Una scuola diversa. In Italia? No, in Finlandia.

Ultima modifica 15 Luglio 2019

E’ una riforma che viene da lontano, una riforma pensata ed attuata, ma soprattutto che si è evoluta col passare del tempo.

Ci sono paesi dove vengono assunte decisioni rapide e i cambiamenti possono avvenire dall’oggi al domani, senza problemi, mentre in altri veri cambiamenti non avvengono mai perché molte e varie resistenze si oppongono dato che vengono sistematicamente ignorate le peculiarità esistenti, gi strutturali rapporti di forza e, soprattutto, i gruppi di potere che vivono e prosperano nel sistema vigente.

scuola-finlandia

Esaminiamo la scuola finlandese che cinquant’anni fa era mediocre, esisteva una scuola primaria dopo la quale pochi proseguivano gli studi, molti andavano a lavorare senza qualifiche e solo in alcuni rari casi potevano ricevere un paio d’anni di formazione professionale molto, molto limitata.

Un sistema non molto diverso da quello italiano, la maggioranza aveva solo la licenza elementare e un esame, sostenuto da pochi ( nella mia classe su 27 solo 4 lo sostenemmo e solo 2 lo superammo) e pochissimi erano i laureati.

Ma dal 1972 nel nord della Finlandia iniziò una riforma che via via fu estesa a tutto il paese con un processo lento e condiviso, non senza mediazioni e ricerca di consenso, che ci insegna che si può cambiare gradualmente e non subitamente, avanzando a tappe, negoziando ogni decisione, con tutti e raggiungendo insieme un risultato.

Forse il procedimento è lento, faticoso, ma si è rivelato effiace, perché i principi e gli obbiettivi sono condivisi e non sono ne modificati ne bloccati ad ogni cambiamento delle maggioranze politiche di governo,

Lezione che noi non abbiamo ancora imparato.

Ora i Finlandesi si preparano ad iniziare un’ altra riforma rivoluzionaria.

Anzi per i ragazzi che frequentano il terzo anno del Liceo di Helsinki è già iniziata, non più lezioni di Storia e Geografia, ma solo lezioni basate su argomenti.

Scompariranno le materie tradizionali che verranno sostituite da macrotemi, per esempio nell’ora ‘ Unione Europea’ si parlerà indifferentemente di storia, economia, geografia e diritto.

Finisce un mondo, finisce un’educazone schematica e si apre una a 360 gradi, per grandi temi, per argomenti e non più per materie, aboliti i compartimenti stagni e via ad una trasversalità la più grande possibile.

E la scuola finlandese che era già considerata la migliore del mondo si prepara al gran passo, realizzabile?

Senza dubbio interessante e avvincente che al di fuori dei vecchi schemi trasforma le lezioni in discussione di concetti, maggiore interazione con gli alunni, meno, o nessuna, lezione frontale, non vi sembra che l’insegnamento diventi più piacevole?

Certo richiede un continuo aggiornamento, una preparazione assidua e puntuale, ma soprattutto, una diversa considerazione del corpo insegnante, ancor più di oggi carico di responsabilità, un mestiere che deve essere decisamente rivalutato.

Difficile? Forse, ma non impossibile.

Ricordo che nei lontani anni ’60 un mio insegnante di lettere aveva studiato, predisposto e distribuito un suo studio parallelo, così lo chiamava, che presentava, passo dopo passo, anno dopo anno, gli avvenimenti storici, politici, letterari, dimostrandone le connessioni e gli sviluppi.

Lo studio era interessante e piacevole, le lezioni… un contesto di discussioni . Ripeto erano gli anni 60, ho avuto questa fortuna.

Spero che anche da noi, per i nostri nipoti, abbia inizio una vera riforma condivisa, che pensi al futuro, che viva nel presente giorno dopo giorno, che preveda una scuola in continuo sviluppo, che si aggiorni costantemente, che insegni ad imparare.

Nonna Lì

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