Un altro bimbo, un nuovo omicidio

Ultima modifica 19 Dicembre 2015

Come ovvio, è sulle prime pagine dei giornali in questi giorni la notizia dell’omicidio del bimbo di Pescara da parte del padre adottivo. È sempre terribile leggere e sentire queste storie, mi lasciano sempre allibita e sconvolta; mi sembra impossibile che un genitore possa uccidere il proprio figlio, sono situazioni che continuano a ripetersi. Cosa può scattare nella mente, cosa fa accendere la follia omicida nei confronti di un essere indifeso come un bimbo.
Un bimbo addormentato poi, momento in cui si affida completamente a te, genitore che hai promesso, mettendolo al mondo o raggiungendolo in un altro punto del globo più o meno vicino a te, di essere il suo angelo custode senza ali. Solo la convinzione che la follia si è impossessata di quella mente può aiutarci a contenere l’orrore di un tale gesto. Ora, che questo gesto venga fatto da un genitore biologico o adottivo non cambia la mostruosità dell’accaduto. Però, in questa precisa situazione, si scatenano una serie di ma.
poliziaPrimo fra tutti 蔓ma come hanno potuto dare il decreto adottivo ad una persona con problemi psichiatrici già conclamati?” Fin troppo facile il tentativo di scaricare sui servizi predisposti all’indagine la responsabilità di non aver visto, di non aver capito. Al di là delle carenze organiche, ormai millenarie, dei servizi che devono seguire i percorsi di valutazione delle coppie, c’è anche l’impossibilità, secondo me, di poter venire a conoscenza di tutti i risvolti personali della coppia nonostante le ricerche e gli approfondimenti che comunque cambiano da tribunale a tribunale, da servizio a servizio specie se la coppia è una coppia informata e “preparata” all’incontro su cosa dire e cosa non dire per ottenere il decreto di idoneità.

Diciamocelo chiaro, ci sono una moltitudine di forum che insegnano come comportarsi durante i colloqui con gli psicologi e gli assistenti sociali, forum che ti spiegano cosa dire e cosa nascondere, cosa neanche accennare durante i colloqui perché a nessuno piace che tale consenso venga negato. A nessuno piace sentirsi dire che non sei adeguato a fare il genitore, fermo restando poi che a nessun genitore biologico viene fatto alcun tipo di approfondimento mentre a volte ce ne sarebbe tanto bisogno. Certo, un bravo psicoterapeuta dovrebbe essere in grado di cogliere anche le note nascoste fra le righe ma abbiamo a che fare con operatori che spesso hanno un tempo limitato per indagare su quelle due persone che vorrebbero diventare genitori, operatori che pensano anche che, in fondo, tutti i genitori hanno dei limiti e che nessuno è perfetto e benché accogliere un bambino in adozione non è proprio come una genitorialità biologica ma un pochino più faticosa, in fondo genitori si diventa crescendo pian piano con i propri figli. Poi soprattutto manca completamente il postadottivo.
adozioni
Il secondo “ ma” che mi pongo è rispetto all’affermazione che molti, adesso col senno di poi, sventolano come una bandiera ed è quello dell’errore di aver affidato un bimbo ad un malato psichiatrico quando questa patologia era presente già da prima dell’adozione. Fermo restando che pare che né i servizi né l’ente con il quale hanno fatto il percorso internazionale – visto che erano inseriti come coppia di riferimento per le coppie che iniziavano il percorso adottivo – fossero a conoscenza della patologia, mi chiedo se questo non è un pensiero un po’ troppo vicino all’eugenetica nel suo senso più negativo.

Un pensiero che mi riporta ai programmi che furono fatti non solo dai nazisti ma anche da Finlandia, Svezia e Stati Uniti dove i malati di mente venivano sterilizzati in maniera forzata. Ora, per quanto capisco perché lo vivo ogni giorno, quanto sia faticoso ed impegnativo accogliere un bimbo adottivo e colgo la necessità di dare a questi bambini, che hanno già sopportato molto durante la loro vita, una stabilità diversa da un genitore che ha già dei bei problemi suoi, mi chiedo se sia giusto negare ad una persona che sta bene seguendo una terapia farmacologica ( e questo poi lo si può dire di moltissime altre patologie) la genitorialità adottiva.
adozioni
Posso dire che non riesco a prendere posizione nella mia testa?! Ho già detto tutto ed il contrario di tutto! Ho tante ragioni per propendono per il si ed altrettante per il no, lo si evince anche da quello che ho appena detto ma, nel dubbio, specie in questo campo mi fermerei a pensare ed analizzare così a lungo da paralizzarmi. Quello di cui sono fermamente convinta è che qualcosa nell’indagine per idoneità andrebbe cambiata anche se non ho la competenza per suggerire quale.

Credo però che il clima di giudizio che nasce inevitabilmente durante i colloqui fra futuri genitori e servizi non permetta che il percorso da indagine diventi una preparazione delle coppie e che questo cammino invece dovrebbe far nascere una consapevolezza dei propri limiti in maniera autonoma nella coppia che si approccia all’adozione.
Forse sono troppo ottimista! Nella società odierna, dove ognuno di noi si sente “quasi un dio”, questa capacità di autocritica si è persa ed ognuno pensa di “avere il diritto di” qualsiasi cosa…anche la vita o la morte di un bambino.

Elisabetta Dal Piaz

3 COMMENTS

  1. Buonasera ….
    Condivido il suo pensiero in tutto ,anche il dubbio che queste persone siano riuscite in un modo o in un altro a “farsi Belli/Bravi ” .
    Nella nostra ASL so che ora richiedono anche una certificazione psichiatrica per accedere alle domande di adozione …non so se è una prassi solo di “forma ” o se fanno indagini o test appropriati nel nostro caso non era ancora in vigore questa prassi …..l’unico grande dolore è che questo angelo è stato spezzato da chi lo doveva amare sopra ogni difficoltà …e sarà la punizione più grande per quella madre che non ha capito o non ha voluto capire questo orrore …..
    da parte
    una madre del cuore che dopo questa storia si fa ancora più domande

    • Come vede, cara Simonetta, siamo tutti attoniti come sempre quando ci ritroviamo a fare i conti con un omicidio dettato dalla follia. Ancora più se a farne le spese è un bimbo innocente. Ma perché desiderare una punizione per la madre? Non ha visto? Non ha voluto vedere? Certo bisognerebbe trovarsi nella situazione per saperlo. La patologia mentale è faticosa da vivere costantemente ogni giorno e magari abbassare la guardia per stanchezza, perché magari si è presi dal vortice della vita di tutti i giorni quando bimbo, lavoro, casa possono travolgere, non è cosa infrequente. Io invece provo infinita “pietas” nel termine pieno della parola. Pietà per una donna che ha perso tutto il perdibile, figlio tanto atteso e il compagno e ľamore di una vita…e di amore doveva essercene tanto perché convivere con la malattia mentale non è proprio proprio semplice. Quindi invece di accusarla di chissà quale complicità, dovremmo noi donne, noi mamme e soprattutto noi mamme ado stringerci intorno a lei perché abbia sempre braccia amorevoli e accoglienti intorno a lei mentre piange tutto il suo dolore.

  2. Bom Tarde
    Non vorrei essere fraintesa
    certo che ho pietà per una donna che sta affrontando il più terribile dei dolori ..la perdita di un figlio oltre che quella del suo compagno di vita ….
    ma …visto il difficile percorso che hanno affrontato e sono comunque riusciti dove molti falliscono ad ottenere l’Idoneità da un Tribunale …..anche con un problema non proprio da nascondere sotto il tappetto ….da quello che dicono ai tg (anche se a volte esasperano i termini ) il marito era in cura da PRIMA dell’arrivo del piccolo .
    Forse a mio modesto parere dovevano essere tutti e 2 consapevoli dei propri limiti che questo problema non era da sottovalutare ed avere il coraggio di chiedere aiuto .
    Di poter usufruire di tutti i strumenti possibili ,che siano farmacologici o di psicoterapia per fare in modo di crescere il proprio figlio insieme ….forse oggi stringerebbero ancora il loro piccolo tra le braccia ..non oso pensare a quello che sta passando questa donna che forse per aver sottovalutato certe cose è successo tutto questo …quando si sta insieme si deve anche avere il coraggio di farsi aiutare non credo che non si fosse accorta che il marito non prendeva più i farmaci …..ed uccidere nel sonno questa creatura …..boh ….lei era in casa …mi scuso se non abbiamo la stessa convinzione che lei non sia meno responsabile …..

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