I figli non sono delle madri

Ultima modifica 14 Ottobre 2019

 

Al termine delle vacanze di Natale i mass media si sono concentrati su una notizia abbastanza sconcertante.

La storia di Maurizio Rigamonti e del figlio di otto anni Leonardo, scomparsi per qualche giorno da Parma, dove la mamma, separata dal Rigamonti, aspettava il piccolo.

Più o meno tutti i titoli avevano lo stesso leit motiv: la mamma è cattiva e il padre lo rapisce.
Non è proprio così.

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Abbiamo atteso che il clamore mediatico si affievolisse ed il tempo ci lasciasse modo di approfondire e capire il dolore di un padre e il disagio di un figlio, ed ora, siamo pronti.

Siamo pronti ad affrontare un tema controverso e scottante, come quello della separazione tra due persone di nazionalità diversa e dell’affido dei figli.

Quando si è genitori in realtà si è madre e padre di tutti i bambini del mondo e l’interesse è sempre rivolto verso il benessere dei minori che troppo spesso soffrono di attriti ed egoismi imputabili ad adulti mai cresciuti o, forse, mal cresciuti.

La storia di Maurizio, o meglio il calvario, inizia quando la ex moglie americana, forse accortasi che l’Italia non era la favola da “Vacanze Romane” che aveva immaginato, decide di tornarsene a Los Angeles con il piccolo che al tempo aveva solo 4 anni.
Di famiglia molto benestante, la signora, che si vocifera per la bella Parma avesse un passato di dipendenze varie, decide consigliata dai famigliari, di non far più ritorno in Italia e comunica a Maurizio Rigamonti le sue volontà per telefono.

Assistita dai soldi, che, come in questo caso, sembrano non sempre fare la felicità, e da avvocati pronti a tutto pur di vincere, fa pervenire al marito una denuncia in cui lo si accusava di essere manesco, psicologicamente instabile ed addirittura di aver abusato sessualmente del figlio.
Dalla bella favola di “Vacanze Romane” passiamo direttamente ai crudi libri di John Grisham, abile scrittore di gialli giudiziari, dove avidi legali si battono senza remore né senso del pudore pur di ottenere, a torto o a ragione, la vittoria dei propri clienti.
Dall’oggi al domani, Maurizio Rigamonti, bellissimo ragazzo nato e cresciuto nella gioiosa Parma, si ritrova non solo senza moglie e figlio, ma anche accusato di uno dei crimini più inaccettabili, soprattutto per chi si dichiara innocente.

E questo è solo l’inizio, ma gli “americani” non lo sapevano.

Forse pensavano che il potere, le conoscenze, la difficoltà di difendersi in una lingua che non era la sua, avrebbero convinto ” il ragazzo di Parma”, senza troppe complicazioni, ad arrendersi e a lasciare che una condanna del genere gli togliesse la patria potestà e la possibilità di riavere il suo bambino.

Forse la madre pensava, che tanto, ma sì, i figli in fondo sono delle madri, li teniamo in grembo noi nove mesi, li partoriamo, li allattiamo, e quindi abbiamo il diritto, anzi ci arroghiamo il diritto di scegliere per loro. Strapparli ad una terra dove nascono, vietargli di parlare la lingua del padre, toglierli all’affetto dei nonni paterni italiani, snaturarne le radici.

Come se fossero una proprietà privata.

Ma Maurizio Rigamonti non ci sta. Si precipita a Los Angeles, si difende, vince per tre volte in tre gradi di giudizio ed ottiene l’affidamento congiunto.

Tre anni di viaggi, lotte, spese ingenti, sconforto, delusioni e tanta forza.
Ma la signora non molla. L’Italia è troppo tradizionalista e Parma è troppo “stretta” per chi è abituata alla vita di Los Angeles. Ed infatti… il bambino si dimostra sempre scostante con il padre e, piano piano, con pazienza e affetto, quando comincia a crescere e parlare, rivela al padre che lui vorrebbe stare più spesso con il papà, ma è costretto a parlarne male perché così vogliono gli avvocati. Così gli viene detto dalla mamma.
A questo punto la situazione, che già era complicata, comincia a diventare preoccupante per la stessa salute di Leonardo.
Maurizio Rigamonti chiede aiuto alle autorità italiane, ai servizi sociali, si appella alle autorità internazionali che dovrebbero tutelare le situazioni di genitori separati e le sottrazioni di minori.

Il nulla.

Alcuni addirittura rispondono che non vi sono fondi sufficienti per seguire tutti.
Ed eccoci  arrivati al 2014. A quei giorni del papà “mostro”  sbattuto in prima pagina insieme al suo video amatoriale in cui viene ripreso con Leonardo sorridente e accusatorio nei confronti della madre.
Maurizio Rigamonti in quei giorni non stava abusando del bambino, non sfidava una sentenza “ingiusta”, non voleva vendicarsi di una donna che tanto male gli aveva procurato.
Il suo era un grido di aiuto. Una richiesta di attenzione dovuta verso una situazione, che poi è quella di tanti altri padri abbandonati prima di tutto dallo Stato.
E non stava lottando solo per Leonardo.
In quei giorni ha raggiunto un altro padre e “lavorato” presso la sua fondazione per il recupero fondi in difesa di questo tipo di padri. Quelli che ci vogliono essere. Quelli che amano i propri figli forse più di se stessi.
Ora Maurizio è di nuovo nella sua Parma. Ha ottenuto che Leo e la madre rimanessero nella città e sta lavorando per ottenere giustizia per sé, tranquillità per Leonardo e, noi tutti speriamo adeguata assistenza, qualora dovesse essere funzionale, alla mamma.

Girando per Parma e navigando in rete, scopriamo, ma già lo sospettavamo, che questo padre è diventato un eroe ed un simbolo.
Nell’ultimo mese, oltre a lavorare, perché lui deve mantenersi e mantenere Leonardo, è impegnato nella creazione di un movimento di padri e madri nelle sue stesse condizioni, Together Forever, … e noi di Le Nuove Mamme siamo con lui.
Perché un domani tutti i Leonardo nel mondo possano essere fieri del proprio padre. Perché un domani tutti i Leonardo del mondo possano essere fieri di essere stati tutelati e “sentiti” con il cuore e con la responsabilità dei sentimenti, non solo “ascoltati” in un aula di tribunale.

Perché i figli non sono delle madri.

Michela Cortesi

6 COMMENTS

  1. Grazie, a nome di tutti quei padri, come mio figlio, che non chiedono altro che potersi occupare nel modo migliore dei propri figli e vengono puntualmente ostacolati dallo stato e dalla giustizia, che tutto fanno, tranne riconoscere il diritto del bambino ad avere comunque entrambi i genitori accanto a sé, anche se tra loro non c’è più un rapporto. Dovrebbero leggerlo tutte quelle madri che considerano i figli proprietà privata solo per averli portati in grembo 9 mesi. Essere madre è qualcosa di diverso, è amarli e riconoscerli come persone autonome, le cui esigenze non coincidono con le nostre; è dimenticarsi l’egoismo, le rivalse , le piccole squallide ripicche per permettere loro di crescere in modo equilibrato con l’amore, l’attenzione e i punti di vista di entrambi i genitori

  2. Brutta storia non c’è dubbio, ma questo tipo di situazione non è legata solamente a figli con genitori di paesi diversi. In Italia i figli sono delle madri, la mia esperienza di genitore molto coinvolto a scuola, mi ha permesso di verificare che in caso di separazione con figli il padre è quasi sempre molto danneggiato.
    A mio parere il problema sta nell’essere chiari: come padre sono il genitore di serie B? Ok, lo posso anche accettare, ma dev’essere dichiarato per legge, non posso accettare i doveri di un genitore e i diritti di un bancomat e sperare che l’ex moglie abbia buon senso, voglio essere tutelato anche da chi il buon senso non ce l’ha.
    Portare un uomo alla disperazione può essere molto pericoloso, se poi si tratta di umiliarlo costantemente il rischio si alza.
    Naturalmente non fa comodo parlare di questi argomenti, la maggior parte delle donne si guarda bene dal rinunciare a diritti acquisiti in una società diversa e vecchia, ma vuole anche tutti quelli della moderna concezione familiare, in due parole:

    Quello che è mio è mio e quello che è tuo è nostro!

    Ps: avevo promesso che non avrei mai più commentato argomenti come questo, scusatemi!
    Ps2: in bocca al lupo genitori di figli maschi!

  3. che dire? andato tutto come secondo i piani che fanno anche qui in italia, portando via i figli ai padri a chilometri di distanza, parlare male del padre e elogiare il nuovo compagno, facendo scomparire la figura paterna dandola ad uno sconosciuto. nel tuo caso come molti altri sei riuscito a far tornare Leo a casa, cosa che ancora molti altri non riescono ad ottenere, ti auguro che il tuo progetto vada avanti e possa liberare tutti quei bambini portati via contro la volontà del papà dalle loro madri malevoli…..un accorgimento soltanto, ho letto all’ultimo che c’è scritto (perchè i figli non sono delle madri) lo cambioerei scrivendo….perchè i figli sono delle mamme e dei papà. ciao maui un abbraccio.

  4. Quando in tv hai mostrato il tatuaggio con le date del “rapimento”, ho capito che il rapimento era stato un gesto simbolico di un genitore che per essere ascoltato e per far ascoltare quello che aveva da dire anche e soprattutto il figlio, ha dovuto “rapire il figlio” per porre l’attenzione sulla sua vicenda, sulla vicenda di tanti genitori, di figli, di bambini MAI ascoltati e di sofferenza … tanta sofferenza… I bambini vanno ascoltati e vanno amati

  5. Paradossalmente, l’errore della madre è stato rapire il figlio portandolo in USA, dove la giustizia è una cosa più seria e più rapida. Lo scandalo è che la magistratura italiana non abbia protetto il bambino dalla reiterazione della falsa accusa di pedofilia, neanche dopo che il bambino ha detto “mamma mi minaccia”, neanche alla luce del lungo elenco di clienti dell’avvocato della donna già allontanate dai figli dopo false accuse di pedofilia

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