Ultima modifica 25 Ottobre 2022

Oggi vi proponiamo una gita fatta con tranquillità, passeggiando con calma, molto istruttiva per i bambini. Voglio farvi conoscere la Valcamonica e le sue affascinanti incisioni rupestri.

I Camuni

La Valcamonica prende il nome dai Camuni, gli antichi abitanti di questa bella vallata della Lombardia, il cui nome compare per la prima volta nella storia nel lontano 16 a.C. periodo in cui persero la loro indipendenza sotto il giogo romano.

Le prime incisioni rupestri però risalgono a molti secoli prima. Si tratta di figure stilizzate incise sulla roccia raffiguranti scene di caccia, agricoltura, guerra e adorazione e in tutta la valle se ne contano circa trecentomila. Sono da millenni testimonianza silenziosa della vita dell’antichità e, alle prime luci dell’alba, illuminate dai raggi obliqui del sole, sembrano riprendere vita.

Gli esperti che hanno studiato le incisioni sono arrivati alla conclusione che gli artisti che le hanno realizzate, dovevano appartenere a una popolazione con un’economia complessa in cui si svolgevano molte attività come la lavorazione dei metalli, la tessitura, l’agricoltura, l’allevamento del bestiame e il commercio.

Sembra che i Camuni abbiano raggiunto l’apice culturale tra il 1000 e l’800 a.C. anche se molte incisioni sono molto più antiche. Molti particolari della loro vita sono descritti dalle incisioni: persone legate insieme e uomini a cavallo armati ci fanno pensare alla cattura di prigionieri; sono rappresentati anche maniscalchi, cavalli da tiro e carri e edifici su palafitte.

Queste incisioni sono state realizzate con strumenti di pietra, osso, corno o avorio e variano in profondità, da segni appena scalfiti sulla superficie della roccia a incisioni profonde alcuni centimetri. Alcuni di essi dovevano essere colorati, ma ora non si vedono più i colori a occhio nudo.

Le montagne, fonte di ispirazione

Gli studiosi pensano che gli autori delle incisioni siano stati dei sacerdoti o comunque uomini mossi da motivi mistico-religiosi che si isolavano in meditazione in luoghi tranquilli lontano dai centri abitati. Si pensa che la loro fonte di ispirazione fossero proprio le montagne circostanti.

In particolare in questa vallata si verificano due straordinari fenomeni naturali alcuni giorni all’anno che, secondo gli studiosi, avranno particolarmente ispirato gli artisti.

C’è un maestoso picco che sovrasta la valle, Pizzo Badile, dietro il quale in primavera e in autunno sorge il sole. In alcuni giorni, prima dell’alba, un particolare gioco di rifrazione della luce solare fa si che l’enorme ombra della montagna, circondata dai raggi luminosi, venga proiettata in alto nel cielo creando una suggestiva manifestazione che ancora oggi viene chiamata “spirito della montagna”.

L’altro evento si manifesta quando il sole tramonta dietro il monte Concarena, dall’altra parte della valle. Qui da una stretta fenditura fuoriesce uno spettacolare raggio di luce che sembra spaccare in due la montagna per proiettarsi verso il cielo buio per qualche minuto e poi scomparire.

Ecco, numerose incisioni,specie quelle trovate ai piedi del Pizzo Badile e nelle immediate vicinanze, fanno pensare che questi fenomeni, allora inspiegabili, conferivano alla valle proprietà soprannaturali nella mente dei suoi antichi abitanti.

Il culto del dio-sole

Uno dei motivi ricorrenti delle incisioni è una figura con le braccia alzate di fronte a un disco che probabilmente rappresenta il sole. Sono anche rappresentate processioni, danze propiziatorie, sacrifici, lotte rituali e gruppi in atto di preghiera. Secondo gli studiosi, lo stesso atto di incidere sarebbe stata una forma di preghiera.

Quindi raffigurare l’aratura dei campi serviva a propiziare un buon raccolto, il bestiame da allevamento per garantire la ricchezza dei pascoli, le figure di guerra per avere vittoria sui nemici.

E’ interessante che incisioni simili esistono in molte altre parti del mondo, in Africa, Asia, Australia, Europa, America del Nord e del Sud, e testimonia il desiderio naturale dell’uomo di rivolgersi al soprannaturale.

Soste con gusto

La passeggiata in Valcamonica alla scoperta delle incisioni può essere anche l’occasione per fare una sosta all’insegna del gusto visto che la cucina della zona offre davvero sapori genuini che attingono alla tradizione.

Tra i primi piatti tipici ci sono i “casoncelli”, ravioli ripieni di carne e verdure di solito serviti con burro fuso e salvia. Poi ci sono le tagliatelle e i maltagliati spesso fatti con farina di castagne. E poi gnocchi, minestre d’orzo e la trippa.

Per i secondi si può assaggiare il controfiletto “alla brenese”, lo stracotto d’asino, la salciccia di castrato, la carne salata, la selvaggina, lepri e cinghiali. Il tutto accompagnato dalla famosa polenta di grano saraceno.

Personalmente amo molto i formaggi di questa zona: le formaggelle, il “casolet”, le ricotte, il “fatulì”, il “bagoss”, i caprini aromatizzati con le erbe, e tanti, tanti altri.

Tanta varietà anche nei tipi di pane: bianco, di segale, con i semi di anice o all’avena. E i dolci fatti con farina di castagne sono davvero una prelibatezza.

Nella zona del lago Sebino viene prodotto un olio rinomato per le sue caratteristiche organolettiche, ma in tutta la Valcamonica si possono pprezzare degli ottimi vini IGT come pure le grappe classiche o aromatizzate con bacche, frutti di bosco, erbe alpine o miele.

Le incisioni rupestri della Valcamonica sono Patrimonio mondiale dell’umanità tutelato dall’UNESCO.

I parchi attrezzati per le visite sono ben 8 e si trovano nei comuni di :
Capo di Ponte, Ceto (Nadro), Cimbergo e Paspardo, Sonico Sellero, Darfo Boario Terme, Ossimo.

La redazione del magazine. Nato nel maggio 2013, da marzo 2015, testata registrata al tribunale di Milano. Mamme di idee rigorosamente diverse commentano le notizie dell'Italia e del mondo, non solo mammesche.

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