Ultima modifica 24 Agosto 2020

Un recente sondaggio dell’AMIOT (Associazione Medica Italiana di Omitossicologia) sostiene che circa il 20% della popolazione italiana – vale a dire circa 12 mln di persone – hanno fatto ricorso a cure omeopatiche nell’ultimo anno. Un’altra indagine realizzata circa un anno fa dalla Doxa – società specializzata in ricerche di mercato – ha evidenziato come 4 italiani su 5 che hanno utilizzato rimedi omeopatici, si sono dichiarati soddisfatti di queste terapie.

Sono sempre di più i genitori che curano il proprio bambino ricorrendo all’omeopatia. È importante, però, sapere che la prescrizione deve essere fatta sempre da un pediatra esperto in omeopatia, che decide il rimedio più appropriato, dopo una raccolta scrupolosa dei sintomi e delle caratteristiche specifiche del bambino.

Lungi dal prender una posizione nella diatriba “omeopatia sì, omeopatia no” quello che mi piacerebbe spiegare a tutte le mamme in questo post è cos’è realmente l’omeopatia e da dove nasce.

omeopatia

Cos’è l’omeopatia?

L’omeopatia nasce a metà del ‘700 ad opera del medico tedesco Samuel Hahnemann, che, insoddisfatto dal tenore della medicina del suo tempo e dal ricorso spregiudicato e sconsiderato a “droghe” (come ad esempio la morfina) praticato in ambito sanitario, decise di abbandonare “per etica” il suo lavoro e dedicarsi all’attività di traduttore.

Fu proprio durante questa sua attività letteraria che si imbatté nello scritto del medico scozzese William Cullen, in cui veniva descritta la presunta proprietà antimalarica della china. Hahanemann cominciò a sperimentare l’utilizzo della china su di sé e su alcuni famigliari, notando come piccole dosi di china provocassero lievi febbri paragonabili a delle febbri malariche, combattute da questa stessa china a dose maggiore.

Hahnemann rovesciò quindi la sua prospettiva: utilizzare piccole dosi di china per curare i malati di malaria.

Il medico tedesco, forte della sua sperimentazione, ipotizzò una delle leggi su cui si fonda l’omeopatia: “Una sostanza, in funzione della sua dose, sarebbe capace di provocare in un individuo sano determinati sintomi e di eliminare al tempo stesso sintomi simili in un individuo malato?

Per curare un individuo malato bisogna quindi utilizzare in dosi infinitesimali la stessa sostanza tossica che, in un soggetto sano, produrrebbe gli stessi sintomi della malattia in esame. Da qui, si evince un altro principio dell’omeopatia, quello delle dosi minime o omeopatiche, appunto.

L’omeopatia si basa sul principio che per curare la malattia si stimola nell’individuo i naturali meccanismi di autodifesa dell’organismo.

Cosa contiene un rimedio omeopatico?

I rimedi omeopatici sono costituiti da diverse sostanze provenienti dal mondo minerale, vegetale o animale, come ad esempio: chamomilla, arnica, aloe, apis mellifica, ignatia amara, cantharis, hepar sulfur, mercurius etc.

Il rimedio omeopatico non viene assunto in dosi di grammi o milligrammi di principio attivo, come avviene per molti farmaci e fitoterapici, ma diluito decine o centinaia di volte, per cui il dosaggio alla fine è ridotto al minimo.

Si posso acquistare rimedi omeopatici in granuli e globuli, ma esistono anche in polvere, gocce e compresse. I prodotti presentano un numero che ne indica la potenza, ovvero, la diluizione applicata alla sostanza di origine, che può essere in scala decimale (DH) o centesimale (CH).

E voi siete mai ricorse all’omeopatia?

Dott.ssa Luana Longo

Trent’anni, farmacista, laureata in Chimica e Tecnologie Farmaceutiche presso l’Università della Calabria si occupa di informare e sensibilizzare su temi che riguardano la salute, curiosità sui farmaci, bellezza, prevenzione e tanto altro, attraverso un linguaggio semplice, ironico e adatto alla vita di tutti i giorni.

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