Ultima modifica 6 Luglio 2018

Qualche tempo fa siamo andati alle giostre per festeggiare il compleanno del cuginetto di 7 anni e di mio figlio che ne ha 5.
Sono grandi amici e giocano bene insieme. Ma più diversi di così non si potrebbe essere.
Il cuginetto è uno di quei bimbi che sale sul galeone ( avete presente la barca che ondeggia prima lenta e poi veloce dove è impossibile non strillare? ) e se la ride allegramente.

Il mio temerario bimbo invece fino a poco tempo fa al massimo saliva sui quei trenini per bimbi piccoli che girano intorno piano piano, ma così piano che se gareggiasse con una lumaca vincerebbe lei. E con distacco anche.
Il resto delle giostre “di movimento” diciamo nemmeno a guardarle.
Solo le paperelle da pescare, i barattoli da buttare giù ecc.

luna_park

Io non sono certo il tipo di mamma che insiste troppo.

Conosco il mio bimbo e so che ha bisogno di tempo, forse più tempo di altri. Ma fra non costringerlo e lasciar perdere del tutto esiste la mia via di mezzo: un dolce incoraggiamento.

Non per le giostre in sé ovviamente ma come principio di tutto nella vita.
Bisogna provare tutto.
Anche sforzarsi di vincere le proprie paure. O almeno provarci sempre.
Oggi sono le giostre, domani saranno altre sfide della vita.
Ma il principio è lo stesso.

Le paure vanno affrontate,
bisogna almeno provarci.

Con il passare del tempo, un po’ alla volta siamo passati anche alle giostre che girano.
Io le odio ma quando il tuo leoncino prova a ruggire non puoi certo sottrarti.
Quindi ci sono sempre salita con lui, cercando di sorridere anche se dentro pensavo solo a “quanto cavolo dura sto gettone?” o “ esiste un modo per non rimettere dentro lo shuttle affianco a quello di tuo figlio senza essere visti ? “

Poi si cresce ancora e i benedetti cugini se lo trascinano su qualche giostra più movimentata.
Fino alla prova più dura. Lo scivolo con i tappeti.
Non ci è mai voluto salire, troppa paura.
Dell’altezza, della velocità e di cadere ovviamente. Allora i cugini lo hanno preso e portato per mano ( beh in braccio veramente…) e accompagnato.
Ero sorpresa, non credevo lo avrebbero convinto ma l’entusiasmo generale lo avevano contagiato in pieno. Avevano già fatto quattro giri con il bruco mela!

Dopo diverse discese e tante risate prende per l’ennesima volta il suo tappeto, viene verso di me e serio e risoluto mi dice

“mamma lo faccio da solo. Io ci provo.”

Non ho detto niente per qualche secondo sono rimasta li a fissarlo con tanto di bocca aperta. Poi con i lucciconi agli occhi ho detto solo “ ok, io resto qui ferma e ti guardo d’accordo? “. “ok mamma, resta qui e guardami “.
Ha preso il suo tappetino, fatto la salita. Sistemato sotto il sederino, si è seduto. Si è dato una spinta e viaaaaa… Una bella discesa veloce. All’arrivo è esploso correndo da me.
Gli brillavano gli occhi: “mamma ce l’ho fatta.
Da solo. Hai visto ci ho provato e ci sono riuscito.
E’ come dicevi tu, io ci ho provato.
E’ bellissimo, io vado lo faccio ancora “. Andato.

Io sono rimasta lì ferma anche per le altre 20 volte seguenti. Ma con le lacrime sulle guance. So che sembra sciocco perché erano solo delle giostre e un tappeto ruvido.
Ma era ovviamente anche molto di più.

E’ il mio bimbo che cresce.

Che ci prova, che sperimenta e supera le sue paure. Che si gode esperienze e gioie. E che mi ascolta. Mamma era come dicevi tu mi ha detto… Che bello vedere quanto le tue parole e i tuoi insegnamenti di mamma che tante volte sembrano volare via nel vento, in realtà sono dentro di loro e davvero gli aiutano a crescere.

E’ per questo che siamo genitori, per accompagnarli nella crescita.
E per sentirli dire “Io ci provo”.

Svalvolata ben riuscita. Precisa e attenta sul lavoro, giocherellona e sbadata in casa, tanto che spesso e volentieri dimentico le cose in giro (per fortuna mai marito o figlio).

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