Il bambino per venire al mondo ha bisogno… di una spinta!

Ultima modifica 16 Aprile 2021

Dopo ore di stancante travaglio, se vogliamo che nostro figlio venga al mondo, dobbiamo dargli una spinta!

Sono molti i dubbi legati a questa fase del parto: ci si chiede se si riuscirà a riconoscere il momento giusto, se si sarà in grado di spingere in modo adeguato, se si avranno le forze sufficienti…

In realtà questa è la fase più semplice. Arrivati a dilatazione completa, bisogna aspettare che la testa del bambino scenda all’interno del bacino e cominci a posizionarsi nel canale da parto; a questo punto la mamma comincia a sentire una voglia irrefrenabile di spingere, tanto che è impossibile non assecondarla.spinta

Sulla modalità della spinta ci sono diverse opinioni: c’è chi afferma che bisogna trattenere il fiato e fare un’unica spinta lunga; chi, al contrario, propone di spingere buttando fuori l’aria attraverso l’utilizzo della voce; altri invece suggeriscono di fare tante piccole spinte.

In realtà non esiste “il modo migliore” per spingere, bisogna semplicemente seguire quello che dice il proprio corpo e non farsi frenare dal pudore o dalla paura. Sarà poi la collaborazione con l’ostetrica a far sì che tutto si svolga nel miglior modo possibile.

La cosa importante è tenere presente che il bambino, per poter uscire, ha bisogno delle spinte della mamma oltre che delle contrazioni uterine.

Per riuscire a sfruttare al meglio la contrazione, bisogna contrarre molto bene gli addominali e tenere le gambe il più rilassate possibile, in modo da non creare degli ulteriori ostacoli al passaggio a causa dei muscoli tesi.

Inoltre, se si sceglie di restare in posizione supina, è di grande aiuto riuscire ad aggrapparsi con le mani alle maniglie del lettino da parto o alle proprie ginocchia e cercare di sollevare la testa e i gomiti in modo da concentrare tutte le energie nella parte addominale; se avvenisse il contrario, molta della forza impiegata si scaricherebbe sul letto.

Infine, particolare da tenere sempre presente, bisogna pensare che in quel momento anche il bambino sta vivendo a pieno il travaglio, quindi bisogna riuscire a dare il meglio di sé a ogni contrazione, spingendo nel modo più efficace possibile, così da ridurre i tempi e lo stress per entrambi.

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