Suzhou: il colore di fondo della Cina

Ultima modifica 10 Ottobre 2019

Se dovessi abbinare la Cina con un colore… ne sceglierei due. Due colori che, in qualche maniera, mi ricordano le atmosfere e i momenti che trascorro in questo paese.

bandieracineseIl primo è, ovviamente, il rosso: quello della bandiera cinese e del comunismo, certo. Ma anche il colore degli ornamenti del capodanno, delle lanterne appese, delle grosse scatole di fuochi artificiali che i cinesi fanno scoppiare in ogni occasione, dei nastri benauguranti attaccati ai rami degli alberi. Il rosso è un colore caldo, vellutato, e in Cina viene considerato porta fortuna: non per niente le spose, tradizionalmente, indossano splendidi abiti di questo colore. Il rosso è un po’ anche il colore del nostro Natale, la festa che più rassomiglia al capodanno cinese, non tanto per il suo significato cristiano quanto per quello trasversale di celebrazione della famiglia: in questo noi italiani e i cinesi siamo molto simili, amiamo stare con i nostri cari durante le feste, rinsaldare i rapporti (magari anche quelli che si sono un po’ incrinati), sentire il calore e l’importanza di avere un gruppo familiare unito.

Il secondo colore è (purtroppo, mi vien da dire!) il grigio. Sì… mi sono resa conto che in Cina predomina questo colore che io (ma penso un po’ tutti) considero senz’altro tra i più brutti!

shanghainebbiaGrigio è il colore del cielo… quasi sempre! O perché piove, o perché è nuvoloso, o semplicemente perché la nebbia dell’inquinamento copre il sole, il cielo è sempre inesorabilmente, uniformemente grigio. In tre anni che vivo qui, ho notato che gli unici due mesi dell’anno nei quali siamo graziati da cieli azzurri e si gode anche di un bel clima tiepido sono maggio ed ottobre (se dovete visitare la zona, quindi, ricordatevelo!).

Ricordo che prima di venire a vivere qui avevo contattato tramite email alcune signore, delle quali avevo reperito i contatti sul sito di Expatclic.com (all’epoca c’era un forum nel quale si potevano rivolgere domande, ora c’è un gruppo facebook). Loro vivevano a Shanghai e mi avevano detto di trovarsi molto bene, a parte… il cielo grigio che le intristiva molto! Mi era sembrata strana questa cosa, perché, sì, anche dalle mie parti nell’estremo nord-est d’Italia nella stagione fredda spesso il cielo è lattiginoso, ma non mi pareva poi un gran problema. Una volta arrivata qui, però, mi sono lentamente resa conto dell’entità della cosa: non si tratta di una, due settimane di grigiore: la mancanza di colore dura mesi interi e l’umidità (o l’inquinamento, dipende dai giorni) scolorisce anche il paesaggio tanto che grigi diventano anche gli alberi, i canali, le colline in lontanza.

E grigi sono anche i palazzi (se escludiamo qualche lieve tinta di beige o rosso mattone, decisa da architetti insolitamente fantasiosi). I palazzi, i condomini di trenta e più piani, gli agglomerati di torri di cemento sono un altro tratto caratteristico del paesaggio delle città cinesi moderne: si trovano ovunque, in gruppi di dieci, trenta, cinquanta (solo il mio compound consta di più di settanta palazzi), in centro come in periferia. E continuano a sorgere come funghi dappertutto, anche nelle sperdute zone periferiche dove non te li aspetteresti. Grigio su grigio.

Rosso e grigio, dunque: due colori antitetici, come le contraddizioni della Cina. Due colori che, come i diversi odori o suoni di questa esperienza d’espatrio, resteranno per sempre nella mia memoria.

Antonella Moretti

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