Ultima modifica 14 Ottobre 2019

“Trovo che la televisione sia molto educativa.
Ogni volta che qualcuno l’accende, vado in un’altra stanza a leggere un libro…”

(Groucho Marx)

Iniziamo così questo articolo, dopo esserci subiti circa due ore della trasmissione della De Filippi, “Uomini e Donne”, in onda in fascia pomeridiana su canale 5.

Il programma di intrattenimento nato nel 1996 come talk show si è in realtà trasformato, o meglio, malformato nel 2001.

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Ciò che viene definito come emotional show in realtà si presenta come una sfilata di personaggi appollaiati su una poltrona, a proposito, le gambe si tengono chiuse, e definiti Tronisti, con uno stuolo di corteggiatrici che attendono, come le bestie alla sagra di paese, di essere soppesate con gli occhi per poi essere scelte come eventuali compagne d’amore.

Pochi scambi di battute, e forse per questo ringraziamo perché il livello delle conversazioni e dei contenuti è davvero squallido, qualche uscita prontamente documentata dalla redazione, ed ecco che scoppia l’amore.

Ci mettiamo di più a scegliere il pezzo di carne da cucinare per cena ! Una sorta di consumismo dei sentimenti.

Due ore circa per scegliere un amore. Per poi però scoprire che non era quello giusto, tradirlo con un altro pretendente ed accendere la bagarre mediatica. Urli, strilli, scambi di cattiverie gratuite e superficiali date in pasto agli spettatori in una fascia d’orario non protetta.

La sceneggiatura poi, è ancora più penosa.

Donne ormai anche non più giovani, col viso impiastricato come bambole tristi, vestite di pailettes, quando ci va bene, oppure scosciate come le tredicenni nei giorni d’estate, ma loro possono permetterselo, goffe e grottesche a voler rivendicare la voglia di innamorarsi ancora.

Dunque. Qualcuno può spiegare alle gentili dame che l’amore o la passione o anche l’infatuazione non passa attraverso quello che abbiamo sotto alle gonne? Orsù, vista la vostra età avete vissuto gli anni ’70 della rivendicazione dei diritti civili delle donne, qualcosa avreste dovuto imparare.

45fdQual è l’utilità di questo contest? Fare incontrare anime gemelle?

Quindi perché rendere ridicola l’immagine delle donne, abbigliate con colori sgargianti come fagiane alla fiera, in attesa di essere scelte per abbellire l’aia della fattoria?
E non ci vengano a dire che siamo bigotti, perché per rifarsi una vita, diritto inviolabile e sacrosanto, non è necessario coprirsi di ridicolo imitando le ragazzine a cui invece va dato un esempio di moralità, valori e principi. Non c’è bisogno di violare la decenza.
Non è un talk show e non è una agenzia matrimoniale. E’ un mercato, un ring, uno scontro continuo tra personaggi maschili iniqui e donne volgari,  figuranti senza metà rinchiusi in un contenitore scaduto.

Non è proprio il periodo.
La televisione è un mezzo potentissimo, va usato con cautela.
La televisione ha aiutato il mondo ad unirsi in un continuo scambio di informazioni.
La televisione dovrebbe anche essere educativa, mentre qui, nel salotto della De Filippi, ritroviamo il peggio di quello che ci si può aspettare. Offensivo nei termini usati, nelle immagini trasmesse, di bassissimo se non nullo profilo morale.

Se esiste davvero un controllo sulle trasmissioni mandate in onda, ci appelliamo affinché “Uomini e Donne” venga se non altro spostato in una fascia serale, lontana dagli occhi dei nostri ragazzi.
Ma non finisce qui. Oltre al programma in onda in televisione, c’è il sito e la possibilità di twittare inviando messaggi ai partecipanti.

Provate ad andare a leggerli. Uno sproloquio inscenato sul nulla. E un concentrato di parolacce e attacchi variati e variopinti.

Non stiamo attraversando un momento facile dal punto di vista del rispetto dell’immagine della donna. E cosa ci ritroviamo nel pomeriggio? La solita, vecchia, distorta concezione della femmina presentata, anzi, sbattuta sullo schermo in veste di preda, Cenerentola vittima di se stessa in attesa del Principe Azzurro, o di puttana.

Sarebbe ora di finirla e svegliarci dal torpore, attivare le coscienze e appellarci all’Autorità Garante che ci tuteli e censuri un po’ di spazzatura.
Risparmiamo risorse e tempo e investiamolo in programmi che ci riportino a qualcosa di più aderente ai nostri bisogni reali, ad una modalità di intrattenimento e relax concreto e non virtuale.

Se tutto è concesso, tutto è lecito, non lamentiamoci del mondo senza moralità, della gioventù violenta o di episodi squalificanti che sono ormai all’ordine del giorno.

Signore di tutte le età, un consiglio: la classe, il garbo, la delicatezza, la sensibilità, l’istruzione e la cultura ci fanno belle.

E qualcuno diceva che il vedo non vedo è molto più intrigante. Imparate a rispettarvi di più. Solo così avrete successo. Ma quello vero.

Rimpiangiamo, se vogliamo rimanere in tema d’amore, Marta Flavi e la sua “Agenzia Matrimoniale” dove, se non altro, i toni pacati, le modalità di confronto e di incontro, le storie di vita vissuta lungamente analizzate, ci regalavano una sorta di soap opera italiana educata e piacevole.

Michela Cortesi

La redazione del magazine. Nato nel maggio 2013, da marzo 2015, testata registrata al tribunale di Milano. Mamme di idee rigorosamente diverse commentano le notizie dell'Italia e del mondo, non solo mammesche.

1 COMMENT

  1. “Panem et circenses”. Questa è la verità. Ci propinano programmi spazzatura per intontirci le facoltà di ragionare e così non ci accorgiamo del peggio che c’è sotto. Oppure la gente se ne accorge ma è troppo intorpidita per reagire.

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