Suzhou: che cos’è l’APEC blue

Ultima modifica 10 Ottobre 2019

Quest’anno in Cina, il 3 settembre si  è celebrato il  70° anniversario della fine della seconda guerra mondiale, ricorrenza festeggiata con tre giorni addizionali di vacanza e una grande parata militare a Pechino.

apec bluePer l’occasione, il governo ha deciso che quel giorno il cielo doveva essere blu. Sì: la parata e le celebrazioni connesse dovevano svolgersi sotto un cielo limpido e privo di ogni traccia di polveri sottili. Impossibile, dite? Invece per raggiungere questo obiettivo, da più di un mese a questa parte sono state rigidamente regolamentate le emissioni e diminuita la produzione di tutte le fabbriche, specialmente le acciaierie, nell’area di Pechino, Tianjin ed Hebei (una delle zone maggiormente industrializzate e, di conseguenza, maggiormente inquinate della Cina). Inoltre è stata  imposta una limitazione al traffico automobilistico a partire dal 20 agosto.

Che dire, il 3 settembre a Pechino il cielo era di un azzurro impeccabile! L’obiettivo è stato raggiunto! Come era stato raggiunto nel novembre dello scorso anno, durante l‘incontro dell’APEC (Asia-Pacific economic cooperation), evento che ha fatto sì che venisse coniato il termine “APEC blue”, per indicare il blu del cielo terso, neologismo che ora viene comunemente usato. La prima volta che ho sentito questo termine mi sono messa a ridere: alle volte la fantasia e la genialità dei cinesi nell’inventare nuove parole non ha eguali!

Ma dunque, vien da chiedere, le ragioni dell’inquinamento non sono un mistero ed esistono delle misure che possono ridurlo? Certo, solo che le misure adottate per ottenere l’APEC blue sono state piuttosto drastiche: diminuire o addirittura sospendere la produzione industriale è qualcosa che si può fare una tantum, altrimenti l’economia ne risente. Economia, operai, produzione: sono tutti elementi che spesso, sulla bilancia, pesano molto di più del cielo azzurro.

Il percorso della Cina per ridurre l’inquinamento è in corso, ma ancora lungo a mio avviso. Come lo è stato da noi negli anni settanta e ottanta, dopotutto: il fiorire dell’industria e dell’economia porta soldi, e i soldi spesso accecano il buon senso. Quante persone sono morte dalle nostre parti a causa dell’amianto, ad esempio? Risparmiare sui materiali, sui filtri, sulla pulizia, fa entrare più denaro nelle casse dell’azienda. È un argomento davvero complesso sul quale andrebbero spese molte parole, sul quale le opinioni non concordano e che spesso porta anche ad attriti. Quello della Cina è un caso clamoroso ma non credo davvero che sia l’unico paese alle prese con questi problemi.

Certo, sarebbe bello avere un pulsante che permettesse al cielo di tornare blu a comando: nello stesso periodo in cui a Pechino respiravano felici, qui a Suzhou abbiamo avuto alcuni giorni di aria sporca e nebbiosa. Il mio umore ne risente terribilmente, tanto che, quando ha iniziato a piovere, quasi facevo i salti dalla felicità. La perturbazione ha portato un venticello che ha schiarito il cielo, le nuvole bianche correvano veloci: che bello! Mi godo ogni istante di questa bella stagione e intanto programmo di comprare il depuratore d’aria per l’inverno il prima possibile, prima che i livelli di polveri salgano e con esse anche i prezzi! Di necessità virtù!

Antonella Moretti

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