Mamma, se parti mi ammalo!

Ultima modifica 25 Maggio 2021

Quasi tutto pronto!

Valigia chiusa, ultimo sguardo in borsetta: le chiavi, i biglietti del treno.
Una corsa in camera “ciao piccolo, mamma parte!”. Una manina sbuca dalle lenzuola e si agita, mi avvicino, prende la mia mano e mi chino sulla sua guancia per un bacio.

Il tempo di scender giù per le scale, e nella mente pensi “è andata, va tutto bene, andrà a scuola, evviva, non si è fatto venire né tosse, né raffreddore, né febbre“.

Arrivo in stazione, entro al bar, un cappuccino e tiro un sospiro. Sorrido, beata o beota, ma felice! Aspetto le mie amiche e via si parte, due giorni, dico ben due giorni tutti per me!

Passano alcune ore, sms in arrivo “ciao mamma proprio oggi che ho pochi compiti, devo star qui dai nonni, eh già!”, “cosa stai facendo?”.

Sono le sei del mattino, altro sms, o meglio ne seguono altri 20: “mammina hai qualcosa da farmi prendere che non sto bene, qualsiasi cosa anche da bere”;
spero di guarire”;
grazie1000 mamma; ho vomitato sette volte, però ho dormito un’oretta; Spero di farcela…” ; “mammina volevo dirti che il nonno è bravissimo” ;

quando torni?

Per chi si stesse preoccupando il padre è infermiere, e io non sono una mamma incosciente!

Ma questa mamma qui non si fa mica prendere dai “sensi di colpa”, eh no!

Questo tema è ormai mio personale oggetto di studio. Quando ci si appresta a partire per le vacanze o a prendersi un momento per sé stessi, ecco che arriva come un fulmine a ciel sereno la sindrome da se parti mi ammalo”.

Ma son diventata esperta. Niente panico. Certo non sono sicuramente la prima nella lista delle mamme apprensive, e questo gioca a mio favore. Indiscutibile che loro sappiano come colpire. Ogni bambino ha la sua tattica. Il mio adotta quella “sto male spero di farcela”. Va dritta al cuore, non c’è che dire. Le mie risposte? Sempre molto dolci, disponibili, dispiaciute, ma ferme.

Lo devo ammettere, conoscendo il mio figliolo, è stato un filino spassoso leggere i suoi sms. Rassicurata dal fatto che se fosse stato veramente male, non sarebbe stato di certo lui a scrivermelo.

Quando sono tornata c’era una mamma molto felice, un bimbo al quale era già passato tutto, curato e coccolato (il nonno era stato veramente bravissimo).

Il giorno dopo ci siamo presi un’ora coccolosa, come la chiama lui e abbiamo parlato un po’ di noi, e dei nostri imminenti progetti, ma questa è un’altra storia.

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