Ultima modifica 20 Aprile 2015

 

Vera o falsa che sia, la notizia dell’ obbligo, per tutte le appartenenti al sesso femminile di qualsiasi età, di essere sottoposte all’infibulazione è di una tragicità non ben compresa dalle distratte autorità occidentali. Si perché anche se la notizia fosse falsa, centinaia di migliaia di bimbe, anche piccolissime, sono sottoposte a quella tortura, a quella dolorosissima operazione, le cui conseguenze perdurano per tutto l’arco della vita. E non solo nei luoghi più bui dell’Africa nera o nel guerrafondaio medio Oriente, ma nella civilissima (?) Europa nella quasi totale indifferenza generale.

È ben vero che nei Paesi che si dicono civilizzati, tale pratica è proibita ed è perseguita dalla legge, ma la stessa è più o meno tranquillamente praticata, poiché è risaputo che, anche in Italia, la ripugnante prassi è presente ed anzi viene praticata anche da medici con la scusante che, almeno loro, utilizzano camere e strumenti sterili, per cui, almeno, evitano le infezioni e le loro conseguente a volte mortali. Ma non ne limita il dolore, né quello immediato né quello che dura nel tempo poiché rende sempre doloroso il coito e il parto, privando inoltre le donne di ogni piacere sessuale.
InfibulazioneÈ un’ oscura usanza tribale, il cui perché si perde nella notte dei tempi, assolutamente non prevista nè citata nel libro sacro dei musulmani, quel Corano che, dicono, sia la fonte di tutte le norme che regolano la loro vita. Evidentemente non è vero perché molte intolleranze, molti fondamentalismi derivano strettamente da usanze tribali o di sette variamente religiose che nulla hanno a che vedere con la religione islamica o con i versetti del Corano, ma che si sono insediate e consolidate nelle menti e nella vita di quei popoli diventandone parte integrante e formando un tutt’uno con la religione stessa.

Ma questo non può essere tollerato in un paese che si dice civile, non possono essere accettate la sopraffazione, l’ignoranza, la brutalità di certe usanze senza senso e ragione se non quella di una tradizione basata sulla supremazia maschile. È forse questo l’unico punto di incontro tra questa aberrante pratica e la mentalità che permea tutto il pensiero islamico: l’assoluto predominio maschile al quale le donne devono uniformarsi, sottostare e agire solo in quel solco, limitando il loro spazio entro quello che la volontà degli uomini loro permette.
infibulazione
Ma torniamo all’aberrante pratica, a quella cucitura nel cuore delle parti intime di una donna, senza giustificazione alcuna. Immaginatevi una bimba, anche di tenerissima età, scaraventata su di un tavolo, denudata, le gambe forzatamente divaricate, tenuta ben ferma, immobilizzata da mani impietose e infilzata senza anestesia, la sua carne viva punta e trapassata da un grosso ago e…….cucita! Immaginate il suo spavento, il suo dolore, le sue urla, le sue lacrime…..il suo strazio.
Senza nessun aiuto, senza un perché…solo dolore.

Non ci si può limitare a vietarne la pratica, bisogna farne una condizione base per un soggiorno nella nostra terra.
Non si può accettare che in nome di una malintesa tolleranza, per la paura di essere presi per razzisti, si chiudano gli occhi e si finga di non vedere. Ci sono usi e costumi di altri popoli che ci arricchiscono, altri che non ci entusiasmano, ma ce ne sono altri che non dobbiamo, non possiamo permettere. L’infibulazione è una di quelli.

Nonna Lì

Sono una giovane ragazza dai capelli bianchi, un vulcano di curiosità con una voglia irrefrenabile di sorseggiare la vita, una fantasiosa e interessante signora piena di voglia di fare, dire, raccontare, condividere.

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