Ciuccio sì o ciuccio no?

Ultima modifica 23 Gennaio 2018

Il ciuccio, protagonista da tempo nella vita dei piccoli, divide esperti e genitori: chi si schiera a favore e chi, invece, si dice contrario sollevando vari e diversi motivi, in primis quello delle possibili ripercussioni che può avere sulla dentizione.

Comunque stando alle statistiche, circa il 70% di neonati usa il ciuccio.
Tutto comincia in pancia…

ciuccio

Oramai le nuove tecnologie ci hanno aperto a mondi prima inesplorabili e ignoti, come anche la vita dei piccoli fin da quando sono nel grembo materno.
Una grande conquista che inizia già in pancia di mamma è proprio quella della suzione, che compare fin dalla quindicesima settimana.
Essa rappresenta un riflesso fondamentale associato alla sopravvivenza che dopo la nascita, si trasforma in un comportamento più complesso associato non solo alla nutrizione e quindi alla sopravvivenza,ma anche a molte sensazioni ed emozioni, come del resto rappresenta il primo canale con cui il neonato struttura la relazione comunicativa e interattiva con la mamma e con cui entra in contatto con il mondo esterno.

Ecco che allora la spinta alla suzione si fa sentire quando il piccolo ha fame ma anche per ricercare sensazioni di piacere come anche per funzioni consolatorie, ovvero per attenuare sensazioni spiacevoli, come il sonno, la solitudine, condizioni di disagio o malessere…

Allora si può usare il ciuccio?

Premesso che il ciuccio non può e non deve sostituire il seno materno, in generale, è consigliabile posticipare l’inserimento del ciuccio al momento in cui il piccolo ha imparato ad attaccarsi e quindi a succhiare dal seno materno, in quanto sono due tipologie di suzione diverse e l’abituazione al ciuccio rischierebbe di inficiare con l’attaccamento al capezzolo.

A parte queste attenzioni iniziali, non vi sono controindicazioni per l’uso moderato del ciuccio, sempre cercando di rispondere ai bisogni del bambino piuttosto che utilizzarlo unicamente per quietare stati di tensione o di pianto perché talora difficili da gestire per noi adulti.

Anzi, considerando che l’istinto di suzione è innato, il rischio è che in assenza di ciuccio, il piccolo ricorra al “fai-da-te”, ovvero al dito in bocca, che risulta la soluzione meno indicata perché il ciuccio si può togliere; nel caso del dito, è più difficile.

Quando è consigliabile lasciare il ciuccio?

Molti esperti suggeriscono di lasciare il ciuccio intorno ai tre anni, anche se al riguardo vi sono pareri discordanti, per cui altri optano per un’età anticipataonde evitare danni alla dentizione.

Personalmente consiglio di procedere gradualmente quando osserviamo che il bambino lo chiede meno ed è pronto a questo cambiamento. Per aiutarlo, può essere utile cercare di trovare insieme a lui altre forme consolatorieper gestire ansie e momenti di disagio (oggetto transizionale, un gioco…).

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