Madre e padre, parità di diritti sui figli in caso di divorzio

Ultima modifica 14 Ottobre 2019

Si parla tanto di nuovo diritto di famiglia (quale?), di regole vecchie, stantie, arretrate e superate, ma siamo sicuri di conoscere veramente le norme?
In materia di affidamento dei bambini, in caso di separazione o divorzio, siamo certi di sapere realmente quale regola deve essere applicata?

Si parla di affido congiunto e/o condiviso, ma di fatto l’affido congiunto non esiste più poiché è stato sostituito da quello condiviso. La cosa e stata resa necessaria dall’estrema difficoltà di applicazione del primo in quanto normalmente esisteva ed esiste un certo grado di conflittualità tra le coppie in via o a separazione avvenuta, il che assicurava una più o meno completa paralisi di ogni normale e necessaria decisione.

divorzio-genitori

La legge attuale sancisce il diritto dei figli di mantenere con entrambi i genitori gli stessi rapporti che avevano in costanza di matrimonio, cioè che potranno-dovranno continuare ad avere figli, madre e padre gli stessi diritti e gli stessi doveri.

Ma l’applicazione pratica di questa normativa non è scevra di ostacoli e di difficoltà anche perché è dura a morire la convinzione che una madre sia in grado di occuparsi di un figlio minore in modo più adeguato di un padre.

È una convinzione basata sulla memoria passata, quando era la donna che si occupava di vivere con e per i figli.
Lei che era detta angelo del focolare, in realtà ne era la schiava, non potendo uscire dal suo ambito, lei che non poteva, per legge, possedere nulla, che dipendeva in tutto e per tutto dal marito che aveva il compito di provvedere al mantenimento della famiglia con il suo lavoro, ma che non aveva altri obblighi, non quello di educare o assistere i figli, lui che non ne aveva l’abitudine ne le necessarie competenze.

Ora le cose sono cambiate, almeno in parte, la donna lavora fuori (e in) casa, ha un proprio guadagno, è in grado di mantenersi e, di norma condivide la cura dei figli con il marito.

Ma di qui a dire che il Tribunale di Catania ha assunto una decisione rivoluzionaria avendo anche affermato che i genitori siano uguali dinnanzi al figlio e che, in caso di separazione nessuno possa dirsi preferibile a prescindere ce ne corre.

Perché questo è l’esatto disposto dell’attuale legge, questo intendeva affermare il legislatore, se poi la magistratura caso per caso disponeva in maniera diversa non significa affatto che il nostro paese sia arretrato e conservatore, ma che in quelle corti di giustizia resisteva quella cultura mammista di cui sopra.

Questo si evince chiaramente dalle sentenze passate nelle quali si preferiva il collocamento presso la mamma senza porsi nemmeno il problema della possibilità di optare diversamente.

Ora, se riteniamo giusto e doveroso che durante il matrimonio a prendersi cura dei figli siano entrambi i genitori, se crediamo che papà e mamma siano intercambiabili e debbano/possano occuparsi della prole indifferentemente, allora dobbiamo pensare che i figli in caso di separazione possano essere affidati ad entrambi.

Vagliandone a fondo le circostanze e i caratteri di ognuno, le possibilità di tempo soprattutto, ed economiche, ma valutandone gli aspetti caso per caso, senza pregiudizi o convinzioni basate su credenze del passato.

Il genitore più benestante, o meno povero, che, guarda caso è quasi sempre il padre, non può per questo essere considerato alla stregua di un bancomat al quale concedere solo qualche ritaglio del tempo dei figli, ma neppure, visto che paga, acquisisce diritti maggiori per questo.

Ecco esiste solo ed unicamente l’interesse del minore anzi il suo è l’interesse preminente, quello a cui dovrebbero guardare o giudici, quello che dovrebbe interessarli soprattutto nei casi di conflittualità accesa o di carenze, più o meno gravi, di uno, o di tutti e due i genitori.

Madre o padre dovrebbero essere messi su di un piano di parità, esaminati attentamente e la decisione assunta, ripeto, caso per caso ed esclusivamente nell’interesse del minore, senza preferenze, senza preclusioni, senza dietrologie.
Ma il diritto di famiglia, che, vi assicuro ha subito grandi modifiche senza dubbio migliorative fatica ad essere applicato senza pregiudizi acquisiti.

® Riproduzione Riservata

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