Kenosha: La prima esperienza con i Summer Camp

Ultima modifica 10 Ottobre 2019

Eravamo appena arrivati e pensavamo che iscrivere i nostri figlia ad un centro estivo, o Summer Camp come si chiamano qui, fosse un modo piacevole per introdurli alla lingua.

Fruit-Snacks-Revised planet-weidknecht-welchs-1Era già luglio e tutti i centri estivi erano completi. Ne rimaneva solo uno privato. Il costo era decisamente alto quindi li abbiamo iscritti per una sola settimana. E dal prezzo erano esclusi i pasti… Scoprimmo poi che era consuetudine, anche delle scuole, dare l’opzione “pranzo da casa”. Solo la merenda era data dal centro, e diceva “fruit snack”. Convinta che si trattasse davvero di frutta, non l’avevo portata da casa. Poi scoprii che si trattava di bustine contenenti caramelle gommose alla frutta…

Gli educatori erano molto giovani ed atletici. Il camp era di stampo sportivo: basket, palla prigioniera, baseball, nuoto, pattinaggio su ghiaccio. Abbiamo chiesto se era possibile che io rimanessi con i miei figli perché non erano ancora in grado di comprendere la lingua.

Siamo arrivati il primo giorno, sotto una pioggia torrenziale, e ci siamo presentati agli educatori. Ho spiegato loro la situazione. La presenza di una famiglia Italiana destava la curiosità di tutti, bambini ed educatori, e le domande erano tantissime. Un bambino ci ha chiesto se in Italia ci sono le formiche! L’ultimo giorno un bambino (circa 9-10 anni) mi ha fatto un discorso dicendomi che avevo fatto bene a portare i miei figli in America perché qui i bambini possono essere davvero bambini e giocare. Gli ho chiesto che idea si era fatto dell’Italia ed aveva un’idea un po’ distorta: un paese povero, senza divertimenti, in cui i bambini devono andare a lavorare presto. Gli ho spiegato che in Italia devi andare a scuola fino a 16 anni prima di poter lavorare, che abbiamo Gardaland e parchi simili, che i miei figli con i loro amici fanno gli stessi identici giochi che fanno qui, solo con nomi diversi. E’ rimasto senza parole. E ho capito a cosa andavo incontro. Ho capito che quello era solo uno, ma che in tanti, da lì in poi, mi avrebbero fatto domande simili.

Comunque, parlando dei summer camp. Sicuramente quello era ben organizzato e c’erano tanti educatori, in un centro sportivo molto grande (oserei dire immenso), nuovo e ben tenuto. Ma 550$ (ciascuno) a settimana, esclusi i pasti, mi pare davvero eccessivo.

Ogni palestra o centro sportivo organizza i propri camp. Anche i college li organizzano, ma i costi sono davvero alti.

Poi ci sono i camp S.T.E.M. (Science, Technology, Engineering and Math) organizzati dalle scuole: laboratori scientifici o club di lettura e che sono addirittura gratuiti ma che, proprio perché gratuiti, il giorno stesso in cui si aprono le iscrizioni, i posti si esauriscono.

Inoltre le scuole organizzano le summer school dedicato a quegli studenti che durante l’anno hanno lasciato delle lacune in qualche materia, ma aperti anche agli altri studenti.

Ho capito poi che, per saperne di più sui centri estivi, bisogna andare direttamente alle scuole o alle palestre della città o sui loro siti internet.

 

Renata Serracchioli

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