Qualche piccola indicazione per i genitori (sia di vittime sia di bulli)

Ultima modifica 28 Aprile 2021

Parliamo di vittime e bulli. Sebbene a noi psicologi vengano spesso richiesti consigli e indicazioni, non è sempre facile riuscire a darli.
Questo sia perché ci si rende conto che essere genitori, coinvolti in certe dinamiche e situazioni, non sempre permette di essere obiettivi sia perché (fortunatamente o sfortunatamente?) non esistono formule o bacchette magiche capaci di risolvere tutto e subito.

Inoltre, ogni problema o situazione tende a essere “una storia a sé” ovvero diversa dalle altre, con caratteristiche proprie.

vittime e bulli

In altre parole, sarebbe improprio e sconsigliabile generalizzare.

Tuttavia, a conclusione di questo percorso sul bullismo, mi permetto di fornire alcune linee generali su come comportarsi.
Partirò fornendo qualche indicazione per tutti i genitori per poi focalizzarmi sui “genitori di vittime” e sui “genitori di bulli.

VITTIME E BULLI.
Qualche piccola indicazione per i genitori

vittime e bulli

In generale.

  • Fidarsi delle proprie impressioni e sensazioni, almeno all’inizio, ricordandosi che non ci sono persone che conoscono meglio i figli dei genitori (almeno potenzialmente). Dunque, se notate che ‘qualcosa non quadra o di insolito’ nel comportamento dei vostri bambini e ragazzi, cercate di capirne di più, senza però essere troppo intrusivi.
  • Parlare con i vostri figli, magari facendo delle domande provocatorie (ma in modo dolce e supportivo!).
  • Non lasciarsi prendere né dalla paura del bullismo né dalla fretta di classificare un determinato comportamento come “forma di bullismo.”
  • Mantenere un dialogo continuo con il Dirigente Scolastico e gli insegnanti sul tema del bullismo.
  • Confrontarsi continuamente con gli altri genitori, cercando di capire i differenti punti di vista e mantenendo molto buon senso.
  • Non esitare a ‘rivolgersi agli esperti’, magari organizzando incontri sul tema.

Per i genitori delle vittime di bullismo.

  • Intervenire attivamente per evitare la continuazione degli atti di bullismo. Ciò significherà andare contro il volere di molte vittime, che potrebbero pensare di non essere all’altezza e di avere sempre bisogno dell’adulto al loro fianco. Tuttavia, bisogna avere in mente che la vittima si trova sempre in una situazione in cui da sola non può farcela che necessità di un intervento attivo e diretto da parte degli adulti (a prescindere dall’età).
  • Incoraggiare i bambini o i ragazzi a parlare di ciò che stanno subendo e ‘rinforzarli positivamente’ su questo, sottolineando che nessuna vittima di bullismo riesce a uscirne da sola e che chiedere aiuto è un atto estremamente coraggioso.
  • Aumentare l’autostima dei bambini o dei ragazzi attraverso l’invito a partecipare ad attività extra-scolastiche, per esempio uno sport o un corso che possa valorizzare le qualità del bambino o del ragazzo.
  • Favorire le amicizie e organizzare attivamente situazioni in cui possano frequentare i loro pari in modo positivo.
  • Non scoraggiarli dal fare loro esprimere opinioni e punti di vista, anzi, invogliarli a dire la loro il più possibile.
  • Promuovere percorsi di psicoterapia individuale ed eventualmente familiare per capire le ragioni per cui si è arrivati a questa situazione.

vittime e bulli

Per i genitori dei bulli

  • Monitorare il comportamento dei bambini e dei ragazzi sia a scuola sia fuori senza però farli sentire dei prigionieri senza diritto di parola. E’ importante che anche i bulli possano esprimere i loro pensieri e le proprie idee, per quanto errate siano, così da poterle mostrare sotto altre prospettive.
  • Porre limiti ben precisi rispetto ai comportamenti da tenere con gli altri (pari e non).
  • Fare sentire la vicinanza della famiglia nonostante le azioni prepotenti compiute.
  • Definire insieme le regole da seguire a casa e fuori.
  • Educare alla moralità ovvero fare capire che gli atti di bullismo sono sempre sbagliati e ingiustificati e all’affettività ovvero mostrare come le vittime siano persone che soffrono per ciò che subiscono.
  • Promuovere percorsi di psicoterapia individuale ed eventualmente familiare per capire le ragioni per cui si è arrivati a questa situazione.

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