Ultima modifica 27 Agosto 2020
Dopo il primo (che ha fatto discutere non poco), e il secondo, arriva il terzo spot di Sanremo.
Lo spot di Sanremo: three is megl che one?
Tutto ebbe inizio con dei feti. Cosa c’entrano tre feti con uno spot di Sanremo? Direte voi. E infatti, se lo sono chiesto in tanti.
Perché se Carlo Conti è diventato il mattatore della Rai, a giudicare dai commenti negativi indirizzati a quel primo spot di Sanremo, non è granchè come pubblicitario.
Il direttore di Sanremo infatti aveva promosso una pubblicità che è stata bocciata da gran parte di opinione pubblica, e a distanza di circa un mese, dopo un intermezzo extraterrestre, ci riprova con gli animali di una fattoria Orwelliana.
Il secondo spot di Sanremo infatti mostrava degli alieni che catapultati sulla terra cominciavano a danzare sulle note di “Una terra promessa”.
La canzone fece vincere un allora matricola della canzone di nome Eros Ramazzotti, e lo spot la rilancia con un intento che viene manifestato nel promo: Tutti cantano Sanremo.
Adesso tocca agli animali dicevamo.
Questo terzo spot di Sanremo è infatti ambientato in una fattoria.
Al canto del gallo cominciano a sentirsi anche le prime note di un’altra canzone vincitrice del festival.§
In primo piano un maiale che intona “Dimmi perché piangi?”.
Il cavallo risponde “di felicità”.
E a seguire, sempre sulle note di Non amarmi (cantata da Aleandro Baldi e Francesca Alotta nell’edizione del 1992, ndr) , delle oche, un cane, una mucca, un asino.
Il promo finale è anche stavolta appannaggio vocale del conduttore/direttore/fattore Carlo Conti.
Che come nei precedenti due conclude con il tormentone di quest’anno “Tutti cantano Sanremo”.
Il Festival di Sanremo, come aveva detto anche Beppe Vessicchio, e come reputo anche io piccola blogger, è una istituzione per tutti gli over 30.
Come il Natale, come le partite dei mondiali.
La settimana di Sanremo può pure esserci davvero l’invasione degli ultracorpi, ma se non vanno sul palco dell’Ariston per me non cambia nulla. Certo, sono lontani i tempi nei quali le sue canzoni incidevano nel panorama musicale nazionale. E per lungo tempo.
“Nel blu dipinto di blu“, “Perdere l’amore“, “Ti lascerò”, Il cuore è uno zingaro“, persino i Jalisse lasciarono il segno con quella meteora di “Fiumi di parole”. Solo per citarne alcune.
E sono ancor più lontani dove lo share arrivava a sfiorare percentuali bulgare.
Pensate che nel 1995, anno della vittoria di Giorgia, la serata finale fu vista da oltre 17 milioni di spettatori. Con picchi del 75% di audience. (Fonte: Toplista.it)
Certo, allora c’era un Pippo Baudo nella sua migliore forma, oggi c’è Maria De Filippi.
Non che la signora Costanzo sia una incapace di fare televisione (lo dimostrano i suoi, di dati auditel), ma credo proprio che la magia di questa kermesse musicale si sia affievolita nel tempo. E magari è giusto che sia così.
Oggi ci sono i talent show, ci sono i reality musicali, le gare sulle reti a pagamento, e c’è internet.
I miei figli ad esempio se vogliono sentire musica si mettono davanti a youtube. E mi sa che conoscono Sanremo come io conosco gli youtuber. Cioè per sentito dire.
Figurati poi se attiri audience con degli spot poco avvenenti. Ora, a parte che il primo dei feti non era piaciuto. A parte che il secondo forse era ancora peggio con gli alieni.
Mi chiedo per il terzo spot di Sanremo: chi è l’autore?
Si, okay, il filo conduttore è far passare il messaggio che tutti cantano Sanremo.
Ma posso credere che non c’era altro da inventarsi che questi 3 video?
Magari avranno pensato come Oscar Wilde “Bene o male purchè se ne parli”. Però a me sta storia non mi ha mai convinto, neanche quando Wilde lo studiavo a scuola.
Personalmente trovo questi spot di Sanremo anonimi.
Ma questa è l’opinione di un clown, di una writer che pubblica parole in libertà.
Magari invece questo spot di Sanremo in stile Vecchia Fattoria piacerà.
https://www.youtube.com/watch?v=AACGJxbd8LQ
Voi che ne pensate?