Ultima modifica 20 Aprile 2015
Forse questa è una provocazione, ma…
Sono stanca, stufa di sentir tacciare di razzista anche coloro che vogliono solamente che le leggi vengano rispettate da tutti senza se e senza ma, che i diritti siano messi davanti a tutto e tutti, mentre i doveri sono relegati in un dimenticatoio.
Sono stanca di sentire e vedere scusati reati, anche gravi, con la scusante di una non ben determinata cultura.
Ecco i rom, per esempio, hanno, dicono, una cultura diversa, una cultura che lega tra loro le migliaia che sono sparse su tutto il territorio europeo, una cultura che li vede nomadi vagare per città e paesi calderai o raccoglitori di stracci, mentre le donne leggono la mano o l’avvenire.
Ma è davvero così?
Assolutamente no!
Ormai non sono molti quelli che, insofferenti, si spostano continuamente, anzi la maggior parte di loro sono stanziali, nascono, vivono e muoiono nello stesso posto, e, almeno in Italia, pretendono di vivere in campi dedicati, in casupole più o meno fatiscenti o in camper e roulottes che non hanno percorso che pochi, pochissimi chilometri e, visto che il mestiere di calderaio è ormai quasi del tutto scomparso e che quasi nessuno offre loro un lavoro, che d’altra parte non vogliono, pretendono di vivere alle spalle di altri, ufficialmente dai Comuni che li ospitano e chiedendo l’elemosina agli angoli delle strade e, meno ufficialmente, rubando tutto quello che possono, per le strade e nelle case altrui.
Ma, che volete, è il solito ritornello è la loro cultura!
Ho sentito una loro rappresentante, più colta della massa però, che in televisione ribadiva tranquillamente che ogni persona, per lo stesso fatto di esistere, acquisisce ogni diritto mentre i doveri sono soltanto un optional.
Ma non è la sola, molti cosi detti benpensanti, ribadiscono che dobbiamo accettare la diversità, dobbiamo tollerare atteggiamenti e modi di vivere diversi nel rispetto della loro cultura.
Ma vivono con noi, in mezzo a noi e loro non devono, come noi, tollerare i nostri atteggiamenti, i nostri modi di vivere nel rispetto della nostra cultura?
O, forse, sono solo loro a dover essere rispettati perché sono una minoranza?
Nelle aule dei tribunali, quando ci arrivano, devono avere un trattamento, una condanna più mite nel rispetto della loro cultura?
Eppure noi abbiamo preteso leggi più severe, pene più stringenti per i mafiosi e compagnia cantando?
E non si parla di cultura mafiosa come di qualcosa che deve essere combattuto ed estirpato?
Non c’è pietà, almeno a parole e qualche volta nei fatti, per chi si macchia di delitto di mafia, forse perché costoro sono cittadini italiani, di origine italiana?
Non che io voglia anche lontanamente trovare una scusante per mafia,’ndrangheta,ecc.., anzi.
Trovo che devono essere combattute con ogni mezzo, con determinazione e costanza.
Trovo che i loro membri debbano essere additati al pubblico disprezzo, che ogni loro arma debba essere spuntata, ma davvero qualcuno pensa che la richiesta del pizzo da parte loro sia cosa più grave dei continui furti negli stessi negozi, nelle stesse abitazioni?
Davvero qualcuno pensa che un cittadino possa sentirsi al sicuro quando 2 o più persone, magari attorniate da bambini, querule, asfissianti gli si stringono addosso, allungando le mani, certo non per percuotere, ma per privarlo della borsa, del portafoglio, del cellulare?
O che viva sereno quando sa che in qualsiasi momento qualcuno potrebbe penetrare nelle loro case o nei loro negozi e pretendere, questa volta si con le maniere forti, tutti i loro beni, senza potersi difendere perché altrimenti diverrebbe lui il reo, l’indagato?
D’altra parte come si può pensare che persone, senza arte ne parte, o con arti diverse da quelle richieste dal nostro paese, dove, tra l’altro i venti della crisi soffiano sempre più forte, possano trovare tutti un lavoro che sostenti loro e le loro famiglie?
È pura follia e non ce lo possiamo permettere, come non ci possiamo permettere questo lassismo, questa ricerca di scusanti diverse che penalizzano sempre più le vittime e premiano i rei.
È vero non tutti i rom, non tutti i clandestini o rifugiati extra comunitari e no, sono delinquenti abituali, forse alcuni di loro rubano veramente per fame, forse le loro abitudini sono realmente diverse e certi atteggiamenti e modi di vita sono usuali nei loro paesi, ma non qui e se vogliono essere accettati, accolti (non tollerati perché il termine presuppone un senso più o meno forte di fastidio) devono comprendere, dobbiamo far loro comprendere qual’ è il modus vivendi nel nostro paese.
Comunque una considerazione dettata dall’evidenza: in Italia sono più tutelati coloro che, commettono delitti, coloro che rubano che uccidono, per loro si trovano, si ricercano scusanti, diminuzioni di pena, grazia o condoni, ma la vittima, le vittime?
Loro sono spesso dimenticate.