I David di Donatello, i premi del cinema italiano

Ultima modifica 18 Giugno 2018

11401168_453798408129848_230048312609604321_nUn tappeto rosso per le nuove mamme di Roma, ehm no… è per le star del cinema italiano, quello dei David di Donatello, dove anche io ho potuto camminare stasera alla premiazione dei film migliori del cinema italiano.

Il Teatro Olimpico di Roma era il luogo dove il Gotha della pellicola si riuniva stasera per decretare i vincitori. Il parterre era gremito di attori e attrici bravissimi, non mancava nessuno, dal bellissimo e imbronciato Scamarcio, alla sua nubenda Valeria Golino, a Gassman e il suo volto volitivo, all’acclamatissimo Elio Germano, a Margherita Buy e a moltissimi altri volti quotidiani e non del cinema e della televisione.

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Lo spettacolo

Tullio Solenghi è l’autore e il mattatore della serata dei David di Donatello, con un umorismo pungente ma sempre misurato. Mi ha meravigliato la padronanza del palco e delle situazione d’emergenza come la mancata uscita della statuetta del David per il corto a “Belluscone, Una storia siciliana”, quando si è incollato il David poggiato sul palco e lo ha consegnato in sostituzione.

Non ero mai stata alla premiazione dei David e sicuramente ha tutta l’atmosfera magica di una serata di cinema, però rimane di fondo una sensazione di provincialismo quando per la presentazione del Miglior film straniero e del Miglior Film dell’Unione Europea, vinti rispettivamente da Birdman e La teoria del tutto, non viene mostrata neanche una clip, quasi si pensa che non abbiamo avuto i diritti. E i premi vengono ritirati dai direttori marketing delle case di produzione. Un attimo di malinconia, confesso, l’ho avuto.

Meno male che all’improvviso ho visto in prima fila un omone imponente conosciuto, anzi famosissimo, e l’urletto da fan è scattato “Quentin!” ovviamente Tarantino. Anche se si è presentato per la seconda statuetta per Django mentre per Pulp Fiction non si era appalesato.

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Le premiazioni sono state veloci e puntuali, sicuramente migliorabili i ringraziamenti… eddai siete candidati preparatevelo un discorso! Al terzo “non me lo aspettavo” Solenghi ha giustamente scherzato che “fate questo mestiere mica avete una merceria!”

Il momento più emozionante sicuramente rimane il ricordo di Virna Lisi e Francesco Rosi, mentre il più spettacolare Ennio Morricone che premia Tarantino e confessa che sta preparando la musica del suo prossimo film. Ecco che allora anche il David ha una statura internazionale!

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I vincitori

Prima di parlarvi del film che ha sbancato devo farvi una confessione… io non l’ho visto il film (anche se rimedierò immediatamente): Anime Nere, un racconto potente sulla cultura ancestrale calabrese, tre Paese, ha raccontato il regista Munzi si sono mossi all’unisono per sostenere questo film: Africo, Bianco e Criaco. Una regione raccontata con uno sguardo originale. Ha vinto come Miglior Film, Miglior Regista, Miglior Sceneggiatura e Miglior Produzione e molti altri premi.

A Nanni Moretti, arrivato all’ultimo minuto e al suo film “Mia Madre” cosi controverso le statuette per la miglior attrice, Margherita Buy, e per la miglior attrice non protagonista, Giulia Lazzarini, emozionata come una bambina, altro che madre.

Le maestranze sono sempre le vere protagoniste oltre i riflettori e la fama, come hanno ricordato tutti i vincitori sul palco.

Ecco l’elenco di tutti i vincitori!

Cala il sipario

E la sala si svuota piano piano, si chiude la diretta su RaiCinema.

E i vestiti delle signore?

Belle eleganti e sobrie, le attrici italiane si confermano maestre di classe nel vestirsi: Isabella Ferrari indossava un meraviglioso abito bianco con spacco, lineare e semplice; Margherita Buy era incantevole in un abito nero lungo, attillato ma senza volgarità.

Valeria Golino era strepitosa in un abito che lasciava la schiena scoperta e su cui Riccardo ogni tanto faceva scivolare la mano.

Solamente una signora sfoggiava un abito da vietarsi Giallo sole, con gonnellone a balze semitrasparente e decoltè decisamente straripante. Ma non farò nomi.

Adesso siamo pronte per Venezia!

Arianna Orazi

 

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