Arturo Bruni: idoli dei millenials vs idoli degli eighties

Ultima modifica 20 Giugno 2019

Leggo questo articolo di Arturo Bruni (CHI?) su Vanity Fair  proprio mentre sono immersa anche in un’altra lettura (più edificante: Ultimo banco, libro sulla scuola scritto dal giornalista Giovanni Floris).

Ma andiamo con ordine e parliamo di Arturo Bruni e di idoli dei millenials.

arturo bruni idoli deii millenials

Arturo Bruni, leggo (e poi mi viene confermato dai miei figli di 10 e 16 anni), è un cantante. Vanity Fair lo appella musicista.
Faceva parte di un gruppo trap. Avete letto bene, non è un refuso e non è rap. Trap. Una nuova tendenza musicale.
La band si chiama Dark Polo Gang. Il suo nome d’arte è, era, Dark Side (che fantasia).

Sembrerebbe, da quello che leggo sul magazine, che la band è stata anche disco di platino (che non è più il riconoscimento ai 10 milioni di copie vendute come quando nacque nel 1942, bensì alle 50 mila scaricate o ascoltate in streaming sulle piattaforme).

Per tornare ad Arturo Bruni, nell’intervista il musicista racconta la sua discesa all’inferno fatta di droghe e antidolorifici.

arturo bruni idoli deii millenials

Racconta qualche disavventura, come siano nate le sue ultime “canzoni” e di come stia tentando di uscire dal tunnel della droga.

Una intervista a mio parere di una banalità assurda.

Ma tant’è, banali mi sembrano gli idoli dei millenials, compreso questo Arturo Bruni. Che quando parla di riferimenti musicali menziona Morgan e Fabri Fibra. Non mi aspettavo Bach e Mozart, ma di riferimenti musicali ne è pieno il mondo. Ispirarsi a Morgan e Fabri Fibra…

Personaggi di una certa qualità per l’amor del cielo, ma pensare che oggi gli idoli dei millenials siano cantanti trap che vendono poche copie di dischi online e che hanno come aspirazione quella di diventare Morgan o Fabri Fibra mi fa chiedere dove stiamo andando.

Per lo meno dal punto di vista musicale.

E ripenso alle pagine del libro di Floris, nelle quali si parla di studenti degli anni ’70 e ’80 politicizzati, impegnati, che facevano sit in e cortei contro le leggi e la politica.

Dall’intervista ad Arturo Bruni apprendo che il musicista menziona nelle sue canzoni i marchi famosi come Rolex e Gucci (ecco perché mio figlio piccolo va in fissa con queste cose). Racconta di quella volta che ha acquistato una collana da 9 mila euro.

La curiosità a questo punto mi ha fatto scoprire il testo di una di queste hit.

British.

Ve lo riporto a margine ma siete esentati dal leggerlo.

È tutto un hei oohhhh ahhha
Ogni tanto qualche parolaccia in inglese.
Poi qualche griffe pacchiana.

Che in confronto “Le mille bolle blu” di Mina è una tesi sperimentale di filologia romanza.
E si paragonano pure ai Pink Floyd (“Facciamo crollare i muri come i Pink Floyd “)

Insomma, a me sembra che gli idoli dei millenials come questo Arturo Bruni abbiano davvero poco, pochissimo da dire ai nostri figli.

Che esempi hanno questi adolescenti che sono la generazione di un futuro prossimo (se non quasi presente)?

Sapete che il maestro Manzi a 20 anni insegnava in carcere? E che Enrico Fermi a 24 era ordinario della cattedra di Fisica all’Università la Sapienza di Roma?

E gli adolescenti di oggi? I millenials? Ascoltano Arturo Bruni. Che a me personalmente mi viene da rivalutare Fedez come un grande autore italiano.

arturo bruni idoli deii millenials

Non voglio incartarmi nel labirinto educazionale, e di quali miti abbiano i giovani d’oggi. Non ne ho le competenze e sarebbe un discorso lungo e magari da fare in sedi appropriate.

Mi limito ad una personalissima considerazione finale.

Tutti gli adolescenti hanno vissuto il gap con le generazioni precedenti.

Ricordo ancora bene i miei genitori che criticavano me e i miei amici per come andavamo vestiti e per quale musica ascoltavamo. Ed è successo anche ai miei genitori con i miei nonni e così via a salire di generazione.

E ovviamente c’è del buono, anzi dell’ottimo potenziale anche in questi millenials, o generazione Z come la si voglia chiamare.

arturo bruni idoli deii millenials

Ma noi, quelli nati alla fine degli anni sessanta e all’inizio dei settanta, se mi permettete, abbiamo avuto un privilegio. Almeno musicale.

Noi non siamo cresciuti con Arturo Bruni e la Dark polo Gang.

Noi abbiamo ascoltato gente che ha inventato la musica moderna. I nostri idoli erano pure dannati e maledetti, ma si chiamavano Jim Morrison e Sid Barrett. Mick Jagger e Jimmy Page.

E dunque, almeno dal punto di vista musicale, non saranno Bach e Mozart, ma i nostri idoli vivono ancora, e fanno ancora la loro figura. Insomma, per testi e musica, noi generazione “vecchia” abbiamo ancora di insegnare a questi millenials.

 

Testo di British (Dark Polo Gang)

Sick Luke, Sick Luke

Ehi-ehi, uo-uoo (bitch)
Stai invidiando il mio polso (Rolex)
Ehi-ehi, uo-uoo
Ho troppe bitch intorno (via, via)
Ehi-ehi, uo-uoo
Non so più quale scegliere (boh)
Ehi-ehi, uo-uoo
Troppo in alto, non so come scendere (ehi, ehi)

Porto la gang
Tu porta le tue amiche (ehi, ehi)
Burberry trench quanto cazzo sono British (British)
Ci stiamo sul terreno come se fosse Anfield
Triplosette, spendo sterline, non euro
Ehy ehy, yo yo
Lei ci vede e fa “Woah”
Facciamo crollare i muri come i Pink Floyd
Flexo con tutta la gang dentro il casinò
Indovina cosa esce quando gioco alla slot
Ice, ice, cool, cool (cool, cool)
Troppo inglese, dovrei stare a Liverpool (Liverpool)
Rolls Royce, no, non prendo autobus
Diamanti acquatici, fanno: “Glu-glu”
Non vedi che ho una corona in testa
Sembro la fottuta principessa d’Inghilterra
Ho i nigga sai che dico
Lei dice sempre “Sì”
Ci vedi e dici quanto cazzo sono British bitch
Prynce

Ehi-ehi, uo-uoo
DPG for president (votaci)
Ehi-ehi, uo-uoo (ehi, ehi)
Triplo sette everywhere (everywhere)
Ehi-ehi, uo-uoo
Posso risolvere la crisi (soldi)
Ehi-ehi, uo-uoo (ehi, ehi)
Quanto cazzo sono British

(Ehy bitch)
Ehy ehy quanto cazzo sono British (ehy ehy)
Ho una mazza ma non sto giocando a cricket (bitch)
Mi dice: “Tony sei pazzesco”
Le mie collane sono un patrimonio UNESCO (bling)
Sì sono la regina Elisabetta
Pieno di gioielli, sembra che ho perso la testa
Le dico: “Baby quanto cazzo sei figa”
Mi dice: “Prima me, dopo la mia amica”
La vita è facile
Oro giallo al polso sembra senape
Se lei ti lascia per me, dopo non chiedere
Ehy, sexy Tony, sexy daddy
Tagli all’inglese, a lei piacciono i miei capelli
Giacca Burberry
Quanto cazzo sono British (ehy, ehy)
DPG, triplo sette, siamo i Beatles
Ehy, ho tutto dentro il mio trench
Sto su una Bentley, fanculo il tuo Benz
Don Tony

Ehi-ehi, uo-uoo
DPG for president (votaci)
Ehi-ehi, uo-uoo (ehi, ehi)
Triplo sette everywhere (everywhere)
Ehi-ehi, uo-uoo
Posso risolvere la crisi (soldi)
Ehi-ehi, uo-uoo (ehi, ehi)
Quanto cazzo sono British

Oh my God giro sempre con una figa
Sono così British, penso di essere Dua Lipa, bitch
Sono Antonio Conte al Chelsea
Sterline sul mio tweed ma non ho studiato a Cambridge
Sangue blu come il principino Harry
Quanto sono British, quanto sono trendy
Il collo ghiacciato come un campo da curling
Baronetti come i Beatles
Star come Ringo
Con lei sono dolce come un cucciolo di beaver
Non fottiamo con nessuno proprio come il Regno Unito
Wayne

Ehy ehy, wo-woah
Non ci servono amici
Ehy ehy, wo-woah
Quanto cazzo sono British

1 COMMENT

  1. cara Alessandra , hai colto in pieno. con due figli adolescenti mi ritrovo ad ascoltare tutto il giorno questi cantanti, definiamoli così con un po’ di sforzo, e devo dire che la maggior parte dei testi mi fa letteralmente schifo. ogni tanto sento qualcosa di buono sia per quanto riguarda la melodia che il testo anche se per me, giurassica come mi definiscono i miei figli, e sempre condita con qualche “bitch/shit” di troppo. comunque mi sembrano testi di canzoni d’amore anni 70 in versione volgare…d’amore si canta comunque anche se con volgarità. poi impazzano sesso, droga e soldi come sempre, come ai nostri tempi, ma allora almeno c’era musica e suono e lavoro e ricerca…ma fu anche l’inizio della devastazione, incosciente ai tempi,a causa della droga. Morrison, jenis joplin, jimi Hendrix e tanti ancora. facevano grande musica almeno ma erano persi dentro la droga e la ricerca del successo/riscatto da una vita vissuta spesso ai margini. E come sempre lo specchio dei tempi e ti devo dire che questi li vedo molto molto bassi per livello culturale e sociale come neanche nel medio evo (periodo frizzante almeno di spinta al rinnovamento tra l’altro) . Per quanto riguarda poi i nostri genitori…ricordo mia madre assillata dalla musica nostra che canticchiava “hanno ammazzato Pablo, Pablo è vivo” inorridendo perché l’aveva sentita così tanto che le era rimasta nel cervello e lamentandosi che non si potevano sentire canzoni così…e si parlava di De Gregori!

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