Singin’ in the rain il musical arriva al Teatro Nazionale

Ultima modifica 20 Gennaio 2021

Singin’ in the rain – Cantando sotto la pioggia, Il Musical è una produzione inedita tutta made in Italy, firmata da Stage Entertainment.

Dal 13 novembre all’11 gennaio al Teatro Nazionale Che Banca! di Milano.

A stupire e affascinare il pubblico, oltre all’intreccio amoroso, cambi di scena spettacolari, costumi scintillanti. Tutto in perfetto stile anni 20, quando il cinema era muto e la comunicazione era affidata unicamente l’immagine.
Un effetto speciale super romantico, la pioggia che cadrà direttamente sul palco.

Tutto questo per far vivere al pubblico in sala l’emozione e la magia dei grandi musical live.

Singin' in the rain
© Luca Vantusso

I biglietti sono già disponibili sul sito www.teatronazionale.it, www.ticketone.it, presso il Box Office e l’Ufficio Gruppi del Teatro.

regia Chiara Noschese
Coreografie Fabrizio Angelini
Supervisione musicale Simone Manfredini
Direzione musicale Andrea Calandrini
Scenografie Lele Moreschi
Costumi Ivan Stefantutti
Traduzione e Adattamento Testo Franco Travaglio
Traduzione e Adattamento Liriche Gianfranco Vergoni
Disegno Fonico Armando Vertullo
Disegno Luci Francesco Vignati
Assistenza alla regia Eleonora Lombardo

Sinossi

Non è tutto oro ciò che luccica a Hollywood.
Don Lockwood è un’acclamata stella del cinema muto e, insieme alla splendida Lina Lamont, forma una delle coppie più ammirate dello show business.
Peccato che Lina, in realtà, sia una starlette viziata e insopportabile.

L’avvento del sonoro porta un ulteriore grattacapo a Don e al produttore R.F. Simpson: la voce di Lina, infatti, è sgraziata e squillante. Ecco, quindi, arrivare la dolce Kathy Selden, forse meno appariscente, ma decisamente più talentuosa di Lina.

In gran segreto, Kathy doppierà la bionda star che nel frattempo, ingelosita dalla storia d’amore tra lei e Don, ne combinerà di tutti i colori pur di mettere i bastoni tra le ruote alla sua antagonista.

La resa dei conti arriverà alla prima del film Il Cavaliere della Danza, durante la quale Lina verrà smascherata nella maniera più esilarante e plateale che ci sia.

Considerato uno dei primi esperimenti di cinema nel cinema, Singin’ in the Rain mostra i retroscena di Hollywood e ci insegna che, dietro lustrini e paillettes, si possono nascondere gelosie, invidie e ripicche.

Singin' in the rain

Ma che è anche possibile trovare il vero amore e combattere contro tutto e tutti per farlo trionfare.

Singin’ in the Rain è considerato l’apice della carriera dell’iconico Gene Kelly, uno dei più grandi performer di musical della storia.

Nel 2008, l’American Film Institute inserisce Singin’ in the Rain al quinto posto nella classifica dei 100 più grandi film statunitensi di sempre.
Si trova, invece, saldamente al comando in quella dei migliori film musicali.

Dopo il debutto sui palchi teatrali nel West End londinese nel 1983, Singin’ in the Rain ha ben presto stregato il mondo.

Giudicato dalla critica come il miglior musical di tutti i tempi, è stato incoronato simbolo del teatro musicale americano e mondiale.

Note di regia.

Affrontare da regista un cult come “Singin’ In The Rain”, è un’occasione unica, nel mio percorso professionale. E’ un musical eccezionale, una meraviglia di intrattenimento. Numeri musicali, melodie indimenticabili e gag comiche esilaranti, oltre a una bellissima storia d’amore.
Inoltre, è la prima volta che mi capita di dirigere un musical che interpretai come attrice, anni fa. Avrò la fortuna di affrontare questo titolo intramontabile, dall’altra prospettiva. “Singin’ In The Rain” ha un potere ineguagliabile, anche oggi: è una macchina drammaturgicamente e musicalmente perfetta.
È una storia che strappa una risata e fa sognare.
La perfetta “evasione” senza mai un momento di noia.
Quell’ “evasione” unica, che capita solo quando siamo chiusi in un teatro, immersi in una storia che ci porta in un mondo lontanissimo dal nostro, che parla di poesia, talento, musica, arte, di quella “materia divina” di cui, a mio avviso, abbiamo una grande nostalgia.

                    Chiara Noschese

 

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