#MilanoSiDeveFermare: per ripartire, bisogna fermarsi!

Ultima modifica 10 Marzo 2020

Siamo da sempre una voce fuori dal coro.
Lo siamo state quando c’era da decidere se essere o meno a favore dei matrimoni gay, abbiamo detto la nostra in fatto di aborto, sui seggiolini anti abbandono.

Insomma, abbiamo da sempre detto la nostra, senza i classici peli sulla lingua.
Lo facciamo anche ora, in questo momento di panico totale.

Pensate quello che volete, ma l’unico modo per ripartire e fermarsi.

Milano deve fermarsi. Lo devono fare tutti.

Inutile che continuiamo a far girare video, hastag, meme e qualsiasi altro messaggio in cui comunichiamo che non ci fermiamo. Milanononsiferma è un terribile video, che sembrava scaricato da shutterstock. Con un messaggio sbagliato.
Spendiamo i soldi dei milanesi in altro modo… che è meglio. ( cit.).

E’ ovvio che Milano non si fermerà.
E che ripartirà, diventando più forte di prima.
Ma ora dobbiamo fermarci.

A Venezia organizzano aperitivi gratuiti in Piazza San Marco, alcuni artisti continuano ad incontrare i fan per i classici autografi in libreria, le vie della movida milanese ieri sera erano piene. L’ikea nel pomeriggio ancora di più. Gente accalcata in fila per mangiare.
Altro che distanza di un metro. I navigli idem.
Bar e ristoranti in zona Garibaldi/Porta Venezia pieni.

Ma davvero siamo così irresponsabili?

Davvero ci importa così poco di noi stessi?
Perchè posso capire si trattasse solo degli altri, dei quali non ci frega assolutamente nulla, ma stiamo parlando della nostra salute, di quella dei nostri familiari, dei nostri figli.
Come si possono portare i bambini al parchetto solo perchè a Milano c’è un po’ di sole e si fa fatica a stare in casa.

Ma ca@@o.

Capisco che non sia facile tenerli a casa, per altro c’è proprio la necessità di farli stare all’aria aperta. Altrimenti si ammalano e siamo punto a capo.
Ma non serve portarli al parchetto dove giocano, corrono, sudano, cadono, insieme ad altri 50 bambini. Meglio fare un giro in bicicletta, oppure anche solo una passeggiata, limitandosi a zone in cui non c’è molta folla.
Teniamo la distanza di un metro l’uno dall’altro.
Cerchiamo di essere un minimo responsabili.

Dobbiamo disaggregarci.
DobBiamo stare distanti.

Non dovrebbe essere difficile visto il menefreghismo innato che abbiamo nei confronti del prossimo. Fermiamoci. Subito.
Usiamo questo tempo per stare con i nostri figli, per leggere e giocare con loro.

Ricordiamoci che non sono in vacanza.

Aiutiamoli a fare i compiti, a riprendere tutto cio’ che hanno fatto negli scorsi mesi a scuola.
Cerchiamo di fare in modo che il loro impegno con lo studio non si fermi.
Devono capire che è un momento in cui bisogna semplicemente cambiare le abitudini.

Usiamo questo tempo per leggere, per pensare. Per sistemare casa.
Ci lamentiamo sempre di non avere tempo.

Ecco: ora ce l’abbiamo.

Poi. Quando tutto sarà finito ripartiremo. Più forti di prima.
E magari anche con più cuore di prima.

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