Ultima modifica 13 Marzo 2017

Essere genitore è una mission, un lavoro infinito da compiere giorno dopo giorno senza stancarsi mai o darsi per vinti, con amore e devozione certo ma senza dubbio con innumerevoli fatiche.

Crescere un figlio non è cosa da poco, soprattutto se si è di ruolo 24 ore su 24 e le ripercussioni sono dietro l’angolo. Personalmente dubito che i genitori stiano ogni secondo della propria vita estasiati dal proprio compito con cuoricini che fuoriescono dagli occhi. La verità è che gli occhi magari ti escono dalle orbite alla milionesima volta che senti chiamare “mamma” o alla centesima volta che dici “lavati i denti, metti il pigiama”, “usiamo parole gentili, niente parolacce da scaricatore amore”.

Educare è una mission da quando questi esserini vengono al mondo fino alla fine dei nostri giorni, lo sa chiunque, essere genitori è per la vita!

Ma se lo sanno davvero tutti, perché a volte si spegne l’interruttore?
Perché ci si aspetta che altri educhino i nostri figli al nostro posto?
Maestre, educatori, professori, nonni possono essere delegati nel compito educativo oltre che nelle cure?
C’è veramente una motivazione per cui i genitori hanno il diritto di delegare nell’educazione dei figli?
Assolutamente no!

Anche se è difficile, anche se imbarchiamo acqua non ci si può lasciar affogare… mai con i propri figli!

Trovo sconcertante quando si addita la scuola come mancante nell’educazione dei bambini o ragazzi, sempre pronti ad additare all’esterno e soprattutto lontanissimo da noi stessi. Perché vedere le nostre mancanze come figure di riferimento è inaccettabile, il nostro ego ci vede sempre come genitori top, eccezionali, preparati a qualsiasi evenienza, padri e madri di figli perfetti, piccoli educatissimi dalle prestazioni formidabili.

Eppure c’è una leggera discrepanza tra apparenza e realtà: ammettere difficoltà e problematiche è una delle cose più difficili da fare, denudarsi e ammettere i propri limiti quasi un evento da apocalisse… tutta questa perfezione è disarmante!

Viviamo in ambivalenza continua tra l’amore e il sacrificio, tra l’essere e l’apparire,  ma questa ambivalenza non si dovrebbe portare anche nelle dinamiche educative, li vige la coerenza sempre! Coerenza nelle strategie, nei modi, nelle regole, nella sostanza e soprattutto nel tempo: non si può scegliere la coerenza a giorni alterni, se si decide che si va in quella direzione oggi, ci si andrà anche domani, perché il bambino è un essere abitudinario, li stanno le sue certezze, nel prevedibile e nel riconoscibile.

Le regole, i limiti e la coerenza educativa danno sicurezza, a qualunque età!

Niente scuse o scappatoie genitori, cerchiamo la coerenza sempre sia dentro di noi che nel nostro partner educativo per il bene dei nostri figli. In questo modo le strategie verranno se si avrà la forza di accettare debolezze e fragilità così arriverà anche l’energia per far fronte a tutte le nuove sfide che il ruolo genitoriale ci impone!

® Riproduzione Riservata

Psicologa, mamma di Ludovica, quasi tre anni e neo mamma di Tommaso. Non amo fermarmi, non amo le limitazioni, sono testarda, odio le ipocrisie e le incoerenze, adoro leggere e viaggiare, ancor di più da quando lo posso fare con mia figlia!

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