Giornata Mondiale dei Nati prematuri

Ultima modifica 16 Aprile 2021

Nel 2017 i nati prematuri in Italia sono stati 32mila. Un piccolo esercito dice la Società Italiana di Neonatologia (SIN).
Che in occasione della Giornata Mondiale della Prematurità ha voluto lanciare una campagna di sensibilizzazione.

Nati prematuri: un piccolo esercito di 32 mila guerrieri

nati prematuri

Su quasi mezzo milione di bambini nati in Italia, il 6,7% di loro nascono prematuri. Ovvero nati prima della 37esima settimana di gestazione. Questi bimbi vengono al mondo e percorrono da subito una strada in salita. Non avendo ancora maturato del tutto organi e apparati.

Tra di essi una piccola percentuale (lo 0,9% secondo le stime Cedap/Istat) ce ne sono che nascono tra la 28esima e la 32esima settimana. Chiamati  “estremamente pretermine” e “molto pretermine”.

La SIN sottolinea l’importanza di una assistenza personalizzata a questi nati prematuri.

Che si distinguono l’uno dall’altro per interventi e approcci.
E che necessitano per forza di cose di una task force al loro fianco, composta da medici, genitori e da tutto il sistema sanitario.

Grazie al progresso scientifico e medico questi piccoli bimbi possono oggi contare su cure e tecniche sempre più efficaci, che consentono loro una sopravvivenza sempre maggiore. Anche ai nati prematuri con un peso molto basso, sotto i 1500 grammi per intenderci.

Dagli anni ’60 ad oggi la percentuale di mortalità di questi ultimi è scesa infatti dal 60% a meno del 15%. E anche per i nati prematuri sotto al chilogrammo la mortalità è drasticamente diminuita (dal 90% al 30%).

Con un costo tutto ciò, in termini economici, molto alto. Perché le cure per questi nati prematuri sono care. Si parla di centinaia di migliaia di euro per ogni bimbo nato pre-termine, ai quali si aggiungono i costi nel lungo periodo per la riabilitazione, il sostegno scolastico e le terapie ad hoc per ogni singolo handicap.

In occasione della Giornata Mondiale dei Nati Prematuri il SIN ha voluto divulgare alcune indicazioni

Quali sono le indicazioni della SIN?

Innanzitutto garantire una attenzione al problema sempre alto per questi nati prematuri. Che presentano un  rischio alto di complicanze respiratorie, metaboliche, infettive, neuromotorie, cognitive e sensoriali. Soprattutto nei nati intorno alla 28esima settimana.

Questo, in termini pratici, si risolve con una riduzione del numero di punti nascita piccoli a favore di quelli più grandi. Grandi e soprattutto attrezzati per i parti pre-termine. Così da garantire alti standard di sicurezza.
È questo l’obiettivo che si prefigge la riorganizzazione della rete neonatale in atto in Italia da qualche anno.
Tale riorganizzazione si traduce nella chiusura di punti con meno di 500 parti l’anno.
E nel rafforzamento però di una serie di altre misure.
Tra queste l’accesso ai genitori nei reparti di TIN (Terapia Intensiva Neonatale) 24/24h.

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Incoraggiare il contatto mamma-bimbo subito dopo il parto, promuovere l’allattamento al seno con la Kangaroo care (pratica che consiste nel tenere il piccolo a diretto contatto con la pelle del genitore), e altro ancora.

La SIN ha intavolato per tale scopo un incontro interdisciplinare  operativo presso il Ministero della Salute in collaborazione  con l’associazione Vivere Onlus per la promozione dell’allattamento al seno (TAS).

Da questo incontro è nato il documento “Promozione dell’uso del latte materno nelle Unità di Terapia Intensiva Neonatale e accesso dei genitori ai reparti”

In sostanza il documento raccomanda l’ingresso dei genitori nelle TIN affinché i nati prematuri traggano beneficio dalla loro presenza, sia dal punto di vista nutrizionale che affettivo.

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Contatto che giova anche ai genitori. Che sentono così allentati stress e tensioni della situazione.
Questi centri di terapia intensiva inoltre negli ultimi anni si sono focalizzati anche nell’alleviare il dolore di questi piccolissimi bimbi. Che al contrario del pensiero comune passato, sono perfettamente in grado di percepire.

Oggi le nuove TIN sono dotate di comfort a misura di prematuri: accesso dei genitori, musicoterapia, e  altre trovate per rendere meno dolorosa (sotto tutti i punti di vista) la degenza.

Noi nuove mamme abbiamo voluto condividere con i nostri lettori questo comunicato, affinchè la società tutta possa essere sensibilizzata e partecipe al tema dei nati prematuri.

Infine vorremmo fare menzione speciale di coloro, singoli cittadini e associazioni, che si adoperano ogni giorno per questi piccoli guerrieri. Affinché abbiano sempre maggiori strumenti per affrontare questa strada in salita.
Tra tutti ci piace segnalare l’associazione Cuore di maglia per il lavoro che svolge ogni giorno nei reparti di terapia intensiva neonatale. Un grazie a loro.

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