Dieci spunti per genitori adottivi: seconda parte

Ultima modifica 26 Settembre 2017

Qualche tempo fa, avevamo già analizzato i primi 4 spunti per genitori adottivi forniti da Christina Romo.
Oggi proseguo ad analizzare gli altri.

Punto n.5: Ho bisogno che mi aiuti a imparare qualcosa sul colore della mia pelle o sulla mia cultura d’origine, perché per me è importante. Non ti assomiglio, ma ho bisogno che tu mi dica, con le parole e con i gesti, che non c’è problema nel fatto di essere diversa.

Punto n.6: Ho bisogno che tu sia il mio avvocato. Ci saranno persone nella nostra famiglia, a scuola, nel vicinato, nella sala d’attesa del pediatra che non capiranno l’adozione. Ho bisogno che tu spieghi loro questa cosa.

Questi due punti sono insindacabili.
La vostra origine, cultura e colore della pelle è assolutamente insignificante nel senso che non ha nessun tipo di impatto negativo su un genitore che ha fatto la scelta di accogliere un bambino figlio del mondo e annulla ogni tipo di recriminazione su questo.
Ti assicuro che, almeno qui in Italia, questi punti sono ampiamente discussi all’inizio del percorso quindi non ci dovrebbero (uso sempre il condizionale) essere problemi a riguardo dopo.
Poi potrete anche avere differenze somatiche ma, dopo qualche tempo, siete più simili a noi di quanto possiate immaginare nelle parole, nei gesti e soprattutto nelle abitudini.
Ed è lì che noi genitori ci riconosciamo. I -guarda ride proprio come suo padre- oppure – certo che quando fai così, sei tutta tua madre- si sprecano. Però il resto del mondo può non pensarla così quindi, avvocato dell’adozione lo sono diventata dal primo momento che ho scelto questo percorso e cioè molto prima che tu arrivassi.

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Punto n.7: In qualche momento potrò chiedere o voler cercare la mia famiglia biologica. Puoi anche dirmi che queste persone non sono importanti, ma non avere un rapporto con loro ha lasciato un vuoto nella mia vita. Tu sarai sempre la mia famiglia. Se chiederò o cercherò la mia famiglia biologica non significherà che ti voglio meno bene. Vivere senza conoscere la mia famiglia biologica è stato come fare un puzzle a cui mancano dei pezzi, e conoscere qualcosa al riguardo può aiutarmi a sentirmi più completa.

La famiglia biologica c’è sempre, anche quando sembra non esserci. Siete certi che la paura rispetto al pensiero che possiate amarci di meno se cercate i vostri genitori biologici non sia più una vostra paura che nostra? Noi ci conviviamo dal momento che arrivate a noi; il paragone con i vostri genitori biologici, quello sbatterci in faccia ad ogni scontro il fatto che non lo siamo e quindi che cavolo vogliamo…e via andare, ce lo rendono costantemente presente nel nostro cervello ad anche nel nostro cuore. Stanne certa, la famiglia biologica nel bene o nel male è sempre presente quindi importante. Anzi, a volte, è talmente presente che sembra proprio che nel vostro cervello e nel vostro cuore non ci sia spazio per altro. E sul “Tu sarai sempre la mia famiglia” potrei farti conoscere storie che non hanno questo lieto fine per quanto un genitore possa fare o dire in alcune o un figlio possa fare o dire in altre.

Punto n.8. Per favore, non aspettarti che io sia grata per il fatto di essere stata adottata. Ho sopportato una perdita tremenda prima di diventare parte della tua famiglia. Non voglio discorsi del tipo “Tu mi hai salvata e dovrei esserti grata”. L’adozione riguarda la formazione delle famiglie per sempre, non la carità nei confronti di un bambino.

GRATITUDINE: parola impronunciabile nel mondo adottivo.

Vediamo qual è il significato della parola. Gratitudine: Sentimento di affettuosa riconoscenza per un beneficio o un favore ricevuto e di sincera completa disponibilità a contraccambiarlo.
Ecco, non mi sembra quella bestemmia che diventa quando se ne parla fra genitori e figli.
Fermo restando che l’adozione parte dal diritto di ogni minore orfano, lasciato o abbandonato che sia di avere una famiglia che trova nel desiderio di una coppia di aprire la sua famiglia a tale minore questo dovrebbe essere un sentimento presente da entrambe le parti.
Io sono estremamente grata ai miei figli di aver arricchito la mia vita, sono loro grata per avermi dato la possibilità di essere madre (e qui si va nella situazione in cui non se ne sarebbe avuto l’opportunità in altro modo), sono grata di aver ricevuto da loro questo beneficio.
E sì, un po’ mi sento salvata da quello che nella mia convinzione sarebbe stata una vita a metà.

Dire GRAZIE o dimostrare gratitudine non va mai preteso, va donato.
Un genitore adottivo o biologico che sia lo regala al figlio e un figlio dovrebbe donarlo al proprio genitore.

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Non vi possono essere pretese, hai ragione ma che sia diventata una parola impronunciabile mi sembra decisamente eccessivo. E poi ammettiamo anche che esistono molti casi di abbandono e così ci può stare anche la cosa di essere stati salvati. Salvati da un destino che avrebbe potuto riservarvi una sorte anche peggiore.
Le cronache sono piene di brutte storie sui bambini in tutto il mondo, ma, al di là che non tutte le situazioni sono inquadrabili in questo frangente, non è opera nostra il vostro salvataggio; noi eravamo lì nel momento giusto per accogliervi e punto.

Noi abbiamo scelto di accogliervi, nessuno vi ha inserito nella nostra famiglia senza chiedere il nostro parere come è successo a voi.

La realtà dei fatti è questa e va accettata senza pararci gli occhi. Sarete poi voi a dover fare i conti con questo, a decidere se vi siete sentiti salvati o meno e se sarà motivo o meno di sentirsi grati per questo. Saranno scelte vostre e solo vostre.

Punto n.9. Non aver paura di chiedere aiuto. Posso aver bisogno di aiuto per far fronte alle perdite che ho vissuto e ad altre questioni collegate all’adozione. Forse ne hai bisogno anche tu, ed è del tutto normale. Unisciti ai gruppi di sostegno per le famiglie adottive, ad esempio. Può richiedere che tu esca dalla tua zona di comfort, ma ne vale la pena.

Su questo sfondi una porta aperta! Sono la prima a dire, da sempre, che bisogna non solo cercare aiuto quando serve. Io mi auguro che quanto prima venga reso obbligatorio un post adottivo immediato, continuo e approfondito ma, almeno qui in Italia, questo ancora non esiste proprio. Anzi, chi cerca aiuto spesso non trova nessuno con cui rapportarsi se non altre famiglie che spesso vivono, o hanno vissuto, momenti simili. Le associazioni genitori stanno chiedendo a gran voce che le strutture pubbliche, la scuola e tutti coloro che si relazionano con i nostri figli si aggiornino. Trovare poi uno specialista che conosca il mondo adottivo e le problematiche legate all’adozione…quasi un’utopia.

Punto n.10. L’adozione è diversa per tutte le persone. Per favore, non paragonarmi ad altre persone adottate. Guarda all’esperienza altrui solo perché ti aiuti a trovare il modo migliore per comprendermi. Rispettami come individuo. Il nostro viaggio non finirà mai. Non importa quanto possa essere difficile il cammino, e indipendentemente da dove porti, il fatto di percorrerlo insieme farà tutta la differenza.

“Non paragonarmi ad altre persone adottate” …ma ogni tanto rigirarsi i consigli verso sé stessi è così difficile? Anche noi genitori siamo tutti diversi quindi, se io non devo fare paragoni, sarebbe il caso che anche voi evitaste di fare, per tutta la vita nel bene o nel male, il paragone con i vostri genitori biologici.

Loro hanno fatto delle scelte, noi altre. Rimanere sui propri traumi come un criceto sulla sua ruota, non aiuta nessuno. Una volta arrivati all’età della ragione( lo so, ci si dovrebbe chiedere quando è che si raggiunge ‘sta benedetta età della ragione) bisognerebbe fare un bel lavoro su sé stessi e cominciare a guardare il passato con il giusto distacco e provare a dirsi: “ok è successo, ed è successo proprio a me ma sono qui ed ho una seconda opportunità; allora coglietela questa benedetta seconda opportunità senza stare sempre lì con il martello pneumatico nelle mani per vedere se i pilastri di tale opportunità sono in cemento così armato da resistere a qualsiasi urto.
Questo vale per noi ma anche per voi. Siamo tutti esseri umani non pilastri in titanio.

Alla fine penso che siamo partite proprio da due punti differenti del percorso.
Io già un po’ MAD e tu forse, ma è solo una mia supposizione ovviamente, un po’ FAD. Mi auguro che questi tuoi consigli siano letti dai futuri genitori adottivi e non solo quelli che lo sono già e magari da un pezzo.
Alcune di queste indicazioni sono umanamente di difficile applicazione costante e giornaliera e si corre il rischio di far apparire l’adozione come un percorso troppo complicato per le umane debolezze e accessibile per i pochi “santi” in circolazione.

Per fortuna rimane in ogni persona l’inguaribile romantica convinzione di essere più bravi degli altri (e quindi si rimane convinti che a noi non succederà mai nulla di brutto) altrimenti temo che non solo l’adozione andrà man mano riducendosi di numero ma pure la genitorialità biologica.

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