Ultima modifica 10 Ottobre 2019

 

Da alcuni anni la mia vita di mamma ruota intorno alle scuole. Ovviamente. E da quando sono rimasta a casa dal lavoro, ancora di più. Già in Italia dedicavo tanto tempo alla scuola dei miei figli, all’Associazione Genitori e a una buona dose di volontariato. Quando sono partita, anche le bidelle sono venute a salutarmi e, quando torniamo in Italia, continuiamo a passare a scuola a salutare tutti, insegnanti e bidelle.

Pian pianino comincio ad ingranare anche qui. Ho cominciato col volontariato e ora mi sto inserendo bene anche nella PTA (Parents Teachers Association=Associazione Genitori e Insegnanti). La PTA è un’associazione no-profit riconosciuta dal Governo.

C’è la National PTA, all’interno della quale ciascuno stato ha la propria, Wisconsin PTA. Poi, all’interno dello stato, c’è il distretto scolastico, Kenosha PTA ,e ogni scuola ha poi la propria piccola associazione genitori e insegnanti con il proprio direttivo.

Associarsi costa $5.25 (circa € 3.82) e questo ti dà in più il diritto di votare il board (direttivo). Ma anche se non ti associ, puoi partecipare alle riunioni, avrai comunque sempre diritto di parola e il supporto dell’Associazione.

La National PTA è nata nel 1897. La Wisconsin PTA è nata il 7 Giugno 1910.

Da 70 anni, ogni anno a Febbraio, si celebra la fondazione di quest’associazione genitori e insegnanti con una cena. Scopo della cena è anche quello di raccogliere fondi che verranno poi utilizzati per costituire delle scolarship, borse di studio per il college, per studenti meritevoli.

Ieri sera io c’ero!

Sorvolerei sulla cena in sé, ma siamo in America e hanno un concetto di cena diverso dal nostro. A partire dall’orario: ritrovo alle 17:30, la cena è stata servita alle 18:00. E per me era l’ora del tè.

Ma parliamo della serata che è stata piacevolissima.

Tavoli rotondi da 8 persone. C’erano circa 150 persone. Poteva partecipare chi voleva: se appartenevi ad una PTA, non pagavi, altrimenti pagavi 22$. Ogni scuola ha preparato un cesto o dei buoni, da mettere in una lotteria. Poi ci sono stati degli sponsor locali che hanno messo a disposizione anche loro dei premi. Vi assicuro che il “piatto” si presentava ricco.

La serata è iniziata, come ogni riunione ufficiale in questo paese, con l’inno nazionale cantato da tre ragazzi molto bravi. Poi, e questa sinceramente non l’ho capita, c’è stata una preghiera: cosa c’entrasse in un’occasione slegata da ogni fondamento religioso, non ne ho idea.

1620472_10151986252987406_1999492746_nDurante la cena sono arrivati dei ragazzi di un liceo di Kenosha, e ci hanno letteralmente deliziato con la loro musica: Beethoven, Brahms, Ravel e tanta altra grande musica. Inizialmente erano sul perimetro della sala e poi, a piccoli gruppi, giravano di tavolo in tavolo. Erano bellissimi. Suonavano violini, viole e violoncelli passeggiando per la sala e sorridendoci, senza guardare spartito né direttore d’orchestra. Nessun errore, bravissimi. In un paio di esibizioni mi sono persino commossa. E avrei voluto davvero il mio papà a gioire con me.

Poi ci sono state delle premiazioni: il progetto più meritevole è andato alla scuola, ex, di mia figlia. Progetto a cui abbiamo partecipato anche io e mia figlia. Si tratta di un video (che potete vedere qui) per sensibilizzare i genitori alla guida sicura nei pressi della scuola, al non-uso di cellulari in auto e per ricordare alcune regole per la circolazione sicura durante l’entrata e l’uscita.

Il premio genitore dell’anno e poi sostenitore dell’anno.

Durante la cena di ieri sono stati raccolti $8,000 (8mila dollari).

Quello che mi piace tanto è che si è insieme genitori e insegnanti, il cui scopo è contribuire a sviluppare una buona scuola per i nostri ragazzi. L’associazione genitori e insegnanti li mette insieme, tutti uguali. Nessuno vuole giudicare nessuno, ma solo rendere migliore la scuola.

Alla cena di ieri ho visto insegnanti, presidi, assessori, genitori, studenti.

Io aspetto con ansia di essere nominata genitore dell’anno. Questo sarà il mio obiettivo e lavorerò duro per raggiungerlo.

Renata Serracchioli

Nata ad Ivrea, con il mio compagno condividevo un sogno: vivere in America. Ed è grazie a lui e al suo lavoro (il mio l’ho perso a causa della crisi) che il nostro sogno si realizza.

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