La terapia Stamina prosegue

Ultima modifica 28 Giugno 2019

Con un decreto legge contenente interventi urgenti in materia sanitaria approvato dal Consiglio dei Ministri del 21 marzo 2013 si consente, in via eccezionale, a tutti i pazienti che hanno iniziato la terapia con le staminali preparate con metodo Stamina di proseguire e condurre a termine ilprotocollo avviato, anche in mancanza di autorizzazione.

Questo il comunicato stampa diffuso dal Governo: “Per quanto riguarda le cure con cellule staminali, si prevede una più ampia normativa a regime che regoli i medicinali per terapie avanzate preparati su base non ripetitiva, con monitoraggio clinico. Inoltre si concede eccezionalmente la prosecuzione di trattamenti non conformi alla normativa vigente per i pazienti per i quali sono stati già avviati alla data di entrata in vigore del decreto, sempre con monitoraggio clinico”.

Il Ministro Balduzzi ha dichiarato (fonte Adn Kronos) che “La norma si basa sul principio etico per cui un trattamento sanitario già avviato che non abbia dato gravi effetti collaterali non deve essere interrotto”.

Non solo Sofia potrà dunque proseguire – come del resto già aveva deciso il Tribunale di Livorno accogliendo il ricorso d’urgenza dei genitori – la terapia prescritta dal metodo Stamina presso gli Spedali riuniti di Brescia, ma anche tutti gli altri pazienti che abbiano già avviato trattamenti non conformi alla normativa vigente, ma senza patire gravi effetti collaterali.

Bene, benissimo per tutte queste persone, che hanno la possibilità di aggrapparsi a questa fondamentale speranza di un miglioramento nelle loro condizioni di salute.

Mi domando però cosa distingua questi pazienti dagli altri che, trovandosi nelle medesime condizioni, non hanno avuto modo di iniziare una terapia staminale secondo un protocollo non approvato.Quei tanti che non hanno avuto la ventura di ottenere dai medici l’avvio, sotto la loro responsabilità professionale, di un protocollo (che resta vietato) prima della data di entra in vigore di questo decreto, hanno forse meno diritti degli altri a veder tutelata la propria salute?

Una normativa d’urgenza, dettata per la spinta emozionale dell’opinione pubblica, dovrebbe comunque avere una razionalità interna, che non riesco a leggere in questa che mi sembra una irragionevole disparità di trattamento.

 

Stefania Stefanelli

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