Come valutare le quantità di zucchero che assumono i nostri figli

Ultima modifica 18 Novembre 2021

In questi lunghi mesi (tra poco diventeranno un anno) in compagnia del COVID-19, caratterizzati da restrizioni che ci hanno costretto a passare più tempo a casa del solito, uno dei temi più urgenti e importanti per molte persone è stato il mantenimento della forma fisica propria e dei figli.

zucchero

Quando si mangia troppo…

Intendiamoci bene: questa è una questione che attraversa le nostre quotidiane sempre, al di là della pandemia.

E’ qualcosa di estremamente complesso, che riguarda lo stare bene con noi stessi, l’accettarci per quello che siamo, il modo in cui appariamo e ci relazioniamo agli altri, i mille significati del cibo, ecc. Tuttavia, in un periodo in cui le attività sportive sono limitate e le palestre chiuse, tale questione assume un’importanza maggiore del solito.
E iniziamo ad  interrogarci ancora di più su una componente fondamentale per la nostra forma fisica: l’alimentazione quotidiana.

Un gruppo di ricercatori tedeschi ha recentemente pubblicato un articolo molto interessante su questo tema, focalizzato sul tema del rapporto genitori-figli.
Più precisamente, l’articolo si pone la seguente domanda:

noi genitori siamo davvero così bravi a valutare le quantità di zucchero (considerato tra le cause principali di obesità e sovrappeso dall’Organizzazione Mondiale della Sanità) che i figli ingeriscono nelle loro diete?

Per rispondere a questo interrogativo, i ricercatori hanno preso in considerazione un campione di 305 famiglie con un figlio tra i 6 e i 12 anni.
A ogni bambino veniva misurato l’Indice di Massa Corporea. Al genitore che si occupava dei pasti del figlio era somministrato un test al computer.
In tale test il genitore doveva stimare in modo intuitivo (più prosaicamente, “a occhio”) la quantità di zucchero presente in una serie di alimenti (per esempio, la pizza, il ketchup, il miele, lo yogurt, il succo di frutta, ecc.).
Per aiutare il genitore in questa stima, i ricercatori dicevano di usare come riferimento un cubetto di zucchero, che corrisponde all’incirca a 3 grammi di zucchero.

I risultati del test

I risultati ottenuti mostrano che la maggioranza dei genitori del campione (ben 224 su 305!) sottostimavano la quantità di zucchero presente nei diversi alimenti, specialmente per quanto riguarda quelli considerati “sani”.
Per esempio, moltissimi consideravano in modo erroneo che lo yogurt alla frutta avesse meno zucchero del ketchup. Inoltre, emerge anche che i genitori che facevano maggiori “stime al ribasso” avevano figli con un Indice di Massa Corporea più alto.
Sebbene questo dato sia allarmante, esso è di natura correlazionale e dunque non permette di affermare che tutti i genitori che sbagliano le stime tendono ad avere figli sovrappeso od obesi. Molto brevemente, questo dato richiede ulteriori ricerche per essere meglio compreso.

Tuttavia, l’articolo nella sua totalità mostra qualcosa di interessante: noi genitori siamo esseri umani e non sofisticati “strumenti di precisione” in grado di misurare adeguatamente le quantità (in questo caso specifico, lo zucchero), anche se intuitivamente ci sentiamo molto bravi e capaci di farlo.
Ciò significa che, almeno per quanto riguarda gli alimenti che mangiano i nostri figli, possiamo ricorrere a fonti più affidabili della nostra intuizione (del nostro “colpo d’occhio”).

Una buona idea potrebbe essere, per esempio, quella di spendere qualche minuto in più per controllare le informazioni presenti sulle etichetti dei prodotti che compriamo ai nostri bambini e ragazzi!

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