La storia di Jessica e Morgan

Ultima modifica 18 Giugno 2018

Dopo il caso umano Sara Tommasi, oggi ci occupiamo di un secondo caso umano: Morgan.
Le sue vicende ormai sono note a tutti: dopo il matrimonio fallito con Asia Argento, con la quale ha avuto una bimba, dopo le frecciate e risposte tra i due, il tira e molla, soprattutto per quello che riguardava la figlia, lui ha continuato la sua vita tra alti e bassi, tra momenti di notorietà e successo e altri di profonda depressione e smarrimento.
Poi sembrava essere arrivata la svolta: in una delle edizioni del programma X-Factor conosce questa giovane promessa della musica, Jessica Mazzoli, e tra i due scatta subito la scintilla.
In barba alla differenza di età, alle mille problematiche in cui lui era invischiato, ai suoi modi di fare da genio e vero artista volubile e scapestrato, lei si tuffa a testa bassa in questo rapporto, come è giusto che si faccia alla sua età (poco più che ventenne), fino a quando non annunciano l’arrivo di un figlio.
Ecco, qui, avrebbero dovuto aprire gli occhi entrambi e capire che le cose dovevano assolutamente prendere un altro tipo di piega, no?
Di comune accordo, Jessica decide di portare avanti la gravidanza nella sua Sardegna, lontano dalle paparazzate, dall’occhio indiscreto della stampa, al quale forse non si era ancora abituata e che la metteva a disagio.
Lui la asseconda e forse tutto questo fà pure il suo gioco: continua il suo lavoro, mantieni i suoi ritmi, prosegue nei suoi capricci, come se nulla fosse…
Poi nasce Lara, una bella bimba, e dopo tante dichiarazioni di cambiamento, di ravvedimento, di voler fare il bravo padre, eccetera, Morgan non degna neanche di uno sguardo la propria figlia (senza considerare il trattamento di completa indifferenza nei confronti di Jessica), fino al giorno successivo alla sua nascita e da lì, a detta di Jessica, il declino, sempre più veloce.
Ok, forse Morgan aveva le migliori intenzioni, forse stavolta voleva veramente partire con il piede giusto, forse questa era l’occasione del riscatto, ma niente, non ce l’ha fatta, è più forte di lui: il suo modo di essere così dannato l’ha sopraffatto, tanto da portarlo di nuovo in ospedale in seguito ad un uso eccessivo di farmaci, che l’ha costretto ad una disintossicazione, ad intraprendere un percorso anche lì tortuoso e difficile, che forse non ha ancora intenzione di abbracciare del tutto, visto che ha pure tentato recentemente la fuga dall’ospedale in cui era ricoverato, neanche fosse dentro ad un film.
Insomma, come dire… un Van Gogh non può diventare un Luca Sardella, no?!
In tutto questo, Jessica non si è sentita più di investire ancora sulla sua storia con Morgan e l’ha lasciato, per il bene proprio e della figlia.
E forse ha anche ragione, perchè Morgan deve ancora lavorare parecchio su di se e non può farsi carico di una nuova famiglia… e sarebbe retorico dire adesso: “ma forse avrebbero dovuto pensarci prima”… ma effettivamente: avrebbero dovuto pensarci prima!

Micaela

7 COMMENTS

  1. Decidere di diventare genitori non può essere una decisione presa perché il colpaccio di fulmine è esagerato.
    L’elemento necessario perché si decida di creare una famiglia è, però, un altro: deve esserci fiducia reciproca e compatibilità estrema.
    Queste due condizioni non sono tanto semplici da individuare, prima di tutto è difficile che ci siano tra due persone nate e cresciute in contesti diversi, e poi è difficile anche capirlo e constatarlo.
    Fare un figlio non è un diritto di una persona per affermare il proprio desiderio di farlo!
    Fare un figlio è un bellissimo coronamento d’amore e collegamento tra due persone ma, principalmente, si sta mettendo al mondo un essere umano che, in base alle nostre scelte, vivrà un’esistenza piacevole o meno.
    Intestardirsi per concepire un figlio quando la coppia non è certa neanche se arriverà a festeggiare il Natale insieme non mi pare corretto.
    Non per forza per un problema etico.
    A livello pratico, si sta decidendo a tavolino di dare alla carne della nostra carne una vita futura che parte già da uno scalino complicato e pieno di terremoto!
    Tutti mi dicono che non voglio avere figli e quindi sono un insensibile.
    Io credo che – pur non avendone ancora uno e non sapendo di che persona, personalità e entità si tratterà – lo/a amerò così tanto che sono certissima di non volerle/gli dare una vita di sacrifici e stenti: decido quindi di non concepirlo proprio.
    Arriverà quel momento, quello giusto, quello in cui sono certa che dividere tutto con lui/lei non sarà un sacrificio ma l’unico motivo per cui per me varrà la pena faticare.
    Voglio potergli/le dare tutto l’amore del mondo senza soffrire di questo, senza dovermi negare qualcosa io per lui/lei.
    Voglio non doverlo guardare come la fonte delle mie privazioni – perché ormai va così, non ci si può triplicare e i soldi non bastano più! – e odiarlo segretamente perché mi sta costringendo a dovermi inventare di tutto per sopravvivere un minimo degnamente.
    Un figlio non è solo la sensazione di essere la persona più importante per qualcuno, fare un figlio è la decisione d’amore più grande che si possa fare nella vita.
    Va ponderata e soprattutto non sottovalutata come troppo spesso succede, come nel caso di questo articolo!

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