raccontare, condividere.

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