Ultima modifica 3 Agosto 2020

Devo essere una delle poche persone che non segue questa notissima trasmissione televisiva, ma lo schermo piatto in cucina non ce l’ho perché sono egocentrica e voglio tenere banco io, all’ora di cena, chiacchierando e aiutando i bambini a raccontare le loro avventure a papà. Sembrerà strano, ma mio marito si siede a tavola proprio all’ora di Striscia la Notizia e, fortunatamente, ha ancora un briciolo di energia per interagire con noi, dopo una pesantissima giornata di lavoro.

Un’amica mi ha fatto notare il servizio, andato in onda giovedì 29 marzo, che ha creato una forte discussione nell’ambiente della pasticceria soprattutto ora, che a Genova si tiene la Fiera Primavera fino al 1 aprile e che si occupa anche di Cake Design.

Per chi come me quella sera se lo fosse perso, questo è il link di riferimento:

Servizio di Striscia la notizia sul Cake Design

Il cake design prima di tutto è arte. Trovo abbastanza banale il confronto tra torte spettacolari e quelle casalinghe, sono due aspetti della stessa medaglia. Come mamma, posso dilettarmi in mirabolanti composizioni solo in occasioni speciali in cui posso avere tanto tempo a disposizione e i figli fuori dalla zona cucina almeno per una giornata intera. La statistica dice che ci sono più probabilità che io vinca al superenalotto piuttosto che riesca a fare una torta a quattro piani con decorazioni degne del Boss delle Torte (e sappiamo tutti quando sia credibile il gioco legalizzato dallo Stato).

Direi che, a parte, poche casalinghe particolarmente dotate, il cake design si rivolge principalmente ad addetti del settore che non hanno problemi con la traduzione delle etichette. Anche se non penso che sia un problema davvero così sentito, visto che tutti ormai hanno un paio di reminiscenze scolastiche e qualche mezzo informatico, come il traduttore on line, utile alla comprensione.

Trovo invece più spinosa la questione della scadenza, che dovrebbe assolutamente essere indicata, senza nessuna scusante, anche in ogni piccola confezione.

Diciamo che sicuramente c’è un problema sull’etichettatura dei prodotti importati

Problema che dovrebbe essere risolta all’origine, con una legislazione appropriata, senza obbligare i rivenditori ad assumere personale per ovviare a questa lacuna. Non dimentichiamo, infatti, che sono persone semplici che cercano solo di trovare la dignità in un lavoro onesto.

Il problema di quanto siano salutari queste torte invece mi lascia basita. Possibile che condanniamo prodotti di questo tipo, che almeno a casa mia non vengono consumati tutti i giorni, e non ci preoccupiamo invece dei conservanti e dei coloranti presenti in prodotti industriali che compriamo abitualmente? Avete mai pensato agli aromi, contenuti quasi ovunque, che scatenano reazioni allergiche di vario tipo? Senza parlare della frutta e verdura fuori stagione che è consumata in grandi quantità.

Non condanno il servizio di Fabio e Mingo, che sollevano un tema comunque importante. Penso solo che abbiano voluto colpire un settore, che non rappresenta un vero pericolo per la nostra salute quotidiana. Miglioriamo l’etichettatura sicuramente ma affrontiamo la questione della buona tavola da aspetti più concreti.

Abbiamo mai fatto veramente attenzione all’etichetta della panna spray?

La mia vita perfettamente pianificata è scoppiata come una bolla di sapone. Ora ricomincio da me: Sara, una donna separata, mamma single dei due bambini più belli del mondo e commessa part time per semplice necessità economica

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