Bambini e Tampone Covid, come comportarsi?

Ultima modifica 29 Ottobre 2020

Già da qualche tempo l’autunno ce ne regala di tutti i colori: di foglie e di acciacchi! Colpi di tosse, starnuti e mal di pancia sono frequentissimi in questa stagione, ma quest’anno sono super “attenzionati” da grandi e piccini.

Bambini e Tampone Covid, come comportarsi?

tampone

Manteniamo la calma.

L’agitazione dell’adulto viene immediatamente colta ed interiorizzata dal bambino, che potrebbe dedurre (se già non lo pensa) di essere gravemente malato ed in pericolo.
Ma dalle statistiche emerge, ad oggi, che i bambini avrebbero meno probabilità di contrarre il virus e che, se contagiati, assai di rado manifestano sintomi gravi a tal punto da dover essere ospedalizzati.

Spiegare.

Va detto al bambino che, anche se rara, permane la possibilità che il virus si sia intrufolato nel suo corpicino e che è quindi necessario fare un esame per sapere se c’è, per potersi poi curare nel modo giusto.
Potremmo spiegarlo così: “Questo esame si chiama tampone e consiste nell’infilare nel naso un lungo cotton-fioc, farlo bagnare di muco tamponando (appunto) le pareti umide del naso e poi analizzare il muco raccolto con macchinari molto speciali.
Questi macchinari ci diranno se il virus è entrato o no.
Ci diranno come curarci, ma per scoprirlo hanno bisogno di qualche giorno.
Ecco perché rimarremo in casa finché non avremo la risposta: se quel dispettoso è entrato nel tuo corpicino, lo terremo imprigionato lì, dove lo sconfiggeremo con delle potenti medicine, e non gli permetteremo di entrare nel naso di nessun altro!”

Dire loro, sempre, la verità

Quando il bambino chiederà “farà male?” evitare rassicurazioni o minimizzazioni come “non sentirai niente”. E’ molto meglio dire “sentirai un po’ di fastidio perché per essere sicuri di aver cercato il virus proprio dappertutto, il cotton-fioc deve frugare per benino tutto il naso, anche nei nascondigli più profondi.
Ma sarà questione di attimi”. Dire la verità permetterà al bambino di mantenere una buona relazione di fiducia con il genitore, di sentir validato il suo “fastidio” e di potersi preparare a riceverlo (magari accorgendosi, a cose fatte, che non era poi così fastidioso).

Validare le emozioni

Se il bambino si mostrerà impaurito, mostrarsi comprensivi.
Avere paura di cose nuove è normale, ma possiamo affrontare insieme questa paura e trasformarla in coraggio! Anche la tristezza e la rabbia del dover rimanere a casa sono da comprendere e validare, è sicuramente spiacevole non poter giocare con gli amici per qualche giorno, ma si può trasformare la rabbia in energia e la tristezza in creatività: fate una lista di attività divertenti da fare insieme!

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