Essere una mamma-expat è essere una nuova mamma

Ultima modifica 10 Ottobre 2019

 

Mom-CafeQuesta volta non parlo di scuole all’avanguardia, college stratosferici o eventi celebrativi. Questa volta parlo di me. Sì, perché nonostante io abbia ormai una certa età e i miei figli siano alle scuole medie (be’, uno sta per finire!), io sono una vecchia nuova mamma. E un po’ l’avevo capito quando vedevo che le mamme dei compagni dei miei figli avevano 10-15 anni meno di me.

Quando decidi di fare il grande salto e trasferirti dall’altra parte del mondo, non prendi in considerazione proprio tutti gli aspetti che si nascondono dietro ad un trasferimento.

Ero pronta a rimettermi in gioco.

Avevo pensato che avrei dovuto seguire i miei figli a scuola finché non avessero raggiunto un livello minimo di autonomia linguistica.

Avevo pensato che ci sarebbero state delle pratiche burocratiche da svolgere (ma non pensiate mai di aver tutto sotto controllo, perché ci sarà sempre qualcosa a cui non avevate pensato!).

Avevo pensato che avrei dovuto ricostruirmi delle relazioni sociali, farmi conoscere e cercare di creare le giuste connessioni. In qualche modo. Non solo nuova mamma, ma anche nuova persona.

Mai avrei pensato di dovermi rinnovare a 43 anni e poi ancora a 44, 45 e pure a 46 anni.

Stasera ero al campo dove mia figlia si allena. C’era una pizzata di fine stagione. Tante mamme che se la raccontavano e parlavano di questo e di quell’altro. A volte è ancora difficile per me entrare in una conversazione già avviata. Fatico a prendere il filo. Ma a volte, anche se colgo l’argomento, fatico ad inserirmi. E non per timidezza, no, non sono timida io. Semplicemente perché anche le chiacchiere fra mamme sono totalmente diverse.

Non so come spiegarlo.

Non si parla di politica. Non sia mai. Le amicizie qui reggono anche per questo: non si parla di politica così non si rischia di litigare! Chi è democratico, chi è repubblicano, ma MAI, nemmeno sotto elezioni, si metteranno a parlarne. Nemmeno si sente mai nessuno dire se è giusto quello che dice o fa Obama. Nessuna delle mie amicizie americane ha mai postato pubblicamente su facebook un articolo di giornale che tratta di politica, una parte del discorso di Obama, i risultati delle elezioni. MAI. Anche se poi hanno l’adesivo sulla macchina o il cartello piantato fuori in giardino. L’importante è non parlarne mentre siamo a pranzo insieme o in pausa caffè.

Non sento praticamente mai parlare di cinema o di libri. Che triste.

I soli argomenti sono i figli (e la scuola) e lo sport. E comunque mai sentirete due persone, anche se di fazioni opposte, litigare per lo sport. Come si vestiranno per la graduation. Dove hanno mangiato la pizza migliore. Quello splendido ristorante dove si mangia VERAMENTE Italiano e anche dentro è proprio arredato in stile italiano… Ma che ne sanno poi?

Ecco. Fatico. Non riesco a parlare solo della partita del figlio o della figlia, della scuola o altri eventi mondani. Io voglio conoscere le persone con cui chiacchiero, voglio confrontarmi con loro.

Ecco, come nuova mamma dovrò anche abituarmi a queste futili chiacchiere che non porteranno mai a nulla. Che non mi faranno mai capire se quella persona è intelligente o insignificante. Se davvero non va al cinema e non legge libri o solo non ne parla per non offendere.

Come dicevamo oggi io e una mia nuova amica, lei è di origini italiane ma nata in Argentina e abbiamo molte cose in comune (scoperto oggi perché ci conosciamo da pochissimo), qui sono tutti sorridenti e gentili, ti aiutano quando ne hai bisogno. Ma non sono capaci di avere un’amicizia profonda. Non sanno nemmeno da dove si comincia.

Questa è la patria del politically correct.

Che fatica. Non ho forse più l’età per essere una nuova mamma. Possiamo fare un magazine dal nome “LE VECCHIE MAMME”?

Renata Serracchioli

2 COMMENTS

  1. É un comportamento delle sile mamme? Voglio dire
    Ai famosi barbecue con le famiglie, il giardino, i discorsi sono sempre confinati ai discorsi da mamme?

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