Ultima modifica 25 Ottobre 2022

Una notizia che sta spopolando sul web in questi ultimi giorni, riguarda la decisione di rendere alcuni classici Disney non adatti ai minori di 7 anni.

Diverse testate giornalistiche, blog, post sui social riportavano sempre la stessa notizia con le medesime informazioni:

Tre classici Disney vengono vietati ai minori di 7 anni perché si ritiene contengono degli stereotipi e dei messaggi dannosi e razzisti!

Avete letto bene? Io ho scritto Classici Disney non adatti e non vietati, come i diversi articoli nel web. Questi film non sono vietati ma viene indicata un’età preferibile per guardarlo.

Nello specifico l’elefantino Dumbo sarebbe sotto accusa per i versi di una canzone giudicati irrispettosi verso il popolo afroamericano.

Classici disney vietati

Peter Pan invece per l’appellativo “Pellirossa”usato contro i nativi americani della tribù di Giglio Tigrato.

Ed infine, i dolcissimi Aristogatti sarebbero nell’occhio del ciclone per Shun Gon, il gatto siamese batterista con denti spioventi, occhi a mandorla e bacchette. Questa sarebbe una caricatura ed un offesa del popolo asiatico.

La mia reazione ai classici Disney non adatti ai minori di 7 anni è stata questa: stanno scherzando, non ci credo!

Così, mi sono presa del tempo ed ho pensato…

Volevo avere maggiori informazioni, se la stampa italiana non riesce a darmele devo cercare in quella straniera.

Ho letto articoli dove questa notizia era riportata meglio e con delle considerazioni che mi hanno fatto riflettere.

Inoltre, mi sono chiesta perchè 7 anni e non un’ altra età?

La risposta potrebbe essere che i pregiudizi e gli stereotipi compaiono nella mente dai bambini dai 4 anni per rafforzarsi poi intorno ai 7 anni.

Per quanto riguarda invece le immagini, ammetto che effettivamente delle rappresentazioni di stereotipi, pregiudizi e qualche immagine a sfondo razzista c’è ma non la troviamo solo in questi cartoni sopra citati.

Infatti, all’inizio della sua era, Disney aveva creato I racconti dello zio Tom, dove i riferimenti razzisti erano palesi.

Con questo non sto dicendo di essere d’accordo con la loro decisione, assolutamente, secondo me questi cartoni dovrebbero avere il tag 0+ ed essere visti da tutti i bambini.

Classici disney vietati

Perché parliamoci chiaramente quando un bambino di due anni guarda gli Aristogatti, nella scena dove appare Shun Gon, sarà attento a guardare le caratteristiche dei musicisti?

No, si divertirà a ballare o a cantare trascinati dal sound, perché è un momento di festa!

Quindi, un bambino di 2 anni o 3 anni che guarda gli Aristogatti e vede il gatto con i tratti orientali non penserà mai che questo possa essere una caricatura per ridicolizzare quella cultura.

Stessa cosa per Dumbo e per Peter Pan, bambini piccoli non sanno cosa hanno patito gli schiavi nelle piantagioni o le torture che hanno subito gli indiani d’america.

Il bambino vede una storia divertente, nel caso di Peter Pan, vede degli uomini a torso nudo che battono le mani su dei tamburi cantando canzoni.

Certo, possiamo dire che stiamo stereotipando o ridicolizzando un popolo, ma è così che ci è stato sempre rappresentato.

Ora, io che sono adulta so che i nativi americani, non si vestono così e non attuano i rituali riportati da Peter Pan.

Ma un bambino ci vede solo un momento divertente che magari può diventare anche spunto di dialogo e magari d’insegnamento.

Un bambino può chiedere: “Mamma ma perchè sono vestiti così?” e si inizia a spiegare…

Più i bimbi sono piccoli, più sono curiosi e gli si può insegnare a pensare senza utilizzare pregiudizi e stereotipi.

Infine, se si mantiene questa linea di pensiero la Disney dovrebbe “censurare” quasi tutti i suoi cartoni

Se si è optato per questa scelta allora la lista di classici Disney da oscurare non cesserebbe, se ci fate caso anche il popolo italiano viene sempre stereotipato.

Per gli americani noi siamo tutti napoletani, pizzaioli, con la pancia e gesticoliamo.

Ma non mi pare che qualcuno abbia deciso di far diventare Lili e il Vagabondo over 7, per l’immagine del ristoratore italiano che dona loro il piatto di spaghetti.

La stessa cosa potremmo dirla delle “Principesse” che non fanno altro che pulire casa, anche non la loro come Biancaneve ed essere perennemente salvate da un principe.

Nella maggior parte dei casi, questo non fa nulla se non essere di sangue reale e di bell’aspetto.

Volete dirmi che questo non è un pensiero stereotipato della donna che viene insegnato alle bambine?

Brave in cucina, che si devono occupare della casa e che devono essere devote al marito.

Classici disney vietati

Il mio ragionamento fila se cavalchiamo l’onda delle motivazioni per censurare questi classici Disney, ma noi siamo adulti.

Siamo adulti che hanno un background e che magari siamo attenti ad analizzare nel minimo dettaglio ogni aspetto.

I bambini, quelli più piccoli, si godono il cartone, la storia e forse i personaggi ma non vedono dietro tutti questi ragionamenti che vi ho appena fatto.

Concludendo, capisco le ragioni che hanno portato a questa decisione e le condivido come  pensiero d’adulto ma non sono assolutamente d’accordo con la politica di consentirne la visione ai bambini dai 7 anni.

Magari, la Disney potrebbe inserire il messaggio che ora viene pubblicato prima dell’inizio del film che riporta:

“Questo programma include rappresentazioni negative e/o denigra popolazioni o culture. Questi stereotipi erano sbagliati allora e lo sono ancora. Piuttosto che rimuovere questo contenuto vogliamo riconoscerne l’impatto dannoso, imparare da esso e stimolare il dibattito per creare insieme un futuro più inclusivo”.

Specificando quali sono questi comportamenti, in modo da spiegare al bambino che sono dannosi.

La politica del proibizionismo non ha mai funzionato, l’America deve saperne qualcosa, anzi ha solo peggiorato la situazione non permettendo il dialogo.

Almeno, questo è il mio pensiero…

Voi che ne pensate? Ad ogni modo vogliamo rassicurarvi che, su Disney + Italia non è cambiato niente!

Classe 1985 nata e cresciuta a Milano, meglio Cormano. Sono laureata in scienze sociali applicate ma nella vita ho fatto un pò di tutto. Da febbraio 2017 ho lasciato il nord per trasferirmi a Catania con la famiglia! Sono mamma di due piccole pesti che adoro, anche quando mi fanno impazzire. Dal 2020 ho iniziato a lavorare come content writer/copywriter e successivamente ho preso la qualifica con Meta in Social Media Marketing. Amo viaggiare, la lettura, il cinema, le serie tv ed il baseball/softball.

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