Ultima modifica 19 Novembre 2019

Una delle prime cose che un cucciolo deve imparare, quando arriva a casa, è che gli umani non si mordono, e neppure si masticano, per gioco, perché hanno la pelle molto più sottile di quella dei colleghi a quattro zampe.

Certo che, piuttosto che pretendere che il cane capisca il  nostro linguaggio, è meglio parlare il suo.

cucciolo-dorme

Cosa è meglio non fare: 

Tirargli un urlaccio, pensare di ricorrere alla forza fisica, urlagli “NO!”

Tra due cuccioli, se uno si mette ad abbaiare o a mordere davvero forte, l’altro non smette certo di giocare: anzi, raddoppia gli sforzi per battere l’avversario. Il gioco della lotta non è un divertimento fine a se stesso: lottando i cuccioli imparano le tecniche di attacco e di difesa che un domani potranno essere loro utili.

Quindi, quando un cucciolo si accorge che sta per soccombere, fa tutto il possibile per lottare “di più e meglio”. Alle dimostrazioni di forza fisica reagisce, mettendocela tutta.
Il concetto è un po’ quello del “quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare”.
Se poi il cucciolo duro non fosse affatto, ricevere spintoni e botte otterrebbe solo lo scopo di spaventarlo e di fargli pensare che gli umani non sappiano giocare senza diventare cattivi e violenti: un’idea che è decisamente meglio non mettergli in testa.

Gli urlacci “BASTA!” o “NO!”
durante una lotta per lui
equivalgono a ringhi e abbai dell’avversario

In pratica a urla di eccitazione che eccitano pure lui. Non ha importanza che conosca o meno il significato del “NO!”: se glielo urlate mentre è eccitato e su di giri, per lui sarà un suono di guerra come un altro.

Ignorarlo, voltarsi dall’altra parte, non considerarlo, immobilizzarsi.

Questo è il metodo consigliato dai seguaci del metodo gentile basato su un concetto corretto (se non dai attenzione a quello che sta facendo, il cane smetterà di farlo).  Quasi sempre però insufficiente ad arginare l’ardore di qualcuno che, mordendoti, vuole appunto tutta la tua attenzione.
E ha anche voglia di giocare.
La reazione più classica del cucciolo al nostro immobilizzarsi è quella di saltarci addosso a piè pari per richiamare quell’attenzione che gli stiamo negando. Anche perché lui, appunto, vuol giocare.  Possiamo riprodurre il comportamento delle mamme quando sono stufe di giocare che solitamente si alzano e se ne vanno: e questo sì, si può fare… se siamo in casa nostra, però! Non certo se ci troviamo in mezzo a un parco o nell’area cani cittadina.
Mica si può piantare un cucciolo in mezzo a una strada.
Per di più l’andar via della mamma, in condizioni di libertà, si traduce quasi sempre nel fatto che il cucciolo, ancora eccitato e voglioso di giocare, va a cercarsi un’altra vittima (solitamente un fratellino) e si sfoga con lei.

Così, quando torna la mamma, la “matteria” gli è ormai passata.
Se noi facciamo la stessa cosa in casa nostra, il cucciolo non avrà nessun altro con cui sfogarsi e, quindi, al nostro riapparire, le cose torneranno al punto di partenza.
“Ohhhh! Finalmente sei tornato! Ora possiamo giocare!”

Riminese trapiantata per amore in Umbria da ormai 18 anni. Ex dietista e mamma attempata, di due fantastici figli del cuore che arrivano dal Brasile. Ma il tempo passa e i figli crescono (e non sia mai avere mamma sempre fra i piedi) ho ripreso a studiare e sono diventata Mediatore familiare, civile e commerciale. E a breve...mediatore penale.

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