Ultima modifica 23 Luglio 2025
Una settimana di sole, sabbia, buffet, gonfiabili… e figli in modalità parkour.
Ore 08.00.
Il giorno non è ancora iniziato ma Davide lo è. Il suo risveglio standard consiste nell’indossare le ciabatte, mettere il costume (tanto ho fatto la doccia ieri sera) infilarsi la maglietta come una bandiera da corsa e, soprattutto, andare a cercare Santiago.
Lo fa bussando alla porta della camera di Ilaria con la delicatezza di un corriere Amazon in ritardo:
“È sveglio? È sveglio? Daiiiiii!!!”
Santiago, ovviamente, sta facendo esattamente lo stesso davanti alla mia porta.
Quello che per noi è una vacanza… per loro è un episodio di Mission Impossible: Milano Marittima Edition.
Chi siamo: due adulti (più o meno) e due razzi umani
• Io: madre, speranzosa, stanca cronica.
• Ilaria: nonna, energica, invidiabilmente lucida e giovane.
• Davide (9) e Santiago (11): due bambini in piena forma che non camminano mai, solo corrono. Dalla bici al mare, dal mare alla piscina, dalla piscina ai gonfiabili, e poi… ricominciano da capo.
Il Club Family Hotel Milano Marittima

Struttura perfetta per bambini. Cibo ovunque. Animazione sorridente. Piscine, scivoli, sabbia, miniclub, gelati a ciclo continuo.
Un paradiso per loro.
Per noi?
Diciamo che ci sono momenti in cui ci chiediamo se non fosse meglio rimanere a lavorare.
Almeno in ufficio nessuno ti rovescia un bicchiere d’aranciata addosso mentre balla la Baby Dance.
Il buffet: dove il bon ton va in vacanza
Il buffet è un’esperienza mistica. Cibo buono e abbondante. Ma anche:
• Tavolate da 12 che riempiono 36 piatti e ne svuotano 4.
• Bambini che si servono da soli “perché voglio essere grande”, toccano spesso il cibo con le mani e poi lasciano la cotoletta a metà per correre dai gonfiabili.
• Persone che bevono tre birre prima di sedersi, sognando di essere ancora giovani e single.
Io e Ilaria sorseggiamo l’acqua frizzante con l’eleganza di chi ha abbandonato ogni speranza di silenzio.
Ci basta che mangino. Anche solo una carota.
Il personale: santi in polo arancione
Il vero superpotere di questo hotel non è l’aria condizionata. È il personale.
Gentili, sempre sorridenti, anche quando Davide in ciabatte insegue Santiago tra la gente urlando “ti ho preso!” con un crocchetta in mano.
Il bagnino? Un monaco zen fisso in mezzo al mare.
La cameriera? Una life coach travestita da hostess.
“Va tutto bene, signora!” – ci dicono, mentre un bambino (non nostro) si tuffa nel distributore del succo.
Vita da corridoio
Con Ilaria abbiamo camere separate. All’inizio sembrava una scelta di comfort. Ora è una dinamica da spionaggio familiare.
Ogni mattina e sera, i due cugini/alleati si cercano bussando alle porte come addetti alle consegne della CIA.
Non so se ridere o preoccuparmi per il mio futuro.
La sera: varietà umana e spritz
Alle 21:00 iniziano gli spettacoli.
Siamo tutti lì: genitori, nonni, bambini mezzi nudi e coperti di sabbia, persone truccate come per un matrimonio in riviera, altri ancora in ciabatte e canotta.
Una babele di umanità italiana da villaggio:
• la famiglia influencer in posa a ogni canzone,
• il papà che balla con la camicia sbottonata
• la nonna che filma tutto con il tablet e fa il live su Facebook.
Ilaria ride con l’acqua in mano io mastico un pezzo di pizza avanzata da Davide, e ci guardiamo complici:
“Siamo vive. Ancora per poco, ma vive.”
Conclusione (e promessa di bugie future)
L’ultima sera facciamo i bagagli. I ragazzi corrono per i corridoi, sempre in cerca l’uno dell’altro, come se non si fossero appena visti tre minuti fa. Sono certa che i signori delle camere adiacenti ci odino.
Io e Ilaria siamo esaurite ma felici. Abbiamo avuto sole, risate, momenti di sconforto, vassoi di patatine e tuffi rubati.
“Lo rifacciamo l’anno prossimo?” chiede Ilaria.
La guardo.
Ci penso.
E rispondo:
“Mai più.”
(…ma stiamo già guardando le offerte per agosto.)
Elisa Toscano


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