Ultima modifica 14 Settembre 2020

In questo periodo piuttosto critico fra dibattiti più o meno intelligenti sulla scuola ci sono alcune persone decisamente protagoniste e poco ascoltate : i bambini.

Gli “ esperti”, ancora non ben identificati, parlano dei nostri bambini come se fossero tutti uguali. Con la stessa tipologia di famiglia. Tutti con la possibilità di recarsi da un pediatra, con grande spirito di adattamento alle nuove regole, insomma tutti inseriti in famiglie perfette.
primo giorno scuola
Dopo anni di scuola, prima come docente e poi come mamma, ancora non ho imparato a gestire tante piccole personalità che ho di fronte.
Ci sono bambini che non hanno computer e stampante, per cui la DAD diventa di una difficoltà enorme davanti ad un micro schermo di un cellulare.
Ci sono bambini con genitori che lavorano e non hanno nonni ( non è così scontata la loro presenza come pensano i pedagogisti ), c’è chi non li ha oppure li ha ma non sono operativi.
Ci sono bambini che hanno fratelli e madri che si dividono fra più figli.
Ci sono padri o madri assenti.
Ci sono padri o madri infelici e poco empatici.
Ci sono problemi di salute, di soldi, situazioni al limite anche.
Poi ci sono fortunatamente anche le famiglie dove va tutto bene, ma che fatica comunque…

Quindi è riduttivo e ignorante parlare dei bambini come un’unica grande entità.

La scuola ha un dovere, ricordarsi di questo.
I nostri figli si trasformeranno emotivamente nel momento in cui a scuola vedranno che le regole sono decisamente cambiate, che non potranno più abbracciare o toccare un compagno per giocare. Non potranno più abbracciare la maestra, alzarsi dalla sedia un attimo, andare in bagno quando vorrebbero. Si accorgeranno che tutto è cambiato quando non potranno più far giochi di squadra ma solo individuali, non potranno vedere i sorrisi, o avere quella vicinanza FONDAMENTALE per la loro crescita.

Il ministero dell’Istruzione non dovrebbe dimenticare questo aspetto.

Chi se ne frega dei banchi a rotelle, lasciami il banco di legno, però Caro Ministro Azzolina mandaci nozioni importanti da seguire, e ricordati che dovranno essere seguite di fronte ad un paio di occhioni smarriti.
Gli insegnanti sono una categoria dalla quale abbiamo ricevuto tanto in questo periodo, ci hanno dato sostegno morale, psicologico, pedagogico.
Anche loro si trovano con le mani legate di fronte a questo maledetto virus.
Molti di loro affermano che purtroppo la scuola non è stata dotata di tutto ciò che servirebbe. Ad esempio le mascherine tardano ad arrivare oppure arrivano in quantità insufficiente.
Si barcamenano come possono cercando di sostituire gli abbracci ed il contatto fisico solo con sguardi dolci e profondi dietro alle mascherine.

Ho parlato con alcune insegnanti e in questo momento le vedi più mamme che maestre.

Fanno tenerezza i nostri figli.
Certamente la fascia d’età scolare, specialmente i più piccoli, ci hanno sorpreso con uno spirito d’adattamento incredibile.
Però sono bambini e hanno bisogno di vivere appieno la loro vita.
Aiutiamoli con tutto il nostro amore, coraggio, forza.

Peccato però che non sempre sia tutto “perfetto”.

Ci sono i bambini disabili di cui non ho proprio mai sentito parlare e che necessitano di estrema cura e attenzione anche fisica.
Dimenticati per tutto il lockdown, messi da parte in questo periodo in cui “vinca il più forte”.
Ecco, per loro cosa dobbiamo aspettarci?
La scuola è l’istituzione più importante senza peccare di presunzione.
I bambini rappresentano il nostro tesoro più grande… un oro che non sappiamo lucidare.
Non fermiamoci a commentare sui social.
Cambiamo le cose, fermiamo questo modo di vivere sempre così provvisorio e poco lungimirante. Lo dobbiamo a loro.
Credo che si possa aiutarli in qualche modo ad affrontare quest’anno scolastico così ‘diverso’.
Aiutateci con le idee e professiamole facendo incidere il nostro pensiero su ciò che può decidere un ministero che non sempre spicca per ottimi risultati.
Aiutiamoli magari non caricandoli di compiti per permettere loro di avere più tempo libero dopo una scuola che gli tappa la bocca ed il contatto sociale suo malgrado… a casa abbiamo sempre tanto da fare noi mamme fra compiti, catechismo, sport, commissioni, casa ecc … lasciateci del tempo libero per loro.
Non facciamoli “lavorare” di pomeriggio, alterniamo materie più impegnative con momenti di svago seppur sedentarie.

Sono bambini… ricordiamocelo!

Creiamo serenità e positività. I bambini ne trarranno benefici.
E che Dio ce la mandi buona, e magari anche un pediatra in caso di necessità.
Da Bergamo è tutto. In bocca al lupo.
Elisa, mamma, piemontese, politically correct, mi piace scoprire il "vero" di ogni cosa. Ho vissuto in Spagna, lavorato anche all'estero, ma ora faccio la mamma e sono nella "cumpa" delle new mums

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