Ultima modifica 8 Aprile 2021

Cosa succede quando tua figlia, quella bambina dolcissima che ti guarda con ammirazione, che hai cresciuto condividendo con lei i tuoi riferimenti, si trasforma in una teenager rapita dai social? E’ quello che racconta Michela Andreozzi in Genitori vs influencer, la divertente commedia per tutta la famiglia con Fabio Volo, Giulia De Lellis e Ginevra Francesconi.

Il fulcro del film è un tema senza tempo: la difficoltà dei genitori nel vedere crescere i figli, di accettare che diventino altro da sé. Andreozzi porta il conflitto generazionale nell’attualità, dove i social network pervadono tutti i momenti della vita degli adolescenti, “rapendoli” letteralmente.

Genitori vs influencer

Genitori vs influencer: la trama

Paolo è un padre vedovo che ha un rapporto simbiotico con la sua bambina, ed entra in crisi quando Simone (alla francese, come Simone de Bouvoir) diventa adolescente e manifesta il desiderio di diventare quello che per lui, professore di filosofia, è il male assoluto: influencer.

Paolo intraprende quindi una crociata contro questi personaggi, che considera venditori di fuffa senza qualità. Ma entrando in quel mondo ne viene rapito lui stesso. La fama raggiunta grazie a un video girato a tradimento da Simone e diventato virale, lo trasformerà infatti proprio in ciò che contestava, un influencer, o meglio l’anti_influencer. Paolo entra nei meccanismi dei like, delle condivisioni, diventa modello da seguire e ricercato dagli sponsor che lo sommergono di prodotti. Si rende conto quindi che può guadagnare soldi e cerca di sfruttare la situazione a fin di bene (evitare lo sfratto che destabilizzerebbe Simone).

Si dimostrerà però incapace di muoversi in quell’ambiente. Andrà in difficoltà sotto i colpi di uno shitstorm, non riuscirà a mettere limiti alla condivisione del suo privato, perdendo di vista quello che riteneva importante, il rapporto con Simone.

Genitori vs influencer

Da vedere perché

Genitori vs influencer è un film divertente, si sorride molto. E’ un film da vedere in famiglia per ridere e riflettere sulle dinamiche genitori figli nell’era di Internet.

I personaggi sono abbastanza credibili, come credibili sono le situazioni in cui genitori e adolescenti possono rispecchiarsi facilmente. Ginevra Francesconi, che interpreta Simone, è deliziosa e interpreta con freschezza il suo personaggio. Uno degli espedienti più divertenti è il “condominio”, una sorta di famiglia allargata che fa da contrappunto e dona brio e un punto di vista alternativo alla storia, grazie alla partecipazione di attori di razza come Paola Tiziana Cruciani, cattivissima e cinica, Nino Frassica, Paola Minaccioni.

Il film ha un buon ritmo iniziale e delle trovate divertenti, come quando Paolo ricorda i momenti teneri di Simone bambina. Ha un linguaggio quasi didascalico quando parla di questo mondo social, spesso incomprensibile agli adulti, fornendo quasi un manuale di istruzioni per l’uso.

Esilarante il cameo di Massimiliano Bruno, il preside della scuola privata frequentata da Simone e in cui Paolo insegna filosofia.

Qualcosa ci è piaciuto meno…

Il film ha dei buoni spunti e l’ambizione di far riflettere.
Introduce temi importanti, come gli haters, il cyberbullismo, la fluidità di genere. In realtà però, tutti questi temi sono trattati con superficialità, più che con leggerezza.
Non si capisce se per mancanza di volontà o perché non è riuscito il tentativo, l’ambizione rimane sulla carta, e tutti gli elementi che potevano portare a una cambio di passo nel finale, rimangono sbiaditi sullo sfondo, come un’occasione persa.

Inoltre, una caratteristica del film abbastanza fastidiosa è il product placement pervasivo. Non c’è elemento della scenografia, dall’abbigliamento dei protagonisti all’attrezzo per lavare i pavimenti, al resort dove si incontrano alle trasmissioni televisive che fanno da contorno alla storia, che non sia riconducibile a uno sponsor.
La regista in conferenza stampa lo ha giustificato come l’aderenza alla realtà del mondo che si sta raccontando, quello delle stories di Instagram dove tutti gli elementi sono cliccabili. Ma, in realtà si percepisce l’invadenza degli sponsor nell’arco di tutta la storia, e rimane una sensazione poco piacevole.

In conclusione

Genitori vs influencer, è un film divertente e leggero, adatto per una serata in famiglia per ridere insieme di tante situazioni familiari a molti.
Si deve prendere per quello che è: una commedia leggera senza ambizioni didascaliche, ma solo puro intrattenimento. Magari possiamo cogliere noi genitori l’occasione per approfondire meglio quei temi rimasti sullo sfondo.

Consigliato a partire dai 10/11 anni, con la presenza dei genitori.

Paola Infanti 51 anni, romana, una lavoro, un marito, una figlia, e poco tempo libero. Cintura nera di shopping. Amo l'arte, il cinema, i viaggi, il vino e il buon cibo.

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