Ultima modifica 24 Ottobre 2019
I dubbi che riguardano la raccolta e la conservazione delle cellule staminali cordonali sono più che legittimi per chi sta per diventare genitore.
Vediamo di fare un po’ di luce e di chiarire alcune informazioni.
Prima di tutto bisogna sottolineare che né il bambino né la madre avvertono alcun dolore. Al momento della nascita, il sangue del cordone ombelicale viene raccolto attraverso procedure del tutto sicure per entrambi.
Raccolta e conservazione delle cellule staminali
Come per un tradizionale prelievo del sangue, al momento opportuno l’ostetrica trasferisce il sangue cordonale dalla vena ombelicale ad una sacca ematica che contiene un anticoagulante. Questo grazie ad un apposito ago di grosso calibro.
L’ostetrica ha così raccolto le cellule staminali
Il campione prelevato viene sottoposto ad analisi ematologiche che ne valutano diversi parametri. Oltre a verificare l’eventuale presenza di batteri o altri contaminanti in modo tale che non sorgano poi problemi nella conservazione.
Comincia allora una terza fase di trattamenti che consentono di conseguenza la crioconservazione all’interno di una struttura progettata appositamente per la conservazione del cordone ombelicale.
Si tratta di biocontainers mantenuti a una temperatura stabile di -196°C, raggiunta con azoto liquido o aeriforme. Per evitare la formazione di ghiaccio, il campione viene miscelato con un agente crioprotettivo, generalmente dimetilsolfossido al 10% (DMSO)1.
La sicurezza però non si limita a questo.
Le stanze in cui si trovano i biocontainers hanno sistemi di allarme pronti a rilevare e segnalare qualsiasi eventuale variazione di temperatura all’interno di un biocontainer. Queste, se non corrette, potrebbero danneggiare l’intero processo di conservazione.
Come ulteriore precauzione, i biocontainers sono spesso dotati di una seconda fonte di azoto, pronto per essere rilasciato in caso di guasti o avarie, come ad esempio un black-out.
In questo modo è possibile conservare le cellule staminali del cordone ombelicale per diversi anni.
Studi scientifici hanno dimostrato che oggi è possibile superare i 20 anni senza alterarne la vitalità e le capacità proliferative e differenziative.
Alcune ricerche sperimentali si sono concentrate su trapianti di staminali del cordone umano, conservate per più di 20 anni, effettuati su cavie.
Le cellule utilizzate sono state capaci di ripopolare il midollo osseo dell’animale.
Oltre a questo, a sei mesi dal trapianto, sono state in grado di ripopolare il midollo di un secondo animale.
La straordinarietà di questi risultati non fa che ricordarci l’importanza della conservazione del cordone ombelicale per il nostro futuro e per quello dei nostri figli.