Quando la crisi rafforza il rapporto di coppia

Ultima modifica 21 Aprile 2021

L’amore non è bello se non è un po’ litigarello”, narrava un popolare proverbio.
In una breve frase si puo’ sintetizzare una vera realtà sul rapporto di coppia: è naturale discutere e litigare.

Nella mia esperienza personale e professionale non ricordo di aver conosciuto coppie che non hanno mai litigato.

Anche quando mi dicono che questo non è accaduto, in realtà non è poi veramente così. Queste situazioni rabbia, rancori e disaccordi sono rimasti sopiti, latenti e non sono emersi in un confronto diretto e aperto. Per il quieto vivere, per evitare il confronto, per paura della reazione dell’altro, per paura che il litigio determini l’instabilità o la fine del rapporto. Spesso con effetti decisamente più negativi della discussione esplicita, in quanto venendo meno il confronto e il chiarimento, i motivi del malessere tendono a rimanere.

crisi coppia

Tuttavia se è vero che è naturale litigare e in qualche modo anche positivo in quanto induce ad un confronto e magari ad una risoluzione del problema, è altresì vero che quando i litigi diventano intensi e/o molto frequenti, l’equilibrio e la serenità del rapporto di coppia può risentirne.

LITIGARE

Inoltre i motivi per cui si possono infuocare gli animi e accendere discussioni, possono essere vari. Dalle semplici questioni quotidiane a fatti decisamente più seri e importanti che possono riguardare uno dei due partner, la gestione del rapporto di coppia, la presenza e la relazione con terze persone, i figli.

La reazione dinanzi a momenti di crisi varia di coppia in coppia.

Alcune le subiscono e ne rimangono schiacciate, con una perdita progressiva o definitiva di equilibrio fino ad un vero e proprio crollo. Altre riescono ad affrontare le crisi e a superarle, magari riuscendone più forti e coese rispetto a prima.

Da che cosa dipende?

In primo luogo, dipende dal tipo di legame su cui si basa la coppia.
Infatti se il legame che esiste fra i due partner è forte e per entrambi importante e prioritario, allora la possibilità di sopravvivere e reagire ai momenti critici è maggiore. Al contrario, se il legame è debole e/o già sofferente e stanco per incomprensioni e allontanamenti già in essere, allora la crisi può essere determinante per un crollo definitivo.

Parlo volutamente di “legame” e non di “legame sentimentale”, perché, contrariamente a quello che si è indotti a pensare in virtù di romanzi letti, telenovelas e telefilm visti, il rapporto di coppia non è detto che si basi o che si basi esclusivamente sul sentimento di amore. Questa è la visione idialliaca e romanzata del rapporto di coppia con cui tanti di noi siamo cresciuti.

La realtà è un po’ diversa.

Ci sono coppie che stanno insieme o continuano a stare insieme per i figli.
Altre perché nel passato è stato firmato un accordo e preso un impegno reciproco e quindi non è accettabile che si possa venir meno all’impegno preso e ai progetti costruiti insieme (per motivi religiosi, principi e valori individuali…).
Coppie che non possono separarsi  un problema economico, il venir meno a questa condizione sarebbe troppo oneroso. Altre ancora sono coppie formali che si mantengono in essere per non scalfire l’immagine sociale, altre ancora vivono situazioni di separazione di fatto in casa per motivi economici.

Cosa si nasconde dietro alle mura domestiche, nell’intimità di una coppia, non è dato saperlo, ma una cosa è certa: non regna sempre sovrano l’amore e non è sempre il sentimento che lega e tiene unite due persone per tutta la vita”. 

Tornando alle difficoltà di coppia, un altro fattore che facilita il superamento dei momenti critici è dato dalla disponibilità sia individuale sia di coppia a comprendere cosa provoca il malessere e soprattutto ad affrontarlo.

Infatti talora per paura, per comodità, per mancanza di tempo e spazio, perché si pensa e ci si illude che le cose si superino spontaneamente, ci si lascia andare alle difficoltà che si protraggono diventando sempre più forti e incancrenite e difficili da risolvere.

Se al contrario, c’è una presa di consapevolezza delle difficoltà, una disponibilità a parlarne e quindi a cercare una risoluzione, anche ammettendo e accettando compromessi, allora le probabilità di risoluzione e miglioramento sono maggiori.

E qui emerge un altro aspetto importante.

Quando si parla di stare insieme e soprattutto di amare,
si pensa ingenuamente che sia qualcosa che nasce e continua spontaneamente,
che vive di vita propria.

La vita di coppia, al contrario, richiede molto impegno e sacrificio.
E’ anche e soprattutto “questione di testa”
.
E’ necessario concentrarsi sul rapporto, saperlo osservare, coglierne e valorizzarne gli aspetti positivi e i punti di forza. Riconoscere anche i punti di debolezza e i momenti difficili, individuare e affrontare le difficoltà.

Perché il sentimento da solo, se non supportato e mantenuto da una giusta dose di razionalità e di impegno mentale, rischia di essere una fiammella molto labile che può deviare o spegnersi

L’atteggiamento.

Un altro aspetto molto importante che riscontro spesso nelle crisi di coppia è l’atteggiamento individualista ed egoista. Ciascuno si concentra su se stesso, sul proprio malessere e si irrigidisce sulle proprie convinzioni, con scarsa disponibilità ad ascoltare e a provare a comprendere anche il punto di vista dell’altro.
La comunicazione si mantiene su un piano di attacco “te…” e di difesa “io…”, in cui ciò che emerge è una sfida fra l’uno e l’altro. In questo modo il partner assume (magari inconsciamente) le vesti del nemico che fa male e da cui difendersi.

Se, al contrario, le difficoltà vengono contestualizzate nel rapporto e quindi si parla in termini di “noi”, allora la questione già cambia.
Si tratta di un termine, direte voi. No, è molto di più.

E’ l’impostazione e l’atteggiamento che cambiano.

Da una prospettiva individualista ed egoista come nel primo caso, si passa qui ad una prospettiva di coppia. I due partner costituiscono una squadra e insieme osservano e riflettono, con un atteggiamento di condivisione e quindi di unione anziché di sfida e antagonismo.
Infatti quando si parla di difficoltà di coppia, non c’è chi ha ragione e chi ha torto ma, al contrario, essendo un problema relazionale, significa che entrambi hanno contribuito  a determinare la situazione critica. Si può quindi prospettare una risoluzione solo se c’è una messa in discussione da parte di entrambi. La disponibilità da parte di tutte e due le parti a correggere i propri errori e a dare fiducia e spazio all’altro per migliorare a sua volta.

In questi casi, ciò che è importante è comunicare.

Da una parte, esprimere cosa ha provocato malessere, cosa vogliamo che sia migliorato o modificato e cosa ci aspettiamo dall’altro. Dall’altra parte, ascoltare cosa l’altro ci chiede e si aspetta che noi facciamo.
In questo modo le aspettative e i bisogni reciproci non sono più soggetti a supposizioni e interpretazioni, ma resi espliciti e condivisi.

Quando le cose si fanno difficili, sulla scia della rabbia e dal malessere del momento, spesso viene automatico pensare all’altro (compagno o compagna) in termini negativi.

E’ il caso in cui ci vengono in mente tutti gli atteggiamenti, i comportamenti, i vizi, i difetti o gli aneddoti per cui altre volte il partner è stato motivo di rabbia, delusione, tristezza.
Chiaramente così facendo, rinforziamo dentro di noi un’immagine negativa dell’altro e di conseguenza, alimentiamo nei suoi confronti un crescente malcontento.

Al contrario, in certi momenti più che mai sarebbe importante prendere tempo e cercare di recuperare il rapporto di coppia, pensando ai motivi per cui si è scelto di legarsi.
Questo approccio mentale costituisce un valido aiuto per recuperare un’immagine più globale e realistica dell’altro.

Infine un altro errore che può capitare di commettere e che spesso si rivela controproducente per la risoluzione delle difficoltà, è quello di coinvolgere altre persone nelle dinamiche intime di coppia (genitori, amici, figli…).
Prima di tutto, se non concordato, implica una mancanza di rispetto nei confronti della coppia e del partner. In secondo luogo gli altri difficilmente si pongono come semplici osservatori e ascoltatori, soprattutto se coinvolti e legati emotivamente a uno o a entrambi i partner. Per cui finiscono per esprimere osservazioni, commenti e giudizi che inevitabilmente condizionano e non sempre in modo costruttivo.

In sintesi, vivere un rapporto di coppia non significa sempre e comunque stare bene.
è naturale incontrare
difficoltà e momenti critici.

Ciò che fa la differenza è il modo in cui si affrontano queste situazioni.

Le crisi possono determinare un’instabilità definitiva di un rapporto.
Molto più spesso, se affrontate insieme, possono determinare paradossalmente un rafforzamento del rapporto e del legame e quindi rivelarsi situazioni dolorose ma anche motivo di forza e di unione.

2 COMMENTS

  1. Articolo davvero interessante che prende in considerazione molte variabili che influenzano la crisi di coppia ed il suo esito finale.
    Aggiungerei che a volte il distacco può diventare un elemento tanto temuto quanto positivo per quelle coppie che, malgrado le continue discussioni e litigi, restano a vivere sotto lo stesso tetto. La convivenza forzata di una coppia in crisi può esasperare gli animi al punto da considerare la separazione come unica alternativa al raggiungimento del proprio benessere personale. Viceversa, creare un distacco fisico per un certo periodo di tempo, può allentare l’enorme tensione e favorire un clima d’amore e comprensione.

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